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Roberto Orlando |
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L’avventura di Giove alla guida del Taranto inizia nel 2000, al termine di un campionato incredibile in serie D concluso al secondo posto con 75 punti dietro al Campobasso. L’inizio è col botto; il 28 luglio il Taranto viene ripescato in serie C2, tornando tra i professionisti dopo tre stagioni altalenanti in serie D. Il “patron” Pieroni è socio di maggioranza con il 60% del pacchetto azionario, mentre Giove (insieme al fratello), Palma, Simonetti e Tagarelli parteciparono come cordata imprenditoriale tarantina con rispettivamente il 10% a testa. Giove è eletto presidente ed è stato l’ultimo presidente ad aver vinto un campionato al primo posto da venti anni a questa parte; quella squadra, grazie anche allo spessore tecnico di Pieroni, contava ottimi giocatori, su tutti il bomber Riganò.
La stagione successiva, passata alla storia come “quella di Taranto – Catania” fu comunque un’annata incredibile per risultati e seguito. I rossoblu sfiorano la serie B, persa proprio a vantaggio degli etnei, con Riganò sugli scudi (28 reti in 37 gare). Su quella panchina sedeva un signore del calcio, Gianni Simonelli, mentre la squadra era ben assortita con giocatori di spessore come Cariello, De Liguori, Galeoto, Monza, Parente, Pisano, Triuzzi e l’attuale tecnico del Taranto Cazzarò. In realtà la convivenza tra i soci di minoranza e il Patron non era proprio idilliaca e al termine della stagione scoppiò; da un lato Pieroni, dall’altro Giove & C., dall’altro ancora i tifosi, che contestavano duramente in toto la società, manifestando esplicitamente un allontanamento sia di Pieroni che di Giove (famoso lo striscione che accompagnò per tutta la stagione 2002-2003 la contestazione “Pieroni e Giove andate via”). La contestazione dallo stadio si spostò nelle piazze, dove nelle manifestazioni organizzate dalla curva si chiedeva la testa di Pieroni e Giove.
La presidenza di Giove si conclude proprio al termine della stagione 2001-2002 ma non la sua permanenza all’interno del club; i rapporti logorati tra proprietà e soci di minoranza porta all’azzeramento del consiglio di amministrazione e quindi anche della carica di Giove. All’imprenditore tarantino succederà Uzzi, con la speranza di una transizione positiva. Ma società e squadra erano ormai sul punto di affondare: Pieroni propose ai soci di minoranza l’acquisto del 40% del pacchetto di minoranza, ma l’offerta venne rifiutata. A fine stagione il Taranto retrocesse in C2 dopo i playout di Fermo. Col passare del tempo i soci di minoranza si eclissarono, lasciando spazio soltanto alla caduta del Patron, che ad agosto del 2004 venne arrestato. In quel momento il Taranto contava zero soldi in cassa, pochi giocatori in squadra, un grosso debito e una iscrizione alla C2 ottenuta per il rotto della cuffia dopo il Consiglio Federale del 27 luglio. L’avventura del Taranto Calcio s.r.l. si concluse in tribunale, lasciando posto al capitolo Blasi.
Numeri alla mano, con Giove presidente il Taranto disputa un campionato di C2 e uno di C1. I risultati sono stati di una promozione diretta e un secondo posto con sconfitta ai playoff. In due stagioni 34 vittorie, 23 pareggi e 11 sconfitte. Anche la media spettatori è altissima; quasi 8000 spettatori nella stagione 2001-20002, vetta mai più raggiunta. Un bel curriculum, non c’è che dire.