
Molinari (foto Barone)
Molinari (foto Barone)
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Alessandra Carpino |
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Tempo di lettura: 6 minuti
Cinque frecce che colpiscono al cuore l’avversario. Una metamorfosi obbligata quanto proficua. Il fresco dinamismo e gli spunti di classe della generazione del futuro. Un predominio costante, sintomatico di un riscatto della sconfitta, con tanto di prova incolore annessa, incassata sette giorni prima fra le mura amiche, ad opera del Manfredonia. E’ un Taranto “formato trasferta”, quello consegnato dall’avvio del giro di boa, coincidente con l’avvento del nuovo anno solare: “Campania Felix” per i rossoblu che, dopo aver espugnato il campo del Vico Equense, annichiliscono anche il Mariano Keller, rivelazione del torneo (molte le corazzate cadute sul sintetico della cittadina vesuviana), ospite indesiderata nell’avvincente festival del gol ionico.
Eppure l’allestimento della formazione tarantina era apparso quasi un rebus alla vigilia, complici le defezioni per squalifica del portiere Marani e dell’infaticabile pendolo della nevralgica Ciarcià, e del promettente Migoni, tradito da uno stiramento muscolare che lo costringerà ad un mese di stop. Aldo Papagni medita ed indovina, affidandosi al 3-4-1-2: un triplice debutto dal primo minuto di gioco coinvolge il baby portiere Masserano, il talentuoso D’Angelo schierato a ridosso delle punte ed un Caruso pragmatico ed ordinato a centrocampo. Per il resto, l’asse difensiva è composta da Riccio, Caiazzo e Prosperi, con Viscuso avanzato sulla corsia destra; Muwana si riappropria del ruolo di titolare in mediana e Balistreri vince il ballottaggio con Clemente per affiancare in attacco Hernan Molinari.
Già dalle prime battute, il Taranto dimostra di afferrare con maestria e saggezza tattica le redini dell’incontro, la cui evoluzione lo porterà a dilagare contro un Mariano Keller in giornata decisamente negativa, abulico e scarsamente propositivo, privo di idee. Tutto scivola facile, per la compagine di Papagni: manovra didattica e segreto che risiede nella funzionalità impeccabile delle fasce, che constano della rapidità e brillantezza del recuperato Viscuso a destra, quanto dell’esperienza e della duttilità di Mignogna a sinistra. I lampi di classe sono offerti dalla “linea verde”: D’Angelo e Caruso s’impongono in verticalizzazioni pulite ed ispirazioni precise per una batteria offensiva in stato di grazia. Danza argentina sotto il Vesuvio, in una terra, quella partenopea, che di genialità provenienti dal Sud del Mondo ne ha ammirate ed osannate parecchie: basta un’unica frazione di gioco affinché Hernan Molinari suggelli la sua prima tripletta con la casacca rossoblu, al cospetto di un nutrito gruppo di sostenitori accorsi dal capoluogo ionico.
Artefice di un vantaggio registrato al 13’, epilogo di una triangolazione eccezionale: Caruso ruba palla a metà campo ed accelera in progressione, sino ad aprire a beneficio di D’Angelo insistente sulla corsia mancina. Quest’ultimo pennella un cross appunto per la testa di Molinari che, appostato all’altezza del secondo palo, non perdona con uno stacco di testa perentorio. Immediatamente prima, due spunti per parte: al terzo giro di lancette, Muwana effettua un traversone per l’incornata di Balistreri, ostacolato nell’aggancio della sfera; all’11’, il capitano del Mariano Keller, Fragiello, prova a sorprendere la retroguardia ionica con un bel destro al volo che termina alto sulla trasversale. Privilegiato dalla marcatura, il Taranto persevera con Riccio il quale, dopo un batti e ribatti su esecuzione da corner, scocca un rasoterra dalla trequarti, parato a terra dall’estremo difensore di casa Napoli. I partenopei confidano nei calci piazzati: al 22’ è ancora Fragiello a tentare direttamente su punizione dal versante destro, ma il tiro rimbalza verso il fondo. Due minuti più tardi, il tacco di Molinari potrebbe ispirare Balistreri, ma la sua conclusione diagonale col destro si spegne alla sinistra di Napoli.
I rossoblu intuiscono le difficoltà dell’avversario sugli esterni e producono azioni fotocopia partendo dalla corsia mancina, evidentemente più vulnerabile: infatti, al 28’, Mignogna si allarga e confeziona un cross per la testa di D’Angelo, lesto sul versante opposto in area; la sfera sbatte sul corpo di Tommasini, che può correggerla in angolo. Alla mezz’ora, è ancora un Mignogna eclettico ed intuitivo ad accentrarsi e concedersi al dialogo stretto con Muwana: la conclusione mancina del franco-congolese svirgola però a lato. Il monologo rossoblu è però improvvisamente interrotto da un calcio di rigore accordato al Mariano Keller. Al 32’ Cicatiello effettua un traversone dalla destra, sul quale il baby Masserano esce; nel contempo, è Caruso ad ostacolare l’accorrente Fragiello. Proprio quest’ultimo spiazza dal dischetto Masserano e realizza così il temporaneo pareggio per la squadra dell’indimenticato Ciro Muro, ex attaccante rossoblu, nonché realizzatore di punta dell’ultima serie B disputata in riva allo Ionio.
Nemmeno il tempo di gioire, che gli alfieri di San Giorgio a Cremano si ritrovano a subire la rinnovata iniziativa degli antagonisti. E si scatena l’estro di Hernan Molinari. L’inarrestabile Mignogna è artefice di un’elegante imbucata dal limite verso di Viscuso, il quale favorisce con una sponda di testa l’argentino, abile a insaccare sotto porta col piatto destro al 37’. L’estasi della tripletta esplode appena tre minuti dopo, quando lo stesso Molinari si esibisce in un’acrobazia nel cuore dell’area, che non lascia scampo al portiere Napoli.
La ripresa s’inaugura con un’impennata d’orgoglio da parte dei padroni di casa, che tentano al 6’ con una conclusione di Noviello dal limite, parata da Masserano, e da un tiro al volo di Tarascio al 9’, che sibila sulla traversa. La compagine ionica arretra il proprio baricentro e si limita al controllo tattico, mentre il Mariano Keller accresce il pressing ed il giro palla. Il relativo “equilibrio” resiste per una ventina di minuti, arco cronologico in cui si annotano il colpo di testa di Balistreri su cross di Mignogna (di poco fuori al quarto d’ora) ed il pericoloso diagonale scoccato a mezz’aria da Falsarano, al 19’. La quaterna ionica è sancita però al 22’: il solito, onnipresente Mignogna innesca un contropiede fulmineo sull’out sinistro e confeziona l’assist per Pietro Balistreri in collocazione opposta. Stavolta la punta siciliana non fallisce, e col destro concretizza un diagonale imparabile, a testimonianza di un’invidiabile continuità realizzativa.
C’è gloria anche per Giampiero Clemente, subentrato al mattatore Molinari: dopo aver improvvisato dalla lunga distanza al 27’, approfitta di un retropassaggio del collega Balistreri, marcato stretto in area, e scarica un destro folgorante dal limite, per il definitivo 5-1 del Taranto al 35’. Sul fronte partenopeo, da registrare la conclusione destra, terminata a fil di palo, effettuata da Marseglia alla mezz’ora, e l’occasione sprecata da Roghi al 40’, dopo una buona penetrazione ed il conseguente sinistro dal limite che supera di poco la traversa.