TARANTO FC

Delle Valigie e delle valigette

Rimonta impossibile, gli altri comprano le partite!
   Roberto Orlando

25 Marzo 2019 - 12:25

Tempo di lettura: 5 minuti

Dopo aver agguantato il Cerignola al secondo posto, il Taranto si trova adesso a -7 dal Picerno capolista a sole 6 giornate dalla fine del campionato. “Finché la matematica non ci condanna” crediamoci, dicono in molti. Altri invece sostengono di arrendersi, processando senza assoluzione i colpevoli di questa ennesima disfatta in serie D perché la squadra rossoblù è nata male in partenza. Ma nel mare dei commenti di gente più o meno competente sta assumendo un ruolo preoccupante il disfattismo di chi crede che il campionato è impossibile vincerlo perché… “gli altri si comprano le partite”. Ebbene si, il Taranto non potrà mai raggiungere il Picerno (però nel frattempo ha ripreso il Cerignola) perché in serie D “sappiamo come funziona”, ovvero ungendo gli avversari per vincere le partite. L’allucinante trance sportiva di alcuni tifosi porta a delle valutazioni condizionate da un fattore diventato ormai stucchevole: valigette di soldi pronte a condizionare risultati, a concedere rigori, espulsioni, recuperi eterni… e alle volte anche a chi offre di più, per aggiustare un risultato in un senso o nell’altro.

IL CERIGNOLA COMPRA LE PARTITE? - Davvero, se fosse così è inutile stare a parlare di calcio giocato. Ma tant’è, gli alibi si nutrono del Cerignola che vince sempre all’ultimo minuto perché compra gli avversari, il Picerno idem. E come prova di queste strampalate e assurde teorie troviamo i gol di Lattanzio al 90’ in Sorrento – Cerignola, quello di Pollidori al 90’ contro il Bitonto la settimana dopo, quello di Loiodice a Gragnano al ’90 dopo due settimane, l’arrendevolezza della Fidelis dopo che i biancazzurri avevano giocato la gara della vita contro il Taranto, la facile rimonta contro il Fasano (gli ofantini non hanno mai vinto in rimonta quest’anno, ma questo non lo diciamo come aggravante). E quindi a Gravina cosa è successo? Non è arrivato il bonifico? Il Picerno ha offerto di più? Come se fossimo in un suk arabo…
Ma come se non bastasse, il Cerignola, oltre a “comprare le partite”, da vincere sempre al 90’ però, cerca anche di comprare gli avversari di Taranto e Picerno: altrimenti come si spiegherebbe la disperazione dei giocatori del Savoia, che nulla ha da chiedere al campionato, dopo la sconfitta allo Iacovone? E la partita della vita della Fidelis contro i rossoblù? Loro che dovevano puntare ai playoff e che dopo la gagliarda prova contro il Taranto ha raccolto solo 4 punti in 4 gare? E i fasanesi con i loro striscioni “tutti a Taranto”?

E IL PICERNO? Dopo due pareggi a reti bianche ad inizio girone di ritorno, la squadra lucana ne ha vinte 9 di fila, 3 volte con 2 o più gol di scarto, 2 volte per 2-1 dopo aver subito lo svantaggio, 2 volte per 2-1 dopo aver subito il temporaneo pareggio: strano, non avrebbe potuto aggiustarsi le partite da vincere per 2-1 semplicemente facendo per primo i due gol e lasciando la suspance di essere ripresi nei minuti finali? Soltanto domenica il Picerno ha vinto al ’90 contro la Sarnese, con i quali c’è una fraterna amicizia, ma che sembra che in campo abbia lasciato posto all’agonismo con dominio assoluto in campo degli uomini di Giacomarro. Oppure si fa posticipare tutte le partite, perché nevica o perché basta un Torneo di Viareggio per vedere le altre che fanno e mercolì organizzarsi di conseguenza. Il patron americano quindi fa le cose per bene, senza dare nell’occhio come fanno a Cerignola. Maggiore discrezione, massimo risultato.

E IL TARANTO? In tutta questa fantomatica compravendita di partite, giocatori, rigori e recuperi eterni, i rossoblù sembra che non abbiano forza contrattuale per comprare i loro avversari. Quindi l’undici di Panarelli gioca pulito, cercando di vincere sul campo nonostante gli avversari remino contro o vengano pagati per fare risultato contro i rossoblù. La teoria cospiratoria che sono tutti contro il Taranto e che gli jonici non comprino partite si rafforza nel fatto che a Taranto c’è la crisi, che la società di Giove ha i debiti, che è alla ricerca di qualcuno che paghi il ripescaggio in serie C e quindi figuriamoci comprare le partite! Non ci sono soldi! Oppure lassù qualcuno… ci odia. La Lega di serie D fa giocare l’Andria in casa a porte aperte contro il Taranto e la squalifica del “degli Ulivi” parte, strana coincidenza, due domeniche dopo contro il Cerignola. E come se non bastasse, giocano anche in provincia di Foggia! E poi, a Taranto mandano gli arbitri compiacenti che fischiano tutto contro. Oppure il Giudice Sportivo infligge ai rossoblù un punto di penalizzazione, che col senno di poi, sembra abbia avuto più il compito di destabilizzare l’ambiente che altro.

La verità qual è? Noi non la conosciamo, ma possiamo certamente affermare che volere è potere e che per vincere i campionati ci vogliono strutture, infrastrutture, gente preparata e soldi. Condivido un pensiero di mister Panarelli, quando dice che per vincere a Taranto occorre il doppio degli sforzi. Perché Taranto è una piazza difficile e, aggiungo io, frustrata dopo anni di dilettantismo. A Taranto non siamo mai abituati ad una mentalità diversa dal vittimismo o una cultura sportiva che riconosce i meriti degli avversari. E fa schiumare rabbia il fatto che a Picerno, paesino di 5.000 anime abbarbicato sull’appennino lucano, si faccia calcio con organizzazione, ottenendo risultati. Magari la serie C sarà la loro, a fine stagione, ma i tarantini sanno solo chiedersi: “ma che se ne fanno loro della serie C che allo stadio ci vanno in 500?”. Mi chiederei piuttosto perché non ci sia il Taranto in serie C, città da 200.000 abitanti…

PS: le congetture per cui Picerno e Cerignola comprano le partite è semplicemente frutto di fantasia, basato su storie e storielle da bar e da social. L’autore crede che i risultati sul campo siano frutto dell’agonismo sportivo e non di imbrogli pianificati.

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