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Angelica Grippa |
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Due miti in un brano unico: Lucio Dalla, infinito e carismatico come pochi, e Roberto Baggio, talento unico e indiscusso del calcio, nonché esempio umano come pochi nella storia del calcio italico. Una canzone che il cantautore bolognese, innamorato del calcio ha dedicato a Divin Codino. Lucio fece del suo Bologna e di questo sport una vera ragione di vita. Possiamo solo immaginare la gioia nel vedere Baggio firmare per il club felsineo. Correva la stagione 1997/98, e questa fu per Roby una breve parentesi calcistica tra le due esperienze milanesi, Milan e poi Inter. A Bologna, Baggio realizzò ben 22 reti in 30 presenze, regalando a Lucio e a tutti i tifosi delle emozioni immense e proprio per questo, Dalla decise di dedicargli un inno. La canzone dedicata al campione di Caldogno fu estratta dall’album ‘Luna Metana’ del 2001. Leggiamo insieme il testo di 'Baggio Baggio'.
Sei mai stato sulla cresta di un'onda
l'equilibrio in bilico
e la schiuma che ti circonda
ti senti così piccolo
i pesci ti aspettan sul fondo
gabbiani che ti guardan ridendo.
Sei mai stato il piede del calciatore
che sta per tirare un rigore
e il mignolo destro di quel portiere
che è lì, è lì per pararemeglio, sta molto meglio il pallone
tanto, lo devi solo gonfiare.
L'onda monta il mare senza sponda
cresce, aumenta, il cuore ti si gonfia
chiama, grida, nessuno è sulla riva
il cielo è nero e tu sei lì da solo
dentro di te o a un metro più avanti di te
c'è un qualcosa e non sappiamo cos'è, cos'è
è l'anima.
Sei mai stato lo stomaco di un politico
quello più furbo, più vicino
o la lingua di seta di quel vecchio industriale
che quando parla fa male
tanto chi se ne frega
degli altri m'importa una sega.
L'onda è morta nel cuore che si sgonfia
non cresce, non aumenta, si ferma, poi si secca
non chiama, non grida, nessuno è sulla riva
il cielo è vuoto, non c'è un gabbiano in volo
lì, lì dov'è non ha niente, niente dentro di sé
ma soprattutto sai cosa non c'è, non c'è
l'anima.
I più grandi amori di Dalla: il calcio e la sua Bologna. La domenica era il suo giorno preferito proprio perché c’era la partita, giorno in cui poteva andare a vedere Roberto Baggio in campo. Aveva una stima per questo calciatore inquantificabile, lo vide dribblare, correre, calciare, segnare esultare e se ne innamorò perdutamente. Baggio incantò tutta Bologna e dal canto suo Dalla ne rimase stregato. Aveva sempre avuto una chiara idea di calcio, e Baggio la incarnò a pieno, fu la rappresentazione in carne ed ossa del calcio da lui concepito.
Nel brano si fa riferimento ad un rigore, eh già Dalla penava tante volt a quel maledetto rigore di Pasadena e ci pensava ogni vota che Baggio si apprestava a battere un rigore dal dischetto. Ma in quella magica stagione per fortuna il nostro eroe rossoblù sbaglio pochissimo. E come Lucio disse: <>, sottolineando il non lasciarsi mai trasportare dalle emozioni. L’ anno dopo Divin Codino approdò all’Inter lasciando tanta malinconia nella sua Bologna.
Brano caldissimo, un notturno guidato dal suono del sax accompagnato da una tromba e da un trombone. Un vero e proprio pezzo blues che si avvicina al Dalla dei tempi d’oro. Una delle canzoni più belle di quel fortunato album, una vera chicca.
Lucio Dalla non ha bisogna di alcuna presentazione, uno dei più grandi innovatori della musica italiana, talentuoso e instancabile con ben 54 album di cui 22 in studio ha riscritto i paradigmi della musica cantautoriale italica. Inizia con una stagione beat la sua produzione musicale, passando per la canzone d’autore e arrivando persino all’opera e alla musica lirica. Ha sperimentato tanti stili pur essendo di formazione jazz. Suonava il pianoforte così come il sassofono e il clarinetto. Uno dei pilastri della musica nostrana che canta una canzone d’amore a Baggio, fortuna!