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'Siamo preoccupati...'. La Fondazione Taras si dimette dal Cda del Taranto

Conferenza stampa alla presenza di Sostegno e di Martino Cecere
   Redazione MRB.it

16 Dicembre 2017 - 15:00

Tempo di lettura: 5 minuti

Nella mattinata di sabato, la Fondazione Taras, alla presenza di Gianluca Sostegno e Martino Cecere, ha tenuto una conferenza stampa per spiegare gli ultimi avvenimenti legati al Taranto e alle conseguenti decisioni che lo stesso supporter trust ha deciso di prendere. Il tutto raccontato dal presidente della Fondazione, Gianluca Sostegno.

L'episodio della cessione del 2%. "Quel 2% era destinato a Roselli, in quel momento direttore generale. Non avemmo nulla da obiettavare visto che ritenavamo Roselli una brava persona. Aveva anche finanziato il Taranto, quindi non ci opponemmo alla decisione. Non esercitammo neanche il diritto di prelazione dei soci. I tempi poi si allungarono, Zelatore e Roselli non andarono dal notaio per cui quelle quote potevano essere acquisite anche da altri soggetti. Così avvenne. Il 19 Ottobre Giove acquisì lo 0.91% delle quote del Taranto consentendogli successivamente di acquisire le altre quote di maggioranza. Quest'ultima operazione avvenuta il 27 Ottobre. C'è poi un contratto in cui è compresa una sorta di pignoramento delle quote. Giove ha il diritto di voto ma potrebbe non averlo più se entro il 31 Dicembre non subentri alle garanzie fideiussorie della società. Per questi aspetti, però, non ci resta che attendere".

Incontri Fondazione-Giove mai tenuti. La cronistoria. "Il 7 Novembre, quando abbiamo nominato il Cda, avevamo sensazioni positive. Con Giove parlammo di tante cose, soprattutto del modo per far riavvicinare la tifoseria. Ma di lì in poi c'è stato una sorta di black out. La sera del 14 Novembre ci incontrammo allo stadio alla presenza anche di Volume, discutemmo di questioni inerenti al Taranto e in quell'occasione ci confidò di non essere soddisfatto della gestione attuale del settore giovanile e di stilare un piano. Lo facemmo e ci siamo ridati appuntamento per il 16 Novembre. Tutto saltò, avvisandoci poco prima per telefono. Rimandammo al 21 Novembre ma Giove preferì recarsi a Torino per vedersi Juventus-Barcellona. Allora posticipammo al 24 Novembre presso la nostra sede ma Giove ci chiamò annullando l'incontro per problemi di salute della moglie. Arrivammo al 28 Novembre, e nella sede della Fondazione venne tutto il nostro direttivo ad eccezione di Giove. Non ci rispondeva neanche al telefono, lo fece dopo molto tempo dicendoci che l'incontro andava prima confermato... Solo in quel momento, il 30 Novembre, diramammo un comunicato stampa dove chiedevamo chiarezza. Il nostro non voleva essere un attacco verso nessuno."

Piano sul settore giovanile. Sostegno racconta il "famoso" piano sul settore giovanile stilato dalla Fondazione. "Abbiamo buttato giù un progetto serio, con business plan, individuando costi e potenzialità. E' stato un lavoro abbastanza impegnativo. Abbiamo anche individuato tutti i ruoli chiavi, lasciando tutte le caselle vuote, permettendoci solo di suggerire il nome di Sergio Mezzina nel ruolo di responsabile generale. Per competenza, esperienza e professionalità, lo ritenevamo l'unica persona a poter ricoprire quel ruolo. Inoltre, eravamo riusciti anche a trovare alcuni sponsor per recuperare risorse e aiutare il presidente nei costi di gestione".

5 Dicembre: il giorno della rottura definitiva. "Dopo quel comunicato in cui chiedevamo chiarezza, chiesi a Casciaro di chiamare Giove per capire quando poterci incontrare. In tutta sincerità, era meglio non aver fatto quella telefonata, visto i contenuti che ritengo tuttora molto offensivi. Ci disse testualmente, 'io adesso finirò la stagione e poi chiederemo a tutti o io o la Fondazione, anche portando i libri in tribunale'. Tutto per quel comunicato che secondo lui non avremmo mai dovuto fare. Ma tra i tanti sproloqui, ci ha anche detto che noi avremmo fatto quel comunicato perchè gli abbiamo chiesto il settore giovanile e lui non ce lo ha concesso. Cosa falsa, perchè noi non lo abbiamo mai preteso e anzi, decidemmo noi di lasciare la gestione nella scorsa stagione. Giove ci ha anche accusato di non essere dei tifosi e su queste questioni di mangiarci anche sopra. Insomma, questa telefonata è stata importante per farci aprire gli occhi sul tipo di personaggio con cui avevamo a che fare. I rapporti si sono allora interrotti. Addirittura abbiamo saputo dell'accordo con l'Associazione Suerte dalla stampa, mentre in qualità di consiglieri di amministrazione, lo avremmo dovuto sapere con altre vie".

La Fondazione si dimette dal Cda del Taranto. "Abbiamo deciso che i due rappresentanti della Fondazione presenti nel Cda si dimetteranno in maniera irrevocabile. Non ha più senso la nostra presenza in quel Cda, perchè il presidente non gode più della nostra fiducia. Inoltre, vogliamo togliergli ogni tipo di alibi. O lui o la Fondazione? Ce ne andiamo noi, il bene supremo rimane solo il Taranto. Alla poltrona non ci teniamo..."

Ma lo strappo è ricucibile? "Se si facesse un passo indietro, saremmo ben contenti. Non abbiamo posizioni preconcette contro Giove. Basta fare chiarezza su quello che sta succedendo. Ma non dipende da noi purtroppo...".

Situazione poco chiara, ecco perchè. "Non comprendiamo bene le modalità del subentro. Non c'è nessun imprenditore che acquista delle quote societarie senza una verifica seria, senza chiedere informazioni al commercialista e senza fare un minimo di due diligence. In tutta sincerità abbiamo qualche perplessità e siamo preoccupati. O Giove ha una potenzialità economica devastante da non importarsi minimamente su quanti siano i debiti oppure c'è qualcosa che non mi spiego. A Novembre sono anche saltate 4 rate della rateizzazione con il Fisco, cosa che non accadeva con la vecchia gestione. Poi un socio che subentra, porta con sè tutto il suo staff, cosa che Giove non ha fatto. Il suo unico uomo di fiducia è Volume. Sono tante le cose che non capiamo e ce le potrebbe spiegare solo lui in una conferenza che però, purtroppo, ancora non fa..."

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