L'EDITORIALE

Calciatori in sciopero? Fanno bene, siamo con loro

Nell'impasse societario l'unica (coraggiosa) mossa la stanno facendo solo i calciatori
   Roberto Orlando

24 Gennaio 2025 - 09:30

Tempo di lettura: 3 minuti

Nel pomeriggio di ieri i calciatori del Taranto hanno preannunciato, congiuntamente con l'Assocalciatori, lo sciopero per la giornata di lunedì prossimo, quando il Taranto sarà impegnato nella sfida contro la Team Altamura. Una mossa forte, di certo non facile, ma sostenuta con decisione dalla AIC: a nulla sono valsi i comunicati precedenti né tantomeno la messa in mora della società che, da quanto scritto dagli stessi calciatori, non ha provveduto al pagamento delle ultime quattro mensilità, delle relative indennità e delle corrispettive ritenute IRPEF e contributi previdenziali.

Una situazione insopportabile, visto che parliamo di terza serie e non tutti i calciatori sotto contratto possono garantirsi di vivere (e far vivere le proprie famiglie) senza soldi per così tanti mesi. Nostre fonti parlano di un presidente Giove (togliamo anche l'attributo "dimissionario" che tanto dimissionario non è mai stato) che nei giorni scorsi ha cercato di placare le ire dei giocatori promettendo uno sblocco della situazione a breve, ma si vede che i suoi appelli erano fondati quanto la sbandierata solidità societaria fino a che le problematiche tecnico-informatiche di febbraio scorso hanno scoperto il vaso di Pandora. 

Tant'è che adesso la situazione precipita per il presidente (che lo si chiami Giove o signor G. poco conta, nella sostanza): se i soldi ci sono, li deve uscire, se altrimenti non ne ha, abbia un sussulto di dignità e cessi definitivamente il tira e molla con Apex. Oppure metta sul banco il Taranto a zero per un altro acquirente (e siamo sicuri che ce ne sono), oppure vada a Palazzo di Città dal Sindaco a consegnare il titolo sportivo. Soluzioni per uscirne e dare una speranza di salvezza al Taranto ne ha. Oppure, da capitano del Titanic, affondi con tutta la barca, portandosi con sé in tribunale debiti e macerie calcistiche. E forse anche qualcosa in più.

Noi ribadiamo la solidarietà ai calciatori, perché il loro attuale è un mestiere ben lontano dai sogni adolescenziali fatto di coppe di campioni e del mondo; dove si devono scontrare ogni giorno con la realtà di essere abbandonati a sé stessi, senza poter contare più su nessuno; perché è umiliante e insostenibile proseguire un campionato già segnato e nel quale si stanno soltanto raccogliendo figuracce su ogni campo; perché quattro allenatori (con l'ultimo che si vede non ha portato proprio l'entusiasmo dichiarato) e due direttori sportivi (di cui l'ultimo che, a quanto sembra, lo sia solo perché autoproclamato, visto che i bene informati affermano che un contratto non ci sia) sono troppi per poter dare continuità gestionale seria; perché adesso davvero passano la patata bollente a Giove, che deve o uscire i soldi o passare la mano. 

I calciatori scioperano? Fanno bene, siamo con loro. Perché se la mossa non la fanno loro Giove e Campbell continuerebbero inutilmente a girarsi intorno. E speriamo che chi vuole il bene del Taranto (tifosi, tifosi organizzati, stampa) comprenda pienamente la mossa dei calciatori e li sostengano apertamente.

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