TARANTO FC - L'INTERVISTA

Pellegrini, 'Guardiamo avanti gara dopo gara'

'La situazione non è pericolosa ma potrebbe diventarlo'
   Alessandra Carpino

27 Settembre 2012 - 18:32

Tempo di lettura: 6 minuti

Un “suggerimento” condiviso. In un pomeriggio in cui le mansioni tipiche del calcio viaggiano su binari paralleli: da una parte, il test amichevole, sostenuto e vinto, dal Taranto contro i “cugini” dei Delfini Rossoblu; dall’altra, la voce dei “padroni”, esplicata dal colloquio fra Domenico Pellegrini e gli operatori dell’informazione in attesa. Un pretesto doveroso per ufficializzare l’incarico del quale è stato insignito l’ex team manager rossoblu nella stagione ’08-’09 (quella dell’austerity, l’ultima effettiva consumatasi sotto l’egida di Luigi Blasi, ndr), già negli organigrammi di Martina (prima) e Brindisi (poi): direttore generale, ergo factotum nella vita societaria, in costante collaudo con la squadra, poliedrico nelle decisioni da sottoporre al vaglio degli esponenti al vertice. Parla Pellegrini, ad ampio raggio. Mentre tacciono allenatore e giocatori. Nessuna sottile vena di mistero: perché il Taranto, desideroso di riscatto e di risalire la china (nonché di sfatare il sortilegio delle partite casalinghe), ha operato sodo e con saggezza, a lungo, nel caldo pomeriggio di fine settembre. E perché a Tommaso Napoli disquisire di tattica, di avversari, di soluzioni per addolcire le avversità piace particolarmente: è un carismatico, mastica calcio e si confronta col calore esasperato delle piazze, il tecnico siciliano. E’ il suo mestiere: lezioni sul campo ed analisi fuori, mai una tematica polemica di natura extracalcistica. Sostanzialmente, si è trattato di un “consiglio”, emanato dalle figure presidenziali del Taranto F.C. allo stratega e, di conseguenza, alla sua truppa: accolto in tranquillità “Lo spogliatoio ha deciso di restare concentrato sulla partita di domenica prossima- ha esordito Domenico Pellegrini- Ha chiesto di non parlare, solo di allenarsi per venire fuori al più presto da questa situazione delicata. Non è un silenzio stampa”. Dagli spalti del “Ventura” di Bisceglie all’erbetta dello Iacovone: un passaggio breve e preventivato: “Dal mio arrivo, sono sempre stato qui, allo stadio- conferma il neo direttore generale- Ho visto tutto: ho seguito bene gli allenamenti, ho sondato anche la formazione juniores. L’impressione avuta è quella di uno spogliatoio sano, che ha voglia di operare al meglio”. “Ritengo che, sulla carta, il Taranto sia una buona squadra, possiede valide alternative, over dal curriculum interessante- ribadisce il concetto già espresso a caldo lunedì sera – In organico compaiono anche under di prospettiva. Si stanno allenando in parecchi: dalla prossima settimana restringeremo il numero dei candidati”. Al suo avvento, Pellegrini aveva lasciato intendere che sarebbe stato utile plasmare il materiale umano a disposizione, paralizzando, almeno temporaneamente, le ipotesi di ingaggio. Certo è che il neo dirigente, pur avendo avuto in passato funzioni da direttore sportivo, dovrà confrontarsi con il collega e demiurgo Tambone: “ L’ho conosciuto oggi, durante una riunione dal presidente- rivela- Abbiamo parlato a tutto tondo della situazione del Taranto. E’ stato un piacevole incontro di lavoro”. “Non esiste l’intenzione di ampliare le consulenze esterne, in questo momento- precisa Pellegrini- Abbiamo bloccato tutti i provini de ragazzi, anche per la formazione juniores. Il discorso tattico è stato congelato: al limite, potremmo riprenderlo alla riapertura del mercato. Pieroni? Non l’ho sentito”.

GENESI DI UNA COLLABORAZIONE - Racconta l’origine del suo ritorno nella grande famiglia rossoblu, Domenico Pellegrini: “Il contatto è nato da una telefonata del dottor Petrocelli (responsabile dell’area sanitaria del Taranto, ndr), con quale ho conservato per anni un rapporto di sincera amicizia- sorride- Mi ha chiesto cosa stessi facendo, nel panorama calcistico. Ero disponibile, così è stato fissato un appuntamento con la presidente Zelatore e con l’avvocato Bongiovanni: venerdì scorso c’è stata la prima, informale chiacchierata”. Cronologia scandita: “Ci siamo dati appuntamento in tribuna a Bisceglie- continua- Ed abbiamo assistito insieme alla partita del Taranto. Successivamente, il mio ingresso in società è stato affrettato: occorreva una figura che sostituisse il dimissionario Antonio Borsci”. Massimo rispetto, bandita ogni prevaricazione: “Dopo la sonora sconfitta, il presidente ha voluto recarsi negli spogliatoi: l’ho accompagnata, ma sono rimasto in doveroso silenzio- svela- Lunedì pomeriggio, invece, è avvenuta una mia sorta di “presentazione” di fronte alla squadra: alcuni giocatori già mi conoscevano dalla passata esperienza”. Un’avventura assolutamente diversa, rispetto a quella vissuta circa quattro anni fa: le metamorfosi affiorano prepotenti, e non solo inerenti alla categoria di appartenenza. “Il ciclo di Blasi stava terminando, questo è solo agli inizi- ricorda Pellegrini- Ora c’è una proprietà che ha voglia di avviare il suo progetto, magari non ci sta riuscendo come meriterebbe. Blasi, invece, aveva poche risorse economiche da investire, lo dichiarò apertamente: si stava verificando un ridimensionamento, dopo gli sforzi e la delusione generati dallo spareggio per la serie B perso ad Ancona”.” Inoltre, la disputa delle partite a porte chiuse creò parecchi ostacoli- ricorda- Adesso le difficoltà sono insite nell’operare: l’imperativo è compattarsi, concentrarsi affinché la bontà dei prossimi risultati possano consentire a tutto il sodalizio di lavorare in tranquillità”.

OPINIONI E SPERANZE - Neofita nell’incarico ma conoscitore dell’ambiente: un vantaggio, per il nuovo diggì rossoblu. “La situazione attuale è delicata. E’ fondamentale tirarsene fuori: non è pericolosa, ma lo potrebbe diventare- spiega Pellegrini- I ragazzi si sono confidati, sono consapevoli di non essere ancora riusciti ad offrire il loro contributo reale. E’ necessario creare le condizioni di serenità, affinché la gara di domenica sia affrontata al meglio”. Allo Iacovone, sinora terra di conquista, arriva il Sant’Antonio Abate, stessi punti in graduatoria ma un morale più positivo: “Un confronto difficile: sappiamo che solo i risultati benevoli possono aumentare la fiducia nella squadra, nella società, nel pubblico ed in tutti coloro che seguono attivamente le vicende rossoblu- commenta il direttore generale- Tutti etichettavano il Sant’Antonio Abate come una squadra mediocre, ed invece si è risollevata attraverso un’ottima prestazione, umiliando il Francavilla a suon di gol”. Impossibile confezionare miracoli, ma correggere gli atteggiamenti è possibile quanto obbligatorio: “Bisogna cambiare la mentalità, rispetto a Bisceglie!- esclama Pellegrini- Non abbiamo profuso la giusta reazione contro una compagine allestita idoneamente per l’interregionale: sarà artefice di un bel cammino, con elementi del calibro di Martinelli in retroguardia, Lafortezza o il cannoniere Di Rito”. “Ci siamo trovati in una piccola bolgia, e l’arbitro ci ha messo del suo per complicarci la vita: le sue decisioni non ci hanno aiutato, l’espulsione si poteva risparmiare- continua- Direi che è fondamentale dimenticare. C’è poco da conservare, della sfida di Bisceglie”. Esclude qualsiasi tipo di “ultimatum” a squadra e tecnico, Domenico Pellegrini: “Non è stato dato, né dalla Zelatore, né da Bongiovanni, il quale non è nemmeno entrato nello spogliatoio- precisa- Il mio ingresso in società coincide anche con un aiuto, per capire e cercare di dare una mano agli atleti. I giocatori si sono assunti le proprie responsabilità ed hanno assolto da qualsiasi colpa il loro allenatore”. Il predecessore, l’esperto Antonio Borsci, aveva dichiarato di incastonare il Taranto a metà graduatoria: “E’ presto per formulare un giudizio- commenta Pellegrini- E’ difficile: la squadra è partita in notevole ritardo, non ha assunto la condizione ottimale, l’ho ribadito al gruppo stesso. Inutile pensare alla classifica, adesso: urge ragionare partita dopo partita”

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