Caro Igor,
ho avuto la fortuna di conoscerti per un'intervista fatta qualche mese fa. Mi ha colpito subito la tua disponibilità, il tuo garbo e quel tuo sorriso contagioso e familiare. Perchè tu hai tutto questo. Umiltà, cuore ed educazione. Ci sono momenti nella vita che uniscono e non possono dividere. Neanche una rivalità storica, neanche tifare o parteggiare per squadre diverse. Magari lontane. Magari troppo diverse per storia e quant'altro. Oggi è un giorno un po' diverso per tutti. Quando improvvisamente arriva un ospite sgradito, la reazione è di disagio, sgomento, fastidio. Ci sentiamo di botto inadeguati, fragili, vulnerabili. Non sappiamo come affrontare una novità non prevista. Come un'onda che, senza preavviso, ti travolge. Non sei preparato. In pochi istanti, devi trovare un rimedio, mettere in campo una strategia imprevista. E poi, la consapevolezza più dura. Convivere con un malessere che neanche lontanamente pensavi di dover affrontare.

Da oggi, caro Igor, c'è una nuova battaglia per te. Una battaglia che è molto più grande di una contesa calcistica, di un gol da realizzare, di una marcatura da tenere più duramente. E, sicuramente, molto più dura di una salvezza da raggiungere sul campo o una promozione da festeggiare. Ora c'è la lotta per la vita. La sopravvivenza. Una lotta che riguarda ognuno di noi perchè ognuno di noi è chiamato ogni giorno ad una sfida. A una battaglia da affrontare. Con le unghie e con i denti. Soprattutto quando c'è un essere sgradito che mina la tua serenità oltre che il tuo corpo fisico. E, allora, caro Igor. Con tutto il nostro cuore. Noi siamo dalla tua parte. Dalla parte della vita. Perchè uniti si vince. Al di là di rivalità e di maglie diverse che hai rappresentato. Oggi siamo tutti una squadra. La squadra per Igor. La squadra che vuole vivere. Che vuole la salvezza di una vita. E non la retrocessione di una persona vera come sei. Forza Igor!