LE VOCI DI MRB.IT

'La Cultural Intelligence nel calcio' di Guglielmo Maria De Feis

'Due Calci in Libreria', dalla rubrica di Angelica Grippa
   Angelica Grippa

30 Marzo 2020 - 19:07

Tempo di lettura: 3 minuti

Questo libro si propone di spiegare in modo esaustivo la comunicazione interculturale nel mondo del calcio. La globalizzazione all’interno dello sport più diffuso a livello planetario, ricopre ormai un ruolo sempre più centrale. Se pensiamo che i dati ufficiali, parlano di 211 federazioni nazionali affiliate alla FIFA, con oltre 200 milioni di calciatori praticanti ne comprendiamo a pieno la portata. Il sistema calcio oggi rappresenta il quarto stato del mondo per popolazione.

L’analisi che viene proposta, evidenzia quanto la cultura influenzi in ogni settore questo sport, da come si perde una partita a come si reagisce in campo sino a alla gestione dello spogliatoio. Le ragioni che si celano dietro le differenze culturali sono importanti, anche per comprendere tutte quei meccanismi che a volte non funzionano all’interno del calcio. Si esplicano in modo esaustivo le dimensioni culturali, partendo dall'identità che pone il confronto tra l’approccio individualista e quello collettivo. Ci si interroga sul ruolo dell’autorità, vi sono culture che producono di più è meglio, con una bassa distanza dal potere, mentre altre che funzionano esattamente nella maniera contraria. Elemento importante è anche la predisposizione che ogni essere umano ha al rischio, nelle società ben strutturate il rischio e l’incertezza possono costituire delle componenti di forte destabilizzazione.

Tutto questo ha delle radici storico culturali. Anche il raggiungimento degli obiettivi ha delle componenti che variano in base alla zona geografica, l’alto grado di competizione molte volte sacrifica la cooperazione che ricopre un ruolo fondamentale in quelle culture dove l’essere ‘insieme’ è tutto. Anche la visione del tempo ha il suo ruolo, vi sono culture in cui tutto appare programmato, dove le scadenze vanno rispettate ad ogni costo, e altre come quelle arabe, in cui il concetto di tempo appare ‘relativo’ al cospetto della dimensione europea. I punti più interessanti sono rappresentati dalla comunicazione, che nel calcio può essere diretta o indiretta, e dalla differenza sostanziale tra culture del ‘fare’ e quelle dell’’essere’.

Secondo una visione antropologica anche il calcio ha la stessa struttura e si basa sugli stessi principi di un vero insieme culturale. De Feis divide il mondo in dieci diversi insiemi, analizzandone le caratteristiche calcistico-culturali : l’insieme anglo-americano dove sono importanti individualismo, collettivismo e bassa distanza dal potere; quello nordico con alla base il principio di cooperazione; l’insieme germanico dove nessun valore ha un predominanza, e verso il quale il calcio ha un debito immenso per il valore prodotto; l’insieme dell’est-europeo, il più variegato che vede militare popoli anche molto diversi fra loro; il gruppo latino-europeo con un paternalismo che affonda le sue radici all’epoca dell’Impero Romano, l’insieme latino-americano che detiene gli stessi valori del precedente ma riesci ad elevarli all’ennesima potenza.

Troviamo poi i gruppi più distanti da noi, quello confuciano, quello arabo, del sud dell’Asia e dell’Africa Sahariana. Si sottolinea il valore del rispetto per le culture altrui, solo così si può gestire un gruppo altamente interculturale. Il calcio non poche volte inciampa nella totale mancanza di attenzione di queste componenti, che porta ai tristi fatti che leggiamo nelle cronache sportive, come i nauseanti episodi di razzismo alla quale quotidianamente assistiamo.

L’obiettivo fondamentale dello studio è l’affermazione della mancanza di superiorità di una cultura rispetto alle altre, l’asserzione che ogni cultura ha le sue ragioni e la sua ‘intelligenza’. Il tempo, il meteo, le ragioni storiche e tante altre motivazioni antropologiche hanno creato queste realtà particolari che costituiscono una risorsa, che nel mondo ibrido del calcio dev’essere valorizzato oltre a costituire un esempio per il panorama mondiale. Se è vero che il calcio ha accelerato anche in modo forzato il processo di globalizzazione, è anche vero che può costituire un esempio concreto, di integrazione e rispetto culturale.

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