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Il terzo incomodo

'L'humus in fabula', rubrica di Marcello Fumarola
   Marcello Fumarola

19 Settembre 2018 - 12:28

Tempo di lettura: 6 minuti

Il Taranto di Panarelli è "bello a metà"; non fa la differenza, come invece accade sui prezzi dei biglietti (leggermente diverso in difetto, infatti, il prezzo segnato sul biglietto rispetto a quanto effettivamente pagato sia in curva che in gradinata). E visto che parleremo di chiarezza, magari qualcuno potrebbe chiarire questo aspetto che avrà sicuramente un suo perché; basterebbe informare adeguatamente.

La vittoria non è quindi arrivata, nonostante l'inizio più che incoraggiante; soprattutto per Favetta che, in pochi minuti, coglie un palo e realizza un gol, rispedendo al mittente le pressanti richieste di un "vero" bomber. Nel secondo tempo, però, si spegne la luce e il Taranto paga il non aver inferto il colpo del Ko all'intontito Bitonto della prima frazione; che si riorganizza, prende il sopravvento dal punto di vista fisico e tattico, raggiunge il pari e, alla fine, spreca anche l'occasione di espugnare lo Iacovone. Tra i rossoblu ed i primi 3 punti del campionato c'è quindi il Bitonto a fare da terzo incomodo.

Al rientro negli spogliatoi piovono fischi, a mio avviso ingiustificati; credo infatti serva equilibrio nei giudizi; per chi era scettico sulla competitività della squadra, poco cambia con questo risultato, ma sentire ora, dai più accaniti "aficionados" e dopo soli 90 minuti, che ci manca un difensore che sappia impostare, un centrocampista di regia, un attaccante e non so più cos'altro, mi pare sinceramente inverosimile; e se domenica fossimo in vetta dopo una bella vittoria a Sarno cosa si leggerebbe?... Che siamo di nuovo una corazzata?

Panarelli a fine gara ha parlato di calo fisico; per un gruppo partito due mesi fa in ritiro, sentir parlare di problemi di preparazione rappresenta una chiara frecciata a Cazzarò ed al preparatore atletico Rizzo. Poco elegante, a dire il vero, ma quel secondo tempo in costante affanno sembrerebbe avvalorare la tesi del mister, del quale mi sento di condividere la disamina sul campionato: come si fa infatti ad essere cosi disfattisti e trarre qualsivoglia conclusione definitiva, dopo una sola giornata?

E' vero che se il Cerignola fa subito la voce grossa e se butti l'occhio ai risultati di Bari ed Avellino (assemblate e partite in ritiro solo pochi giorni fa), lo scoramento arriva fisiologico e porta altresì ad un'attenta riflessione (che non faremo ora).

Sin qui il calcio (poco) giocato, ma siccome dalla società si è parlato di un Taranto che possa diventare un "palazzo di vetro trasparente", con estremo gaudio scrivo che, in tal senso, si sfonda un "portone aperto" perché la chiarezza è da anni (come da foto) una nostra esigenza, una richiesta spesso, se non sempre, rimasta inascoltata.

Perché c'è puntualmente un terzo incomodo ad impedire l'effettiva "trasparenza" nella gestione del pallone a Taranto. In particolare, con questa società, la poca chiarezza ha origini da una preannunciata conferenza nella quale il neo presidente avrebbe presentato il suo staff; rinvio su rinvio, non c'è stata più alcuna conferenza e, a parte il fido Montella, non è stato costituito alcuno staff.

Poca chiarezza anche nella gestione della figura del direttore sportivo Luigi Volume, difeso nella tempesta e defenestrato in un momento di calma quantomeno apparente; qualche incomprensione anche sul ripescaggio, con il dg che parla di una società pronta a tutto, mentre il presidente dichiara di non essere assolutamente disponibile a versare il fondo perduto. Incomprensione e scarsa chiarezza anche sull'acquisizione di un nuovo ds: Montella lo preannuncia "dopo la Cavese", ma il giorno dopo il presidente dichiara di non volersi affidare alla figura di qualsivoglia direttore sportivo. Chiaro, no?

Terzo incomodo si è rivelato anche Raffaele Sergio, collaboratore esterno più volte annunciato per poi essere rinnegato, probabilmente a causa di... Tripoli (e stavolta Salvini non c'entra proprio nulla...).

Terzo incomodo è diventata anche la signora Tita Motolese che, dalla gestione del settore giovanile e quale membro del Cda, interrompe bruscamente il suo rapporto con il Taranto subito dopo la presentazione della campagna abbonamenti; anche qui la tempesta dopo la quiete. "Si parte in ritiro con almeno 5 juniores delle giovanili rossoblu", disse Montella in una intervista a MRB, ma poi c'è stata la diaspora di molti "giocatori locali" che han fatto posto ad altri under "esterni"; questa ed altre situazioni di natura etico/organizzativa sembrerebbero aver causato la fine dell'idillio con la Asd Suerte. Conseguentemente molto chiara anche la situazione del settore giovanile con il presidente che dapprima annuncia di poter iscrivere la sola juniores ma poi "inquadra" meglio la situazione e rilancia il progetto.

Stesso trattamento riservato a Volume è poi toccato a Michele Cazzarò, difeso a spada tratta contro tutto e tutti per poi essere esonerato a 2 settimane dall'inizio del campionato. Idee chiare?... Giudicate voi.

Terzo incomodo pare essere anche quella tifoseria ribelle che osa andare oltre il biglietto pagato con tanto di salamelecco incorporato. Soprattutto sui social, occhi aperti chèe un infamone in agguato... lo trovi sempre.

Tifoseria (tutta) che dovrebbe essere rappresentata da un ulteriore terzo incomodo, in società, ovvero l'obliata Fondazione che, però: sul lato tecnico non si può pronunciare, sui bilanci (vigilare sui quali sarebbe compito precipuo) nulla è dato sapere o, più realisticamente, meglio non si sappia nulla. Non parliamo del ruolo di tutela dei tifosi allorquando i prezzi dei biglietti aumentano rispetto a quanto preannunciato in sede di presentazione della campagna abbonamenti. Tutto nella norma. Al contrario si saluta con soddisfazione il ritorno delle radiocronache; per la serie "altri soci da tutelare" quantomeno... finché la barca va. L'ultimo sussulto lo abbiamo registrato sulla questione logo; da lì in avanti un perdurante silenzio/assenso e "carsunidde" in pineta... tutto l'anno. Aveva ragione Renato quando cantava: "il suo ruolo mi spieghi qual è?

Il terzo (non) incomodo potrebbe essere, come già scritto, il "Riva Indiano". In questo caso le sinergie con l'amministrazione comunale sono assicurate in quanto gli interessi coincidono. Air India cantavano i Pooh; ma qui l'aria è consumata e l'India, ad oggi, ancora troppo lontana. Quali sono, quindi, le prospettive? Per ora macinare punti e vittorie e poi trovare chi estingua il corposo debito perché (ECCO LA CHIAREZZA CHE SERVE) non credo che qualsiasi imprenditore (men che meno Giove) possa e voglia accollarsi una massa debitoria ormai ingestibile. È proprio questo aspetto che preoccupa in proiezione futura, anche perché il paziente "Signor Erario" potrebbe suonare al citofono di quel palazzo di vetro... prima o poi. Io non mi intendo di finanza, parlo più volentieri di un Taranto Calcio che non di un Taranto Marketing; ma spero che la chiarezza arrivi davvero ed arrivi presto, affinché su quel palazzo di vetro non ci si debba vanamente arrampicare; affinché quel palazzo di vetro non diventi un inferno di cristallo.

Per finire si sappia che il tifoso Tarantino ha sete... non solo di vittorie. In sinergia con il Comune (con il quale ci si era incontrati il venerdì per la presentazione delle maglia) i bar dello stadio andavano aperti o si doveva comunque trovare una soluzione alternativa per "dar fa bere agli assetati"; sia perchè si tratta di un problema anche di ordine pubblico ma soprattutto perché, ohibò, se non c'è da bere... la parmigiana... "non scende"!

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