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Angelica Grippa |
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In occasione del 40esimo anniversario della morte del mitico Erasmo Iacovone, con immenso piacere e forte emozione, ascoltiamo le parole della donna che fu più vicina a l'uomo che incantò Taranto dal '76 al '78, Paola Raisi.
Mister Seghedoni volle fortemente Erasmo Iacovone a Taranto, riuscì anche a convincere l'allora patron del Taranto. Cosa ricorda del rapporto speciale tra Erasmo e il mister?
"Prima di tutto le dico che Seghedoni era una persona molto umana, c'era un bellissimo rapporto non solo con Erasmo ma anche con me, con tutta la famiglia. Penso abbia avuto un rapporto così con tutta la sua squadra, per lui i ragazzi erano come tanti figli da seguire, non solo calcisticamente parlando, ma proprio come un padre. Questo rapporto è stato mantenuto fra noi anche negli anni, una persona davvero in gamba".
Cosa pensava realmente Erasmo dei tarantini e cosa lo legava a questa tifoseria che ormai lo venera da 40 anni?
"La tifoseria tarantina è unica, il calore che esprime è incredibile. Ha un modo di esternare che non è da tutte le tifoserie. Non seguo molto il calcio ma questa tifoseria, in questo si distingue nettamente ed Erasmo era molto legato ai suoi tifosi. Tutta questa gente lo gratificava, facendolo sentire importante nel suo ruolo. Gli davano quella carica pazzesca per poter dare sempre il meglio in campo".
A distanza di tanto tempo cosa prova quando giunge in questa città, dove ad ogni singolo angolo si respira ancora il mito di Erasmo Iacovone?
"Per me venire a Taranto è sempre un grande emozione sotto tutti i punti di vista. Ho trascorso in questa meravigliosa città gli anni più belli della mia vita, gli anni particolari, irripetibili e indimenticabili, anni che non ci sono stati mai più. Arrivare qui e vedere come la gente ancora sia legata a questo uomo è qualcosa di assurdo ma bellissimo. Ogni volta è un'immensa sorpresa, i tarantini hanno dinanzi a loro quest'icona che per loro è leggenda. Giocano tanti fattori per me da quello personale, a quelli legati a quel calciatore, è bello vedere come continua ad essere presente".
I ricordi belli legati a Taranto riescono in qualche modo a sopraffare quelli brutti e tragici legati a quella notte e a quell'incidente?"
"Direi di sì. Ovviamente rimane la parte brutta, ma tutte le cose belle che ho vissuto qui riescono a farmi dimenticare, ad offuscare almeno quel momento terribile. Taranto la porterò sempre nel cuore, come ricordo bellissimo, come un grandissimo amore".
Lei allora aspettava una bambina, cosa lega sua figlia a Taranto e a tutta questa gente?
"Anche lei ha provato tante emozioni forti, lei due anni fa è tornata a Taranto dopo tanti anni. La prima volta che venne qui era ragazzina, per capire e conoscere la storia di suo padre, così come per percepire l'immenso affetto. Era molto giovane, adesso invece che è una donna, ha una famiglia è venuta in vacanza qui, ha avuto un impatto fortissimo. Ha vissuto momenti toccanti, io e lei non parliamo di queste cose, ognuna di noi due prova le stesse cose e non c'è bisogna di dire parole. Dinanzi a certe emozioni siamo uguali".
Tutti descrivevano Erasmo come un uomo abbastanza introverso, amava esprimere tutta la sua personalità su un campo di calcio. Lei che lo ha conosciuto nel privato come pochi, come descriverebbe quest'uomo?
"Erasmo era una persona estremamente riservata, come tutti sanno era un ragazzo molto schivo. Lui non amava l'apparire, era semplice ma determinato, concreto, direi un ragazzo di altri tempi. La sua non era timidezza era proprio riservatezza. Nell'ambiente familiare e degli amici era una persona davvero brillante, sorridente sempre allegro, ti trasmetteva questa sua serenità e felicità".
Se dovesse lasciare un messaggio di cuore alla tifoseria che più lo ama ormai da anni, cosa gli direbbe?
"Per me la tifoseria tarantina è magia pura, posso solo ringraziare tutta questa gente incredibile. E' un qualcosa che ripeto negli anni, ma non posso che ringraziare ogni singolo tifoso per questo amore eterno e questa fantastica ammirazione nei confronti di questo calciatore. Tra l'altro ci sono molti ragazzi che non l'hanno visto giocare, oppure erano molto piccoli, eppure lo venerano come un mito. Vi ringrazierò per sempre, siete davvero unici".
Paola Raisi chiude l'intervista ricordando le due serate commemorative che si terranno a Taranto ma anche a Carpi, in occasione del quarantesimo dalla morte di Iacovone. E' lusingata dalla gente che non si ferma e che continua a celebrarne il mito di Iacovone.