CHAMPIONS LEAGUE

Rabbia Milan a San Siro, delusione Inter contro lo Shakhtar

Çakir favorisce la rimonta dell'Atletico Madrid, i nerazzurri sbattono su Pyatov e sulla traversa. Primo gol di Messi col Psg
   Armando Torro

28 Settembre 2021 - 23:30

Tempo di lettura: 6 minuti

Perdere per un gol al 97' fa male, perdere perché quel gol è su rigore fa ancora più male, perdere perché quel rigore è inesistente fa gridare vendetta.
È la sensazione che ha avuto il Milan al triplice fischio di Çakir che ha decisamente rovinato il ritorno della Champions League nella San Siro rossonera dopo 2778 giorni, ancora contro l'Atletico Madrid.

È arrivata ancora una sconfitta, ma stavolta la storia poteva essere molto diversa. Perché per mezz'ora la squadra di Pioli ha dominato i campioni di Spagna con carattere e aggressività, soprattutto con i due uomini più in forma in questo momento della stagione, Díaz e Leão capaci di farsi trovare tra le linee, puntare e saltare l'avversario.
E se ci è voluto un super Oblak per fermare Rebić lanciato a tu per tu dallo spagnolo, sul corner successivo l'assist con dribbling incorporato del 10 per Leão si è tramutato nel gol del vantaggio grazie alla rasoiata all'angolino del portoghese passata sotto le gambe di Giménez.
Il dominio del Milan si è interrotto a causa di due falli evitabili di Kessié su Llorente, fermato in contropiede prima e calpestato sulla caviglia poi, che hanno restituito due gialli all'ivoriano - il quale in queste partite di Champions non ha dimostrato di valere gli 8 milioni annui di ingaggio chiesti per il rinnovo - e l'inferiorità numerica ai rossoneri. Eppure la squadra di Pioli è rimasta tonica con gli aggiustamenti tattici, come l'ingresso di Tonali per Rebić e la scalata di Leão come unica punta: proprio il 17 ha rischiato di far venire giù San Siro con una rovesciata dal rinvio di Maignan che ha centrato la parte bassa della traversa, poi l'azione è stata fermata per la segnalazione di un fuorigioco inesistente dello stesso attaccante.

Nel frattempo Simeone ha ridisegnato il suo Atletico con João Félix già al 30', trovando sul finire del primo tempo l'occasione con Suárez, poi all'intervallo ha inserito Lodi e De Paul, nel tentativo di schiacciare il Milan disposto con un 5-3-1 a inizio ripresa: la differenza nel gioco l'hanno fatta i cambi e il calo dei rossoneri, con Pioli che ha tolto i due migliori in campo (nel tentativo di tenere il pallone con Giroud) mentre il Cholo ha aumentato la potenza offensiva con Griezmann e Lemar.
Maignan ha parato quel che ha potuto e Tomori è stato perfetto respingendo praticamente ogni pallone passato dalle sue parti, ma era evidente che il castello difensivo sarebbe crollato. Fatali le due disattenzioni di Florenzi appena entrato e soprattutto di Romagnoli: il capitano in scadenza ha lasciato tempo e spazio a Griezmann per la girata al volo dell'1-1 al minuto 84. Proprio loro due hanno creato le due successive occasioni per il possibile nuovo vantaggio milanista,  ma al 3' di recupero ecco il fattaccio, il rigore fischiato per un fallo di mano di Kalulu (appena entrato anche lui) nel contatto ravvicinato con Lemar. Peccato che il francese dell'Atleti avesse portato avanti precedentemente il pallone con la sua mano, provocando il tocco del rossonero, e che nessuno lo avesse visto, nemmeno il Var Kalkavan che ha confermato la decisione di Çakir nonostante diversi replay a disposizione e 3' di pausa. Così dal dischetto Suárez ha beffato Maignan calciando centrale e fintando il cucchiaio per il 2-1 definitivo degli ospiti su un Milan furioso a fine partita col fischietto turco.

Ora per la squadra di Pioli la strada è decisamente in salita, dovendo vincere entrambe le sfide contro il Porto sperare in un aiuto del Liverpool contro l'Atletico. Anche perché, come prevedibile, i Reds hanno schiantato 5-1 i Dragões a domicilio con le firme dello storico trio Salah-Firmino-Mané.
Ma se per il Milan questa situazione dopo due giornate poteva essere messa in preventivo, quello che sta succedendo nel gruppo dell'Inter assolutamente no.

La prima "colpa" è proprio dei nerazzurri che nel pomeriggio hanno pareggiato 0-0 per la terza volta consecutiva contro lo Shakhtar Donetsk, pur con le facce nuove di Inzaghi e De Zerbi in panchina. A Kiev hanno creato qualcosina in meno rispetto a un anno fa, trovando ancora una squadra attenta nella fase difensiva che ha comunque creato un paio di grattacapi con le folate in avanti. Cambiando gli elementi in campo e in panchina, il risultato però non è cambiato: stavolta la traversa l'ha centrata Barella con un gran destro dalla trequarti, Dzeko si è divorato il gol del vantaggio spedendo alto da due passi al 34' e Martínez lo ha imitato a inizio ripresa, mentre le parate decisive negli ultimi minuti le ha fatte il 37enne Pyatov con due tuffi nel giro di 40" sul destro di Correa verso il secondo il palo e sulla zuccata di De Vrij dal successivo calcio d'angolo.
Vedere l'Inter a 0 punti e a 0 gol segnati in due partite, nonostante le occasioni nitide create siano state più di 10, fa capire che la Champions League è un'altra cosa rispetto al campionato e che i piccoli dettagli possono fare la differenza e stravolgere l'andamento della competizione. Per esempio nessuno avrebbe pronosticato il primo posto nel girone dello Sheriff Tiraspol e la vittoria al Bernabéu contro il Real Madrid, invece l'impresa della cenerentola proveniente dalla Moldavia (meglio, dalla Transnistria) è la prima bella storia di questa edizione di Champions. A Madrid hanno pianto prima Yakhshiboev (di gioia) nel primo tempo e soprattutto i blancos, che come l'Inter hanno sprecato tanto, al 90' con il 2-1 firmato con un gran sinistro in controbalzo di Thill. Inutile per il risultato il momentaneo pareggio su rigore di Benzema, unica volta in cui Athanasiadis non è arrivato sul pallone, ma utilissimo ai fini statistici: l'attaccante della nazionale francese è andato a segno in 17 edizioni diverse della Champions League, nessuno ha fatto meglio di lui.

Chi non ha pianto, ma almeno si è tolto un peso è stato Messi che nella sfida stellare tra Paris Saint Germain e Manchester City ha illuminato il Parco dei Principi al 74' quando ha chiuso la triangolazione con Mbappé (tacco del francese) come sa fare: sinistro morbido sotto l'incrocio dei pali dove Ederson non poteva arrivare, così, tanto per fare un altro dispetto a Guardiola. Al debutto in Champions, Donnarumma si è disimpegnato piuttosto bene (strepitoso su De Bruyne e Mahrez) ed è stato graziato da Bernardo Silva che è riuscito a centrare la traversa da un metro dopo quella colpita da Sterling sull'1-0 per i padroni di casa, a segno con Gueyé dopo 7'.
A completare la serata la sorprendente vittoria esterna del Bruges in rimonta sul Lipsia - in questo momento i belgi sono primi insieme al Psg - e quelle del Borussia Dortmund e dell'Ajax (quinto gol in due partite per Haller) rispettivamente contro Sporting Lisbona e Besiktas che stanno indirizzando decisamente il gruppo C.

Psg-Man. City 2-0
Gueyé 8', Messi 74'
Lipsia-Bruges 1-2
Nkunku 5' (L); Vanaken 22', Rits 41' (B)
Porto-Liverpool 1-5
Salah 18',60', Mané 45' (L); Taremi 74' (P); Firmino 77',81' (L)
Milan-Atletico Madrid 1-2
Leão 20' (M); Griezmann 84', Suárez r 97' (A)
Ajax-Besiktas 2-0
Berghuis 17', Haller 43'
Bor. Dortmund-Sp. Lisbona 1-0
Malen 37'
Shakhtar D.-Inter 0-0
Real Madrid-Sheriff Tiraspol 1-2
Yakhshiboev 25' (S); Benzema r 65' (M); Thill 90' (S)


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