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Il mio amico Eric: ma il calcio è ancora tutto questo?

Dalla rubrica dedicata ai film sul calcio, 'Cinema Footlball Club'
   Angelica Grippa

10 Aprile 2020 - 19:17

Tempo di lettura: 3 minuti

“Ci sono sempre più scelte di quante crediamo. Sempre. Più possibilità...”

“La mia azione migliore non è mai stato un gol, ma un assist”.

Eric Cantona

Il mio amico Eric: Un film del 2009 diretto da Ken Loach, una splendida fusione tra commedia e dramma. Il protagonist, interpretato da Steve Evets, è  un impiegato delle poste, che si ritroverà in un momento tragico e importante della sua vita: sua moglie lo ha abbandonato e anche gli amici di sempre non sono in grado di fornirgli una soluzione. All’improvviso nella sua normale vita apparirà il suo grande idolo calcistico, che avrà la chiave per risolvere ogni suo problema, Eric Cantona, ex talento del Manchester United. Questo film nasce da una idea dello stesso giocatore dei Red Devils.

Eric è un ordinario postino britannico, che vive a Manchester; ad un certo punto della sua vita si ritrova a fare i conti con se stesso. Per capire la trama è importante fare un salto nel passato: Eric circa trent’anni prima aveva abbandonato sua moglie Lily nonché sua figlia appena nata. Ma nel tempo presente vive con altri due figli Ryan e Jess avuti invece da un’altra donna diventata ormai ex anch’essa, dopo una serie di litigi. Ad un certo punto della vita ritorna la bambina abbandonata tanto tempo prima, Sam che ormai è diventata una donna ed è in procinto di laurearsi, così chiede a suo padre di tenere sua nipote per qualche tempo per completare il corso di studio con serenità. Ma per Eric il problema non sarà la custodia temporanea della nipotina quanto rincontrare Lily, che per lui ha rappresentato l’amore della sua vita. Tra il rapporto pessimo con la sua seconda moglie, il nuovo incontro con Lily e l’affidamento della nipotina, Eric si ritroverà in crisi e senza risposte.

E a questo punto della pellicola che accade qualcosa di grandioso, Eric si è sempre rifugiato nelle passioni per salvarsi dall’inferno e in particolar modo per la speciale venerazione per il Manchester United. All’improvviso come un fantasma o come un angelo apparirà il suo idolo, il calciatore  Eric Cantona che grazie ad una serie di insegnamenti e alla sua filosofia di vita farà cambiare l’intera prospettiva di vita al protagonista. Un’intensa storia d’amore nascerà dopo il riavvicinamento con Lily.

Il sogno di tutti sarebbe trovare un appoggio, una figura, una sorta di guru che ci possa indicare la strada giusta nei momenti di difficoltà e se questo personaggio è il nostro idolo, allora è un sogno che si realizza. Un film originale da cui trarre grandi insegnamenti di vita, Cantona insegna al protagonista come il perdono può essere il più grande gesto di coraggio, o che la generosità di un assist può essere più importante della gloria per un gol.

Il regista è un grande tifoso di calcio nonché del Manchester United e riesce grazie a questa pellicola che si stacca nettamente con le sue precedenti produzioni, la sua grande passione con le vicende personali di Eric. Loach usa in modo magistrale la filosofia calcistica del fair play come metafora della vita, rivalorizzando tutto ciò che il calcio può insegnare, quei valori che andrebbero ripresi e non solo al cinema ma anche sui campi perché da tempo hanno lasciato spazio alle leggi del marketing, il cinismo che domina i campi. Ma la vera domanda è: il calcio è ancora tutto questo? A voi la risposta…

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