TARANTO

Defibrillatori indispensabili nelle strutture sportive

Lo prevede il Decreto Balduzzi del 2017: a Taranto in regola 9 centri su 10
   Emiliano Fraccica

23 Febbraio 2022 - 16:45

Tempo di lettura: 2 minuti

Dalla morte di Giuseppe Gallina l’unico insegnamento che possiamo trarre è l’importanza della prevenzione. Il 19enne di Paolo VI che due sere fa si era recato a Statte, ai campetti della parrocchia San Girolamo Emiliani, voleva solo giocare a calcetto con gli amici: un malore invece l’ha colto proprio nelle fasi iniziali della partita e i soccorsi, nonostante siano stati tempestivi, non sono riusciti a rianimare il ragazzo.

Ancora da chiarire la dinamica del mancamento che ha colpito il giovane, maggiori risposte potranno arrivare dall’eventuale esame autoptico, ma chiaramente rimane la consapevolezza che magari, con un intervento persino più subitaneo, Giuseppe ce l’avrebbe fatta.  

Tutti abbiamo negli occhi il crollo improvviso di Christian Eriksen durante Danimarca-Finlandia dello scorso 12 giugno, le manovre di primo soccorso di Simon Kjaer, l’ingresso dei paramedici e l’utilizzo del defibrillatore sul fantasista danese. Oggi Eriksen è di nuovo sui campi di calcio, ma in molti si sono chiesti cosa sarebbe successo se la stessa cosa fosse capitata in uno dei vari centri sportivi di Taranto, magari a un fratello o a un figlio.

Abbiamo provato a rispondere a questo interrogativo contattando una per una le strutture del capoluogo ionico e dintorni, per capire quanto fossero attrezzate dal punto di vista sanitario, ricordando che dal 30 giugno 2017, con il cosiddetto Decreto Balduzzi, ogni centro è obbligato ad avere un defibrillatore e altri dispositivi salvavita. E possiamo dire che Taranto ha superato il test: su dieci centri sportivi che ci hanno risposto, nove sono dotati di defibrillatore semiautomatico (spesso abbreviato con DAE, defibrillatore automatico esterno) e hanno all’interno dello staff una persona addetta, con tanto di corso frequentato, in grado di padroneggiare lo strumento e di saperlo usare repentinamente. Una nota struttura tarantina, comprensiva anche di campi per altri sport, non ha invece voluto rispondere alla domanda, riattaccando per ben due volte la cornetta. Speriamo non per malafede.  

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

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