OTTAVI DI FINALE

Rimpianto Atletico, spettacolo tra Benfica e Ajax

João Félix illude i colchoneros che si fanno raggiungere dallo United, al Da Luz doppio botta e risposta con l'Ucraina sullo sfondo
   Armando Torro

23 Febbraio 2022 - 23:40

Tempo di lettura: 5 minuti

Due pareggi per chiudere il quadro delle gare di andata degli ottavi di finale, due pareggi che fanno capire quanto sia equilibrata quest'anno la Champions League e quanto possa incidere l'abolizione della regola dei gol in trasferta.
La partita più attesa del mercoledì sera europeo era certamente quella del Wanda Metropolitano, anche perché la più incerta sulla base dell'andamento nei rispettivi campionati di Atletico Madrid e Manchester United: di sofferenze e mancata consacrazione dopo la Liga vinta l'anno scorso per i colchoneros e di transizione con tanto di cambio di allenatore per i red devils.

Già perché dopo 11 anni Rangnick è tornato a guidare una sua squadra nella fase a eliminazione diretta della Champions e lo ha fatto in uno stadio caldo e pronto a fischiare a ogni tocco di palla il nemico numero uno, quel Cristiano Ronaldo che spesso e volentieri ha punito la squadra di Simeone nei derby, che l'ultima volta l'ha eliminata con una tripletta ma che in questa occasione ha toccato il pallone negli ultimi 25 metri solo per spedire alto un calcio di punizione ed è stato annullato da Giménez.
La sfida tutta tra portoghesi numeri 7 l'ha stravinta João Félix, finora il più deludente dell'Atletico in stagione, che dopo 7' di furore agonistico ha trasformato in gol il cross teso dalla sinistra di Renan Lodi con un colpo di testa in tuffo su cui il grande ex De Gea (prima volta da avversario) non ha potuto far nulla. Non solo il gol, ma anche strappi e dribbling che hanno costretto spesso i difensori in maglia blu a falli tattici e di frustrazione, anche se non adeguatamente puniti col cartellino giallo: frustrazione perché lo United ha avuto un possesso palla sterile e solo il terzo portoghese in campo, Bruno Fernandes, ha provato a combinare qualcosa, senza impensierire Oblak. Eppure la partita è rimasta in bilico perché i padroni di casa non hanno sfruttato le occasioni per andare in porta, su tutte il colpo di testa di Vrsaljko da due metri che è carambolato su Lindelof ed è finito sulla traversa sul finire del primo tempo.

Nella ripresa Rangnick ha sistemato tatticamente la squadra con Matić per l'evanescente Pogba e ha cambiato gli uomini sulle fasce, in particolare Elanga al posto di Rashford, anche lui molto in ombra. Mosse azzeccate quelle dell'allenatore tedesco perché i rojiblancos sono stati meno pericolosi e al minuto 80 da una rimessa laterale in attacco è arrivato il contropiede letale con la verticalizzazione di Fernandes per il nazionale svedese under 21 di famiglia camerunense che ha punito l'unico errore difensivo di Reinildo e al primo tiro in porta ha bucato Oblak, cosa che ultimamente succede troppo spesso all'Atleti. Poi certamente la fortuna non è stata dalla parte della squadra di Simeone perché il neoentrato Griezmann ha centrato la seconda traversa della serata sugli sviluppi di un calcio d'angolo a 5' dal fischio finale che consegna alla gara di ritorno all'Old Trafford del 15 marzo le sorti della qualificazione ai quarti.

Più movimentato, non solo per le questioni strettamente sportive, l'altro match di serata, quello tra Benfica e Ajax al Da Luz: con due squadre votate entrambe all'attacco e al ribaltamento rapido delle azioni era lecito aspettarsi gol ed errori difensivi. Le aspettative sono state confermate grazie a una partenza spedita degli ospiti col tridente Antony-Haller-Tadić e proprio il serbo ha aperto le marcature al 17' con un piattone di destro (come per il connazionale Vlahović teoricamente il piede debole) di controbalzo sul palo lontano, mentre l'ivoriano è stato per una volta sia croce che delizia dei lancieri. Prima croce quando al 25' ha deviato nella propria porta un tirocross rasoterra di Vertonghen in occasione del primo calcio d'angolo conquistato dai padroni di casa, delizia quando solo 4' più tardi ha ribadito nella porta giusta la respinta di Vlachodimos dopo il primo tentativo sul lancio di Blind e poi ancora croce quando non è riuscito nel tap-in da tre metri dopo il palo colpito da Martínez.
Il tris fallito dal capocannoniere della Champions ha ridato speranza al Benfica e in particolare a Everton e Gonçalo Ramos che, imbeccato da un incontenibile Rafa Silva, hanno fatto tremare Pasveer, salvato nell'ultima occasione da Timber. Ma proprio una ridicola simulazione del difensore olandese al limite dell'area portoghese al 72' ha dato l'avvio al contropiede del 2-2 concretizzato dalla respinta centrale di Pasveer sulla bordata dai 25 metri di Ramos e dal tap in di testa di Yaremchuk.

A quel punto è arrivato il fuoriprogramma con l'ucraino che si è tolto la maglia del Benfica e ha esultato mostrando e baciando più volte sotto la curva il tryzub (il tridente) grigio stampato sulla maglietta nera: un messaggio di natura politica perché quello stemma rappresenta non solo l'Ucraina ma anche le forze armate della sua nazione e la Uefa teoricamente vieta proprio l'utilizzo di simboli politici.
Non solo, perché nel giro di 180" l'attaccante 26enne di Leopoli ha rischiato di fare la doppietta e dare la vittoria ai portoghesi, solo che è stato anticipato da Timber, stavolta al posto giusto, e nel finale ci sono stati attimi di tensione tra Antony e Núñez: alla fine il 2-2 è parso il risultato corretto, con un pizzico di rimpianto in più per l'Ajax che avrà comunque la possibilità di giocarsi alla Johann Cruijff Arena l'accesso ai quarti di finale che mancano da 3 anni.

Atletico Madrid-Man. Utd 1-1
João Félix 7' (A); Elanga 80' (U)
Benfica-Ajax 2-2
Tadić 18' (A); Haller a 26' (B); Haller 29' (A); Yaremchuk 72' (B)




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