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TIM Cup al via, Taranto dove sei?

Senza il Taranto in coppa viviamo qualche ricordo degli anni passati
   Roberto Orlando

24 Luglio 2018 - 12:21

Tempo di lettura: 4 minuti

Nelle scorse settimane la società, per voce del DG Montella, aveva comunicato la sua partecipazione alla competizione nazionale ma a fine Giugno è arrivato il dietrofront. A “rappresentare” il girone H della serie D sarà il Picerno, classificatosi sesto alla fine della regular season. Il Taranto, chiamato in causa, non ha dato la propria adesione, facendo registrare così un passo indietro che mortifica chi vorrebbe un impegno sportivo ad ampio respiro. Certo, il primo turno avrebbe fatto incontrare una squadra di Serie C, la Casertana, e la gara si sarebbe giocata in terra campana (con incasso diviso a metà tra le due società, però) ma chissà, a sognare anche in grande ci si sarebbe anche trovati ad affrontare una squadra “davvero” di blasone come il Livorno al secondo turno.

Tant’è, noi siamo qui ad osservare ancora una volta gli altri giocare, affacciati alla finestra del dilettantismo da troppo tempo. E allora, visto che è ancora estate e c’è tempo per il calcio giocato, tiriamo fuori gli almanacchi del passato e ripercorriamo alcune esperienze suggestive in TIM Cup degli anni passati.
Andando a ritroso nel tempo, per assistere ad un incontro di TIM Cup contro una squadra di serie B dobbiamo risalire al 2011/2012, quando il giorno di ferragosto del 2011 i rossoblu di Dionigi affrontarono l’Ascoli al secondo turno; il Taranto perse ai supplementari 3-1, nonostante una grande partita. Stesso risultato all’over-time l’anno precedente contro il Novara.
Se volessimo trovare l’ultima sfida contro una squadra di serie A dobbiamo tornare al 2006, quando fece scalpore la vittoria dei rossoblu allo Iacovone contro il Catania di re Giorgio Corona: le reti di Lele Catania e Manuel Mancini (e le espulsioni di Silvestri, Corona e Spinesi per rossazzurri) portarono i rossoblu alla sfida contro il Brescia nel turno successivo. La sfida contro gli etnei fu la prima dopo il maledetto 9 giugno.

E le big? Per chi se lo ricorda, lo Iacovone ha visto anche le big nel calcio agostano; l’ultima a giungere in riva allo Jonio fu la Roma di Boskov il 2 settembre del 1992. Era la seconda partita in assoluto che si giocava in notturna (l’impianto di illuminazione era stato inaugurato dieci giorni prima nella vittoriosa gara di Coppa Italia contro la Lucchese sotto un tipico diluvio estivo (2-1 Pistella (L), Prete e Zaffaroni (T)). I giallorossi si imposero per 3-1 con reti di Caniggia, Mihajlovic e Salsano (pareggio momentaneo di Soncin). Era la Roma di Giannini e Rizzitelli e del campione del mondo Hassler, che a Taranto non giocò.

E le padane Ju-Mi-In? La Juventus è, tra le tre, quella che ha affrontato con più frequenza il Taranto. L’ultima apparizione è del 12 settembre 1990, a mondiale italiano da poco terminato. In uno Jacovone strapieno i rossoblu battono i piemontesi 2-1 in rimonta con i gol di Turrini e Brunetti. Per Casiraghi, Baggio e Di Canio non fu una passerella, ma c’è da dire che quella Juve di Maifredi (che qualche mese prima aveva vinto Coppa Italia e Coppa Uefa) non sarebbe andata troppo avanti in campionato (7° posto, il peggiore piazzamento dal 1960). I rossoneri invece, affrontarono in Coppa Italia il Taranto nel 1978, pochi mesi dopo la scomparsa di Iacovone. A Taranto pareggio per 1-1 (Turini e Valentinuzzi), e vittoria per 2-0 a San Siro (doppietta di Sartori). Per trovare l’inter occorre andare alla stagione 1987-1988, con una vittoria ai rigori per il Taranto (2-2 De Vitis, Piraccini, Altobelli, Dalla Costa) con l’errore dal dischetto di Giuseppe Baresi.

Il ricordo più bello? Ognuno di noi serba nel cuore i propri ricordi e quelli della gioventù e dell’adolescenza probabilmente, forse perché legati al periodo della spensieratezza, restano i più cari. Se uno dei primi ricordi di Coppa Italia che ho è un Taranto – Sampdoria 1-4 vissuto in tribuna con mio padre perché le curve erano andate esaurite (per la cronaca doppietta di Souness, Vialli e Francis), il più caro è un Taranto – Udinese vinto ai calci di rigore. Erano ancora i tempi del “Maè, m’ha fa trasè?” e riuscii ad infilarmi in tribuna superiore. Quel giorno il “man of the match” fu il giaguaro Gianpaolo Spagnulo, che parò due rigori (a Balbo e a Bruniera) e regalò al Taranto il secondo turno al Comunale di Torino contro la Juventus di Schillaci e dei russi Zavarov e Alejnikov.

Ecco, torniamo sulla terra. Mentre noi dobbiamo accontentarci del ricordo che un tempo ci prendevano a pallate Platini e Boniek (Coppa Italia 1983), il Picerno (paese lucano di 6.000 anime), dignitosamente in serie D per la quarta stagione consecutiva, giocherà la TIM Cup. A noi è toccato sapere che la disponibilità per disputare la coppa nazionale è svanita senza preavviso e senza comunicazioni ufficiali. Alla faccia delle prospettive di crescita.

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