LE VOCI DI MRB.IT

L'insostenibile leggerezza dei numeri

'Scusa... che ha fatto il Taranto?', rubrica di Marcello Fumarola
   Marcello Fumarola

29 Gennaio 2018 - 10:53

Tempo di lettura: 5 minuti

Iacovone vestito a festa (à stu prizze...) per il match tra Taranto e Cerignola.
In maglia gialloblu c'è l'ex Vito Di Bari, protagonista di un Taranto con una difesa quasi impenetrabile, in campo, ma purtroppo "senza difesa" a livello societario, dove "zero" non erano, ahinoi, solo i chilometri delle auto vendute dal presidente, ma anche il suo reale interesse per le sorti del calcio tarantino.
La città, quindi, ha risposto all'invito "dolcemente provocatorio" della società, che ha voluto permettere la partecipazione di tanti tifosi, anche quelli ormai lontani da tempo, vendendo i biglietti a prezzi da..."tutto mille".
Delle esternazioni, in tal senso, di coloro che hanno ritrovato la parola dopo essere rimasti colpevolmente muti, su quei gradoni, per un vergognoso biennio...ne parleremo in una prossima occasione.
Lo speaker snocciola i nomi della squadra avversaria e ti convinci che gli ambiziosi foggiani siano effettivamente la vera incompiuta stagionale; unitamente al Taranto, potrebbe aggiungere qualcuno, ma solo tra coloro che avevano creduto alle bufale estive propinateci da ogni dove.
Cazzarò ritrova Miale e lo inserisce dal primo minuto; per il resto, tutti confermati.
La partita è aperta. Il Taranto prova a spingere e, pur senza creare clamorose occasioni da rete, riesce a mettere pressione sulla difesa foggiana.
La dorsale sinistra Ancora/Li Gotti è più efficace, in proposizione offensiva, della corsia opposta, anche se proprio Lorefice arriva alla pericolosa conclusione in un paio di circostanze.
Sono però del Cerignola le palle gol più importanti; dapprima Carannante di testa e poi Morra di destro (su un'azione agevolata da un mancato "fallo tattico" dei nostri a centocampo) falliscono il vantaggio soli davanti a Pellegrino, (disperatamente a mani giunte...in preghiera).
Alla fine del tempo capisci che per ottenere i tre punti ci vorrà qualcosa di diverso; una palla ferma, uno spunto di D'Agostino, magari un colpo di fortuna.
Pronti via e la palla gol per i rossoblu arriva con Favetta che però è troppo lento nel "controllo e girata a rete" e si fa ribattere il tiro. Il Cerignola punisce una evidente distrazione difensiva dei nostri e Longo si incunea proprio nel cuore dell'area di rigore, mal presidiata dalla coppia di centrali; sul suo tiro al volo stavolta, per Pellegrino, ogni preghiera è vana.
Il contraccolpo è notevole e lo è ancor di più quello del pallone sull'incrocio dei pali, colpito da Marsili con una strepitosa punizione dalla lunga distanza. Beffardo il rimbalzo del "cuoio" a due passi dalla linea, senza adagiarsi in rete.
Pochi attimi dopo Morra è proprio...Cinese; tra carta e forbice, infatti, lui esibisce sempre il sasso, o meglio il marmo del suo piede destro che fallisce il match point calciando altissimo una sorta di rigore in movimento; sarebbe stato davvero troppo e invece da quel pericolo scampato nasce la riscossa del Taranto. Cazzarò cambia pedine in campo ed inserisce l'A...dama Diakitè per Galdean. E proprio il neo entrato serve un pallone a Favetta sul quale il 94 rossoblu si esibisce in un "tiro a Ciro"...una saetta che si infila alle spalle del portiere ospite che riesce solo ad accennare l'intervento. Dopo l'assist, Diakite' si mette in proprio e va a raccogliere un cross di Ancora dalla sinistra, girando di testa e "di giustezza" verso l'angolo più lontano. Un esaltante uno-due che esorcizza lo spettro della "partita dell'occasionale che inizia bene e finisce male" e fa affondare l'imbarcazione di Grimaldi nonostante sia guidata, tra i pali, nientemeno che da...Abbagnale.
L'entusiasmo è tale che in Curva, dove già aveva fatto ritorno il tamburo, assisto e partecipo, dopo non so quanto tempo, ad una corposa"sciarpata".
Cori e abitudini "vintage"...che riscaldano il cuore.
Viene poi esposto l'ormai consueto striscione, "dedicato" al componente dello staff tecnico- dirigenziale meno amato e che nessun ritrovato entusiasmo potrà mai riabilitare agli occhi della tifoseria più "accesa".

D'altronde si sa che chi semina (parole al) vento...raccoglie tempesta.
Sostituzioni "precauzionali" quelle di Cazzaro', che imbottisce il centrocampo di "corridori" (Gori e Capua) rinunciando allo stanco Favetta e agli spunti (oggi sporadici) di D'Agostino. La vittoria è preziosa e va protetta. Nel finale qualche pallone potrebbe essere gestito decisamente meglio, ma il Cerignola è a corto di idee e si limita a buttare palloni nel mucchio, senza ottenere alcun risultato.
Il fischio finale scatena la festa dei rossoblu e dà il via libera all'abbraccio tra il numeroso pubblico e la squadra; prove di ritrovata simbiosi in corso, insomma; numeri importanti, quelli delle presenze sugli spalti, che un domani potrebbero (chissà) risultare determinanti; numeri effimeri ed ingannevoli, quelli della classifica, con i quali continua invece a giocare il Potenza.
Non si tratta del gioco delle tre carte ma di quello dei tre gol, che gli uomini di Ragno riescono domenicalmente a realizzare dopo essere andati sistematicamente in svantaggio.
Ma che i numeri potessero e potrebbero non sorriderci lo abbiamo scritto e ripetuto sino quasi ad annoiarvi e, in questo momento, mi sento di poter dire che non sono i numeri, nella loro freddezza, l'aspetto più importante.
Ciò che conta sono molto più quei bambini in campo, mano nella mano con i nostri giocatori, che forse un domani...chissà...grazie a questa esperienza, chiederanno ai propri padri il biglietto dello Iacovone piuttosto che la tessera Sky; ciò che conta è, nella consapevolezza dei propri limiti, la voglia della squadra di lottare per non lasciare nulla di intentato.
Ciò che conta, rifugiandomi nuovamente in una metafora musicale, è che se Dalla potesse riscrivere i versi de "L'anno che verrà", canterebbe così: "questo campionato a giugno finirà, ed il Taranto ci sta provando...a riconquistare la sua città".
E Forza Taranto.

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