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Redazione MRB.it |
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Nel corso di un'intervista rilasciata ad Antenna Sud, il presidente del Comitato Regionale, Vito Tisci, ha affrontato con tono fermo ma amareggiato la questione della partita Massafra-Taranto, che si disputerà a porte chiuse in seguito alla decisione del Giudice Sportivo. Una sanzione che ha acceso un acceso dibattito tra tifosi e addetti ai lavori, ma che – come ha voluto precisare lo stesso Tisci – non dipende né da lui né dal Comitato Regionale.
«Le polemiche sono portate avanti da persone che non conoscono i regolamenti», ha esordito Tisci, chiarendo di sentirsi colpito da alcune offese personali comparse online dopo l'annuncio della decisione. «Sono profondamente amareggiato quando si offende la mia persona o il lavoro del Comitato. Chi mi conosce sa che ho sempre avuto grande rispetto per le tifoserie e mi batto costantemente con le questure per consentire lo svolgimento delle gare con la presenza del pubblico».
Il presidente ha poi spiegato le motivazioni che hanno portato alla sanzione: «C'è stato un episodio di razzismo durante la partita del Massafra in casa. Il Giudice Sportivo non poteva che applicare l'articolo 26 del Codice di Giustizia Sportiva, che prevede la responsabilità oggettiva delle società per il comportamento dei propri tifosi. Il razzismo è equiparato a fatti di violenza, e di conseguenza è stata applicata la sanzione di una gara a porte chiuse».
Tisci ha voluto inoltre ribadire che il provvedimento non è in alcun modo influenzato dalla coincidenza con il derby contro il Taranto: «Il Giudice non può sapere con chi giocherà la squadra sanzionata nella prima partita utile. È solo una coincidenza sfortunata che la gara a porte chiuse sia proprio quella più attesa e importante per il Massafra. Mi dispiace molto per la società, ne ho parlato personalmente con il presidente Fernando Rubino».
Il presidente ha anche chiarito che non è possibile presentare ricorso contro questo tipo di sanzione: «L'articolo 137 non consente ai club dilettantistici di impugnare la chiusura del campo per una giornata. È invece previsto solo per i campionati professionistici». Infine, Tisci ha voluto sottolineare come l'episodio non rappresenti l'intera comunità massafrese. «So bene che la città di Massafra promuove l'inclusione e condanna il razzismo. Me lo ha confermato anche un assessore comunale. Purtroppo, bastano due o tre stupidi per mettere in crisi il lavoro di una società sportiva. È un problema che riguarda tutto il calcio, dalla Serie A ai dilettanti. Il dovere di tutti noi è combattere il razzismo con gli strumenti che il Codice Sportivo mette a disposizione».