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Gli eroi della domenica, lo sport che vince su tutto

Un film con Mastroianni e i calciatori del Milan
   Angelica Grippa

07 Aprile 2020 - 19:17

Tempo di lettura: 4 minuti

GLI EROI DELLA DOMENICA: un salto nel passato, con un film dedicato al calcio del 1952 diretto da Mario Camerini, con interpreti dal calibro di Raf Vallone, Marcello Mastroianni e Franco Interlenghi. Uno dei primi esempi di film italiano sul calcio, una pellicola dal grande valore socio-culturale, che ci offre uno spaccato degli anni ’50 italiani. Inizia la ricostruzione e dopo gli anni del neorealismo vero e proprio, il cinema diventa l’erede delle stesse tematiche ma rese leggere, questa corrente viene definita ‘neorealismo rosa’. I protagonisti principali sono i miti di massa. Nel film appaiono anche i calciatori del Milan di quella stessa stagione: Gunnar Gren, Gunnar Nordahl, Nils Liedholm, Lorenzo Buffon, Carlo Annovazzi, Omero Tognon, Luciano Scroccaro e altri, oltre a procuratori e calciatori di serie minori.

Una squadra di provincia deve affrontare un match difficile in trasferta contro il Milan nell’ultima partita della stagione, importante ai fini della classifica. Tutti si affidano al centravanti Bardi, il fuori classe della squadra. La sera antecedente al match, nell’albergo che ospita i calciatori succede di tutto: Stefan conosce una cameriera bulgara, sua connazionale e si innamora; Gianni scappa dall’albergo per una donna e incontrandosi ad un bar nasce una rissa con il fidanzato della donna, il calciatore si infortuna ad un polso e si rende indisponibile per il match importante del giorno dopo. Mentre Bardi riceve la visita della sua amante, Mara che vuole convincerlo a perdere quella partita, in accordo con dei delinquenti pronti ad offrire 3 milioni in cambio della combina. La donna cerca di persuadere il calciatore con i soldi che potrebbero godersi insieme, ma lo spirito di correttezza e sportività del campione trionfano. Al momento del discorso è presente anche un ragazzo soprannominato ‘Lenticchia’.
Il giorno seguente Bardi si fa visitare da un medico perché non in condizioni fisiche buone, ma disputerà quel match importante. Il Milan nella prima razione di gioco passa in vantaggio ben due volte, e il fuoriclasse per le condizioni psicologiche e fisiche non dà il meglio in campo. Durante la pausa riceve il ricatto di Mara, se non perderà quella partita non la vedrà mai più, e il medico lo avverte che se gioca potrebbe rischiare di morire. Ma Bardi non si lascia intimorire entra in campo e come un leone disputa un gran secondo tempo che gli permette di vincere il match. Vince il calcio, lo sport i valori e sfinito Bardi sa che quella è l’ultima partita della sua vita, visto che non potrà mai più giocare. Mara con i suoi alleati spegnerà la radio delusa: in un giorno ha perso i soldi e l’amore. La squadra festeggia e onora la vittoria consegnando il premio all’artefice del tutto.

Una delle tematiche fondamentali della pellicola resta le combine che ancora oggi affollane le cronache sportive, ma la si descrive in modo leggero con una commedia che non annoia ma scorre e diverte. Grande il valore sociologico del film, lo scorcio di realtà descritta permette allo spettatore di crearsi un’idea nitida dell’Italia di quei tempi. Un cinema neorealista anche se non con tematiche impegnate, ma alquanto leggere. Un film dalle tematiche soft ma con grandi interpreti, e questo fa la differenza.

Il calcio è uno sport senza tempo, ciò che vediamo scorrere nelle immagini e lo stesso che possiamo leggere ogni giorno sui quotidiano sportive. Unica differenza è che il marketing e il business hanno preso una fetta sempre più importante di questo sport, tanto da sopraffare il calcio vero e proprio. Per ora il calcio resiste, regge il peso di un’economia sempre più potente che sceglie le sorti delle squadre, ma la difficoltà dei valori sportivi di emergere in questo sport diventata sempre più evidente. Lo sport è in affanno, l’atleta soccombe alla necessità di diventare personaggio per il marketing di ogni club. Diventa sempre più labile anche la capacità del tifoso di capire la differenza, immerso in mondo che percepisce quasi ‘normale’, mentre il confronti con le epoche passate fanno emergere in modo chiaro la differenza. Bravo Camerini ad unire storia, calcio, valori, cinema e divertimento!

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