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Maria D'Urso |
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Tempo di lettura: 5 minuti
C’era una volta... il calcio.
Sì, proprio lui. Lo sport che viene osannato in tutte le parti del mondo, per cui la gente piange davanti al televisore e i cui giocatori vengono trattati come dei scesi in terra.
Bene, è esattamente tutto quello che io non ho mai capito, e che, dopo ventisette primavere, mi accingo a conoscere.
Perché? Sarebbero tanti i motivi per cui lo faccio, ma non sono qui per parlare di me, piuttosto partirò dall'unica motivazione per cui mi “batto”da sempre, ossia: dire BASTA agli STEREOTIPI di genere.
“Il calcio non è uno sport per signorine”. Partiamo da questa famosa affermazione, che fu pronunciata dall'allenatore del Milan Guido Ara durante un'intervista, nella stagione 1940/41 e su cui, ciliegina sulla torta, lo stesso mister ci scrisse un articolo.
Sappiamo tutti che all'epoca erano tempi difficili per le donne, che fino agli anni '60 sono state schiave di un sistema esclusivamente maschilista. Per quanto mi piacerebbe difendere a spada tratta (anche qui) i miei principi sull'emancipazione femminile, piuttosto, trattare di calcio sarà la mia risposta a quella frase che considero sessista e offensiva.
Io, che non credo alla pace nel mondo e che non spero di trovare una pentola piena di monete d’oro alla fine dell’arcobaleno, invece credo che lo sport non abbia “sesso” e ve lo dimostrerò in questa rubrica (nonostante le nostre azzurre lo dimostrino già bene!).
Dunque... si parta dal principio e... mettiamoci in gioco!
Regola 1: Il calcio è uno sport di squadra che si gioca 11 contro 11, con una palla rotonda in un campo rettangolare con due porte.
Undici? Davvero? Non ci avevo mai fatto caso prima d’ora! Ma perché proprio undici?
Mi piacerebbe tanto deliziarvi parlando dei miei amati greci e latini, ma (purtroppo per me) il calcio moderno affonda le sue radici nel XIX secolo in.. udite, udite, Inghilterra! Già, discende dal football inglese! Sinceramente, da ignorante non avrei mai pensato che i britannici c’entrassero qualcosa con questo sport. Si narra che i ragazzi che frequentavano i college d'élite inglesi, avevano la consuetudine di riunirsi, alla fine delle lezioni, nei cortili dell’università per giocare fra loro. Dieci era il numero dei corsisti più uno, il loro professore, che da bravo “capitano” coordinava il gioco.
Ogni squadra dell’università giocava in base a delle regole proprie, cosicché nel 1848 nell'Università di Cambridge si decise di stilare delle regole uniche per tutte le squadre, le prime regole di calcio o le “Regole di Cambridge” che distinsero lo sport nascente dal rugby.
Il resto venne da sé. La prima città ad avere una sua squadra ufficiale fu la città di Sheffield, la Sheffield FC con il suo fondatore Nathaniel Creswick, che insieme a William Prest stilò altre regole che si aggiunsero alle precedenti. La città di Sheffield può considerarsi davvero la madre del calcio moderno: qui si disputò la prima competizione ufficiale, la Youdan Cup, che fu vinta dalla seconda squadra di calcio fondata nella storia, l’Hallam FC. Era il 26 ottobre 1863 quando a Londra, presso la Free Mason's Tavern, venne fondata la Football Association, la prima federazione calcistica nazionale che unificò definitivamente il regolamento.
Ma tornando a noi, queste influenze inglesi si diffusero in Europa e nel mondo, e quindi arrivarono anche in Italia, ufficialmente nel 1893: è il Genoa a rivendicare il diritto di primogenitura, anche se altre testimonianze attestano il primato alla città di Torino e al suo importatore del football in Italia, dopo una trasferta di lavoro inglese: Edoardo Bosio. A formare le squadre nascenti italiane furono per larga parte i Licei Ginnasi. Alcuni nomi? 1897 gli allievi del Liceo Massimo D’Azeglio formarono la Sport Club Juventus, con Eugenio Canfari come presidente, nel 1898 il Palermo fondata dall’inglese Joseph Whitaker, nel 1900 nacque la Società Podistica Lazio, il Messina Football Club nel 1901 e il Torino Football Club nel 1903. Sulla scia della Football Association nacque la F.I.F l’acronimo di Federazione Italiana del Football in Italia nel 1898 a Torino, che dal 1909 divenne la Federazione Italiana Giuoco Calcio (F.I.G.C.).
E il nostro primo campionato? Quando si disputò? Esattamente in un giorno! L'8 maggio del 1898 infatti al Velodromo Umberto I di Torino con la partecipazione di quattro formazioni (F.C. Torinese, l'Internazionale, il Genoa e la Società Ginnastica Torinese): il Genoa prevalse nella partita finale per 2 reti a 1, dopo i tempi supplementari, aggiudicandosi il primo titolo italiano.
Dunque, formate le squadre, e stilate anche le regole in Italia mancava comunque qualcosa e siccome gli italiani hanno il calcio nel sangue e la prontezza nel seguirlo, intuirono subito che serviva una squadra nazionale (alla faccia della lentezza con cui ci siamo uniti solo 800 anni dopo per formare il primo Regno D’Italia). Nel 1910 nacque la Nazionale Italiana degli Azzurri, e alcune fonti dicono che il colore sia stato scelto in onore alla casata dei Savoia. Il resto? Naturalmente è storia.
Dunque, undici giocatori (ventidue in tutto) un pallone e un campo rettangolare.
Bene, per ora sembra facile.