Angelica Grippa | |
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La stagione 2019/2020 fa risaltare all’occhio i numeri (poveri) della serie B. Con la perdita di piazze come Brescia, Palermo, Foggia e Padova la cadetteria ha perso oltre il 50% del bacino d’utenza. L’anno scorso le città che hanno partecipato alla serie B avevano un bacino di poco meno di 3 milioni di utenti, quest’anno ridotte a meno di 2 milioni.
Proviamo ad immaginare un paragone con la serie C e con la serie D girone H, ipotizzando le 18 squadre che faranno compagnia al Taranto.
La capienza di tutti gli stadi della serie B 2019/2020 si avvicina a circa 312.000, mentre in serie C girone C (dove troviamo realtà come Reggio Calabria, Bari, Catania, Catanzaro…) questa somma supera i 254.000, una differenza minima, che fa capire quanto la serie C/C sia di certo una B2.
E la serie D? Poniamo che il girone del Taranto sia formato, oltre che dagli jonici, da Andria, Fasano, Gravina, Nardò, Casarano, Bitonto, Foggia, Altamura, Brindisi, Cerignola, Bisceglie, Francavilla, Grumentum, Savoia, Sorrento, Gelbison e Nola, arriviamo ad un bacino di utenza di oltre 1 milione di abitanti. La capienza degli stadi è di poco superiore ai 112.000. Chissà se il giro d’affari e i ritorni per la società dalla serie B in giù fosse proporzionato a questi dati… sarebbe interessante saperlo. Intanto la serie B è un campionato ricco, con delle cifre importanti, mentre, altro dato estraibile, molte città importanti del sud vivono crisi profonde, con realtà economiche fondamentali (Palermo su tutte) cadute in disgrazia. Paga di più l’organizzazione e la gestione di realtà piccole come la Virtus Entella (un nome a caso)? Paga di più un tessuto economico sano, virtuoso, piuttosto che piazze che garantiscono seguiti massicci? Probabilmente si e questo fa la differenza.
Tornando alla nostra realtà dilettantistica, che in realtà sembra quasi una C2, nonostante il nome e la sostanza. Ci sarà da divertirsi, sarà difficile ma tifo, organizzazione (e fortuna) faranno la differenza.