TARANTO FC

La Curva Nord emoziona tutta Italia... e non è la prima volta

Il coro dedicato a Nadia Toffa ha fatto il giro dello Stivale, come in altre occasioni
   Armando Torro

21 Agosto 2019 - 11:41

Tempo di lettura: 3 minuti

“Tu, solamente tu, non aver paura, non sarai mai sola. Io t’amo, io t’amo”. “Che sarà sarà, per sempre con te sarem, ovunque ti seguirem, che sarà sarà”. Sono cori da stadio abbastanza diffusi, ripresi da altrettanto famose canzoni di Fausto Leali e Doris Day. Vengono cantati per sostenere la squadra ed esaltare l’amore per la maglia, per i colori: poche volte sono dedicate a una persona specifica, come da intento originario degli autori. Ma Taranto ha avuto e ha un legame particolare con Nadia Toffa, da quando l’ex Iena si è spesa con servizi, interviste e incontri tra la gente che soffre per i tumori causati dai veleni dell’Ilva, soprattutto dal lancio della maglietta “Ie jesche pacce pe te!” creata dagli Amici del Minibar dei Tamburi che ha dato vita al reparto oncologico pediatrico all’Ospedale Santissima Annunziata.
La cittadinanza onoraria conferita alla Toffa ha fatto il resto e la Curva Nord ha voluto sottolineare anche dopo i funerali della “iena” che certi legami non li può cancellare neanche la morte. Sarà per questo che le gigantografie, gli striscioni e quei cori spontanei cantati durante il blackout allo Iacovone nel corso della Raffo Cup hanno fatto il giro dello Stivale e il video suggestivo è stato pubblicato da diverse testate nazionali, come Studio Aperto.

Eppure la cosa non dovrebbe stupire più di tanto: negli ultimi 5 anni tra Serie D e Serie C i tifosi di tutta Italia hanno apprezzato la presenza costante allo stadio (considerata anche la capienza ridotta) dei gruppi ultras e dei supporters rossoblù. Basta pensare a “Te lo dico con la voce, te lo dico con amor, rossoblù sono i colori che per sempre sosterrò…” sulla base di “Me lo dijo una gitana” dei Katunga, resa celebre oltreoceano dagli hinchas del San Lorenzo de Almagro: in Italia a marzo 2015 c’è stato il boom di questo coro che 10mila scalmanati cantavano per le partite di Serie D ed è arrivato a essere condiviso da un numero 100 volte superiore di tifosi e utenti del web, tanto da meritare un paio di servizi sui tg sportivi nazionali.
Poi come dimenticare nello stesso periodo lo striscione “Taranto” su sfondo rossoblù che campeggiava fino alle partite di playoff e la storia di Ilario Michele Ricci e suo padre durante l’incontro di Europa League contro il Napoli, con il ragazzo che ha visto Taranto-San Severo in Curva Nord il 18 ottobre 2015? La considerazione è stata tale da scomodare la pagina Facebook ufficiale della Serie A e quelle più rappresentative degli ultras, con immancabili articoli e servizi su testate sportive nazionali anche in quei casi.

A tutte queste iniziative si sono sempre aggiunti i commenti di tifoserie anche rivali che comunque riconoscevano la Curva Nord capace di un “tifo da Serie A” e il classico “Non meritate questa categoria”. Ecco, fa bene sentirselo dire dagli altri, ma a un certo punto sarebbe davvero ora di lasciare la D e confermare le attese e gli attestati di stima.

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