![]() |
Andrea Novelli |
|
Tempo di lettura: 2 minuti
La sua è una favola d’altri tempi. Dal lavoro di carpentiere alla Serie A conquistata a quasi 30 anni. E ora il sogno è quello di affrontare Totti e chiedergli la maglia.
Alessandro Carrozza sta toccando il cielo con un dito: l’Atalanta, la Serie A, i grandi stadi. La sua carriera partì dall' Eccellenza e dal San Pancrazio quando si giocava sui sassi e accerchiati dalle tifoserie locali.
In A ci arriva tardi, ma ora, il giocatore, non vuole più fermarsi. Dribbling fulminanti, orgoglio salentino e una storia da raccontare. Carrozza lasciò gli studi a 13 anni per lavorare da carpentiere, finché un giorno vedendo in tv giocare un centravanti di C piuttosto scarsotto ma da 100 milioni(di lire) all’anno, decise di provare con il calcio. Con il Gallipoli partendo dalla Prima Categoria è arrivato fino in C1, vincendo tutte le categorie. Poi il passaggio al Pisa e l'acquisto del Taranto nel Gennaio 2008 totalizzando 11 presenze e segnando 3 reti ma senza riuscire a mantenere saldo il suo record di promozioni visto che il Taranto venne eliminato in finale play-off dall'Ancona.
L'anno dopo si passò "dalle stelle alle stalle" infatti con le sue 26 presenze e 3 reti all'attivo contribuì alla salvezza della squadra jonica l'ultima giornata a Sorrento. Carrozza, dopo un ottimo campionato, passò a Varese dove ha raggiunto la consacrazione definitiva e un contratto dall'Atalanta in serie A.
Il lavoro di carpentiere l’ha mollato quando il calcio cominciò a garantirgli lo stesso stipendio, un milione e duecentomila lire in Promozione. Dalla Prima categoria alla Serie A ora potrà dire di averle fatte tutte. Anche di aver giocato sui sassi.
Un grosso in bocca al lupo meritato dalla città dei due mari.