TARANTO FC

Cercare un nuovo inizio

Le dimissioni di Massimo Giove non sono una mossa tattica e in questa fase è importante rimanere uniti

Foto MRB.it

   Redazione MRB.it

03 Dicembre 2019 - 12:00

Tempo di lettura: 2 minuti

Che cosa ci sta dicendo Massimo Giove rassegnando le dimissioni da presidente del Taranto? Che è solo deluso e contrariato, come emerge chiaramente dall’intervista rilasciata alla Gazzetta? O che il disagio è più profondo, rimandando al progetto, ovvero alla sua sostenibilità? Nell’uno e nell’altro caso, si tratta di un gesto forte, per quanto carico di singolarità. È raro che un presidente si dimetta, specie se risulta titolare della maggioranza delle quote societarie. È come prendere le distanze da se stesso: si può annunciare, ma come metterlo in pratica? Più frequente che le dimissioni facciano da preludio a un disimpegno progressivo, cioè alla messa in vendita del club. È questo il passo ulteriore? Domandarselo è lecito.

Sarebbe comunque un errore derubricare la decisione di Giove a semplice mossa tattica, tanto per vedere l’effetto che fa. Oppure sottovalutare il suo malessere, sperando che sia passeggero. E che basterà la prossima vittoria a rimettere le cose a posto. Non è così. Giove, oggi, è un presidente infuriato. Ha dato molto, senza ottenere granché. Ha costruito una squadra piena di valori assoluti, pur con qualche imperfezione strutturale. Ha ingaggiato un allenatore tra i più qualificati della quarta serie meridionale. Ma è servito a poco, visto che, dopo quattordici partite e il cambio di guida tecnica, la classifica segnala un significativo ritardo dalla vetta, mentre il rendimento dei singoli più attesi lancia messaggi inequivocabili.
 
La sensazione è che Giove sia arrivato alla conclusione più drastica: intervenire massicciamente sul progetto tecnico, abbattendo i costi di gestione, per impedire che lo stesso progetto risucchi ogni energia, facendo collassare il pallone rossoblù. Pallone che, va ricordato, continua a rimbalzare per quanto appesantito da una massa debitoria cresciuta di gestione in gestione. E che lo rende, di fatto, poco appetibile.
Insomma, oltre Giove, allo stato, c’è il salto nel buio. Con Giove, riconquistato alla causa e sostenuto nel difficile tentativo di rielaborare in corsa il progetto, c’è la gestione della crisi, in attesa che si creino i presupposti di una svolta vera. L’importante, in questa delicata fase di transito, è rimanere uniti, evitando la polemica debilitante. Inaugurando, al contrario, la stagione della critica costruttiva e del ragionamento consapevole. Cercando davvero un nuovo inizio, senza perdere di vista il campo, dove ogni storia può essere ancora scritta. Chi vuole solo il bene del Taranto, è chiamato ad assumersi la responsabilità di credere in un futuro migliore, fornendo il suo contributo di verità e passione.

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno - Lorenzo D'Alò

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