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Roberto Orlando |
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Tempo di lettura: 6 minuti
L’annuncio venne fatto a metà ottobre, la partita di ritorno
dello spareggio tra le formazioni Under 21 di Italia e Francia, valido per le
qualificazioni al campionato europeo U-21 “Slovacchia 2000” si sarebbe tenuto a
Taranto, allo stadio “Jacovone”, scrisse impropriamente l’Agenzia di stampa
ADN-Kronos. D’altronde, il dubbio permase per anni, forse per la confusione che
creavano i due compagni di squadra Iacovone – Jacomuzzi nella stagione 1976/77.
Un lapsus che qualcuno si porta dietro tutt’oggi...
Marco Tardelli, dopo aver guidato vittoriosamente la
nazionale U23 ai giochi del mediterraneo di Bari 1997, è alla guida di una U21
formidabile, una fucina di campioni forse irripetibile. Per qualificarsi agli
europei U21 occorre non solo vincere il proprio girone, ma superare anche un
ulteriore turno di spareggi: solo otto nazionali accedono alla fase finale e la
concorrenza è agguerrita. L’under 21 può contare su giocatori che si stanno
facendo strada in serie A con tante prospettive di crescita: Andrea Pirlo, appena
ventenne, ha già fatto vedere di che pasta è fatto con la maglia del Brescia,
tanto da essere acquistato dall’Inter di Moratti. Gennaro Gattuso, proveniente
dalla Premier League scozzese è approdato al grande Milan dopo la parentesi a
Salerno, giocando insieme ad un altro grande del club milanese, Massimo
Ambrosini. Ma in quell’Italia c’è già il secondo embrione della nazionale che
vinse la Coppa del Mondo nel 2006, formato anche da Gianluca Zambrotta e Roberto Baronio,
giovani speranze che diverranno grandi campioni.
La Francia è allenata da Raymond Domenech, ex calciatore che
ha disputato tutta la carriera in patria, vincendo due campionati e una coppa
nazionale. Dopo un bronzo agli europei del 1996 in Spagna guida una formazione
di altissimo livello, con dei giocatori straordinari: William Gallas, stellina
dell’Olympique Marsiglia, che diverrà affermato campione in Premier League con
la maglia di Chelsea e Arsenal; Ousmane Dabo, che in Italia vagò tra Inter, Vicenza e Parma, Atalanta e
Lazio; Willy Sagnol, all’epoca al Monaco, successivamente bandiera del Bayern
di Monaco e pilastro della nazionale. Ma le stelle di quella under21 erano senza
ombra di dubbio Thierry Henry, David Trezeguet e Nicolas Anelka. “Titi” Henry, dopo
la parentesi italiana alla Juventus, il fenomeno francese venne ceduto all’Arsenal
per contrasti con Moggi, diventando simbolo dei gunners per quasi un decennio. Trezeguet
era già pilastro del Monaco ed in predicato di sbarcare a Torino, sponda
bianconera, dove rimarrà dieci anni. Anelka era già inamovibile titolare dei “galacticos”
di Madrid; tanto girare per lui in carriera e anche due presenze con la
Juventus nel 2013. I tre divennero campioni d’Europa con la Francia l’anno
dopo, in una finale vinta contro l’Italia al golden goal. Giusto per dire il
livello...
Sulla carta la Francia restava la favorita e le aspettative per una partita di livello c’erano tutte,
soprattutto perché a Taranto il calcio importante non si respirava da troppo
tempo. L’ultima partita contro una squadra di serie A si era disputata contro
la Roma, una partita di Coppa Italia passata alla storia per essere stata la
seconda gara in assoluto giocata in notturna. La nazionale maggiore, invece, si
era presentata a Taranto nell’aprile del 1989, un 4-0 all’Ungheria che resta l’ultima
partita degli azzurri in riva ai due mari. I rossoblù navigavano ancora in
serie D e si stava disputando un buon campionato di vertice e ala stagione
sarebbe terminata con il ripescaggio in serie C2.
Pochi giorni prima, il 9 novembre, in serie A accade un
episodio in Perugia – Bari, vinto dai biancorossi per 2-1; Innocenti da una gomitata
al difensore umbro Renato Olive, che finisce all’ospedale con una frattura allo
zigomo. A fine partita il presidente Luciano Gaucci all’uscita dallo stadio si
lamenta con l’arbitro Pellegrino, reo di non aver sanzionato il calciatore
barese. Dall’autobus del Bari si affaccia il presidente Matarrese, che grida “Gaucci
noi siamo da serie A, Gaucci!”, scatenando l’ira del massimo dirigente dei grifoni,
che ne vuole vendetta. Partono i “vaffa”, i “mortacci”, un teatrino che ha
fatto il giro delle TV ed oggi sul web (qui). La Curva Nord, all’ingresso
delle due formazioni in campo, insieme ad una coreografia massiccia (cartoncini
tricolore per tutta la Nord) mostra la pezza “Presidente Luciano Gaucci siamo
con te”, in mondovisione, marcando ancora la netta contrapposizione verso gli
odiati cugini baresi. Un messaggio che sa di beffa, se si pensa che poco più di
due anni dopo proprio il Catania dei Gaucci soffiò la serie B al Taranto di
Pieroni, che proprio nel 1999 era Direttore Sportivo a Perugia.
Archivio storico Franco Valdevies
Pienone allo Iacovone, “tutto esaurito” recitano i giornali,
la fame di calcio al sud è atavica. Gli azzurrini di Tardelli tre giorni prima,
a Creteil, avevano pareggiato 1-1 nell’andata dello spareggio. Ventola e
Kanoute gli autori dei due gol in Francia. Occorre vincere, quindi. E davanti a
25 mila spettatori la carica azzurra è al massimo. Inizio disastroso, al primo
minuto disimpegno errato dell’Italia, Luccin pennella un cross per la testa di
Henry che batte Abbiati. Ma mai disperare, i francesi sanno sempre come farsi
male da soli (e si, ciò che faranno anche nel 2006…): minuto 10, Bassila
colpisce a gioco fermo Baronio e cartellino rosso sventolato dall’arbitro
Cardoso. Fuori Mezzano per Comandini, Pirlo arretrato in mediana: l’Italia
inizia a martellare. Gol annullato a Ventola per fallo di mano, un minuto dopo
stessa sorte per Henry. Passano pochi minuti e Ventola colpisce il palo. Lo
stadio si infiamma, crede nella rimonta azzurra.
Secondo tempo, Ventola scatenato fallisce due occasioni,
dall’altro lato Henry coglie un incrocio dei pali su punizione. Partita
bellissima. Minuto 60, Gattuso scodella al centro per Comandini che pareggia i
conti. Esplode lo Iacovone. La gara resta in equilibrio e si va ai
suppplementari: minuto 110, punizione per l’Italia. Sulla palla ci va Andrea
Pirlo, ancora non il “maestro”, quello che calcia “la maledetta”. Ma il suo
tiro è preciso, Landreau non può farci nulla. Esplode lo stadio, che porta gli
azzurri alla qualificazione europea e, insieme, alle olimpiadi di Sidney. A
fine gara tutti ad abbracciare Tardelli, incontenibile per la gioia. Taranto è
stata protagonista e cornice di una pagina di grande calcio, ancora oggi
ricordata.
E anche Domenech se l’è ricordata, qualche anno dopo: nel 2007
accusò gli italiani di aver comprato l’arbitro per vincere quella gara. “Ogni
tanto dice stupidate”, rispose Tardelli, chiudendo così la polemica nei
confronti di un allenatore mai empatico, che nello zaino dei ricordi oltre la
finale di Berlino persa ha anche la sconfitta di Taranto.
Au revoir, monsieur Domenech. Saluti da Taranto!
ITALIA-FRANCIA 2-1
Italia - Abbiati, Grandoni, Mezzano (18' Comandini), Zanchi, Ferrari, Gattuso, Ambrosini ('85 Zanetti), Baronio, Ventola ('7 s.t.s. Coco), Pirlo, Zambrotta. All. Tardelli
Francia - Landreau, Gallas, Brechet, Silvestre, Christanaval, Luccin, Henry, Dabo ('10 p.t.s. Piocelle), Kanoutè ('84 Moulida), Sagnol ('72 Sorlin), Bassila. All. Domenech
Arbitro - Cardoso Cortez (Portogallo)
Reti - 1' Henry, '60 Comandini, '5 s.t.s. Pirlo
Note - Espulso Bassila per fallo a gioco fermo su Baronio. Ammoniti: Ventola, Sagnol, Luccin, Zanchi, Gattuso, Grandoni, Dabo, Ferrari