Non alleni da qualche anno, sei ancora legato al mondo del calcio?
"Beh, penso proprio di sì, da qualche tempo infatti sono docente di tecnica calcistica a Coverciano, quindi sono rimasto nel mondo del calcio anche dopo aver finito di allenare".

Hai avuto una lunga carriera anche da calciatore, qual è il tuo rimpianto più grande?
"Il mio rimpianto più grande sono stati proprio gli infortuni. È un peccato perché ero sulla strada giusta, a penalizzarmi è stato il mio ginocchio ballerino che mi ha perseguitato lungo tutta la mia carriera".

Come giudichi il momento del calcio italiano anche alla luce delle partite di questi giorni?
"Penso di andare controcorrente, ci sono dei personaggi che pensano che il calcio italiano sia completamente andato a male, personalmente non sono di questo avviso. C’è un settore giovanile importante, chiaramente aspettiamo i suoi frutti che però non arriveranno adesso ma tra qualche annoi. Nella Champions ci siamo ancora con la Roma, che è riuscita a qualificarsi, chiaramente dispiace per la Juventus perché ha fatto una partita brillante ma il calcio è questo, e lo sappiamo bene, ed è inutile stare a recriminare successivamente".

Hai avuto una parentesi breve anche sulla panchina del Taranto, cosa ricordi di quella esperienza?
"La considero un’esperienza favolosa. La città, la gente, i tifosi, ho grandi ricordi di quell’anno e non posso che ricordarli con grande nostalgia. Ovviamente sempre forza rossoblu!".

Come giudichi il campionato de Taranto?
"Pur non seguendo costantemente il girone H, ho visto però che il Taranto è uscito da parecchie peripezie e sta concludendo bene il campionato. Ho un grande rammarico, vorrei vedere questa squadra, insieme a tutta la città di Taranto e ai suoi tifosi in campionati ben più ambiziosi e competitivi".