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Armando Torro |
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Ben 24364 spettatori paganti: questo fu l'effetto provocato dalla Juventus di campioni come Tacconi, Casiraghi, Di Canio e Baggio allo Iacovone. Era il 12 settembre 1990, si giocava il ritorno del secondo turno di Coppa Italia e il Taranto aveva perso l'andata al Delle Alpi per 2-0. I bianconeri non avevano a disposizione Schillaci, forse il più atteso tra gli ospiti, ma erano convinti di poter ripetere senza affanni il risultato ottenuto una settimana prima con le reti di Baggio e Casiraghi.
E così sembrava perché la squadra di Maifredi si portò in vantaggio al 23' grazie al tap-in di Alessio su distrazione della difesa rossoblù e incertezza di Spagnulo, che si rifece pochi minuti dopo sullo stesso centrocampista offensivo e sul giovane Corini col tiro da fuori. Furono i primi segni della riscossa tarantina: dallo scampato pericolo per il raddoppio al pareggio firmato da Turrini al 43' bravo a freddare Tacconi in uscita e a far esultare tutto lo Iacovone.
Ma per tenere il risultato servirono ancora le mani di Spagnulo in avvio di ripresa: il portiere grottagliese salvò sul tiro a botta sicura di Orlando. Il tutto prima della grande occasione di Giacchetta in contropiede fermato da Tacconi, che cacciò in gola l'urlo dei 24mila rossoblù. Esplosione rimandata di quattro giri di lancetta: al 76' gran punizione di Brunetti e palla all'angolino basso alla destra di Tacconi che non potè nulla. Addirittura il discorso qualificazione poteva tornare in discussione perché Insanguine e Clementi andarono vicinissimi al 3-1. Niente passaggio al terzo turno di Coppa Italia, ma grande gioia dei tifosi che iniziarono a sognare la Serie A (la B si concluse con un onorevole nono posto), ma soprattutto per la vittoria sulla squadra detentrice della Coppa Uefa e dello stesso trofeo nazionale, che per bocca del suo allenatore Maifredi doveva praticare un "calcio champagne".
Bene, 29 anni fa non si vide nulla di quanto predicato, se non un fisiologico predominio territoriale per il tasso tecnico superiore dei bianconeri sui ragazzi di Nicoletti. Anzi, rimane celebre la sfuriata del bianconero negli spogliatoi dello Iacovone: forse il primo vero campanello d'allarme per la disastrosa stagione juventina, senza trofei conquistati e senza accessi alle coppe europee dopo 28 anni (settimo posto in classifica), culminata con le dimissioni di Maifredi alla penultima di Serie A.
Nessuno all'epoca, prima del fallimento, poteva pensare che quella di 29 anni fa sarebbe stata l'ultima vittoria del Taranto contro una grande squadra italiana.
Almeno fino a Taranto-Roma del 2 settembre 1992 lo Iacovone non fu così pieno per un appuntamento importante contro una big (compresa la successiva amichevole a maggio 1991 sempre con la Juve) e l'incasso oggi fa rabbrividire: 459 milioni di lire. Cifre e gesta che oggi saranno difficili da vedere, soprattutto veder calcare il manto erboso dello stadio a un futuro Pallone d'Oro... e poterlo battere.