XX GIOCHI DEL MEDITERRANEO - TARANTO 2026

L'attacco di Fitto e Abodi: interventi a rischio

Dalla rassegna stampa di oggi
   Quotidiano di Puglia

12 Marzo 2023 - 09:00
RASSEGNA STAMPA
Articolo tratto da Quotidiano di Puglia

I saluti finali saranno anche i "migliori", in realtà il contenuto e i toni della lettera inviata venerdì dai ministri Fitto e Abodi al Comitato organizzatore dei Giochi del Mediterraneo 2026 non sembrano affatto improntati alla cordialità e, soprattutto, all'ottimismo. Tutt'altro.

Il responsabile per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr e il suo collega per lo Sport e i giovani, in quattro pagine fitte di riferimenti anche temporali, evidenziano una serie di gravi criticità che rischiano di "compromettere il tempestivo avvio degli interventi in tempi utili per lo svolgimento dei Giochi". Tradotto: di questo passo non ce la faremo.

È lungo l'elenco di aspetti che evidentemente Fitto e Abodi ritengono inadeguati rispetto alla mole di lavoro necessario per arrivare in tempo utile alla cerimonia di inaugurazione dell'evento che, dal 13 al 22 giugno 2026, coinvolgerà oltre quattromila atleti e 26 nazioni che si affacciano sul Mediterraneo. Il punto di partenza è rappresentato dalla ulteriore documentazione chiesta dal Governo al Comitato organizzatore presieduto dal sindaco Rinaldo Melucci e diretto dal direttore generale, ingegner Elio Sannicandro. Un documento arrivato a Roma il 21 febbraio scorso per dissipare, nelle intenzioni, i dubbi sul cronoprogramma e sulle coperture finanziarie. In pratica un nuovo Masterplan rispetto a quello originale, del 2020. Ed è proprio questo aggiornamento che, se possibile, ha accentuato le perplessità di Roma.

Gli impianti spariti
Nella lettera, i due ministri sottolineano, per cominciare, che dalla documentazione tramessa non emergono "chiarimenti in merito al criterio prevalente su cui si è basata l'individuazione delle opere. Mancano, inoltre, indicazioni in merito ai criteri ulteriori che hanno indotto all'eliminazione dal Masterplan aggiornato di alcuni degli interventi in precedenza riportati". Fitto e Abodi si riferiscono in particolare a cinque interventi: quelli sugli impianti tarantini al quartiere Salinella e in via Cugini (Marina militare), per lo stadio di Francavilla Fontana; sullo stadio di tennis a Castellaneta marina e sul poligono di tiro Principe di Piemonte a Lecce. Per queste strutture, nel Masterplan originario era previsto un investimento complessivo di 28 milioni; nel secondo, invece, sono semplicemente spariti dai radar.

Lo stato dell'arte
Nella lettera si sottolinea poi che non vengono fornite notizie sullo "stato di avanzamento degli interventi, l'attuale versione del Masterplan contiene addirittura meno informazioni di quelle rappresentate nella versione precedentemente trasmessa, e per la quale si richiedevano integrazioni: non vi è infatti descritto lo stato aggiornato della progettazione e continua a mancare un cronoprogramma degli interventi, elementi senza i quali appare difficile garantire il rispetto dei tempi inizialmente previsti per l'organizzazione dei Giochi, nonostante siano passati quasi tre anni dalla costituzione del Comitato organizzatore".

La stima dei costi
Altro punto cruciale riguarda i costi perché Fitto e Abodi lamentano che, a proposito dell'inflazione, "non vi sono elementi utili a chiarire la metodologia utilizzata per l'elaborazione della stima, e dunque non risulta possibile comprendere la ragione delle differenze che sussistono circa l'impatto stimato dell'inflazione sul costo inizialmente previsto per ciascun intervento nella precedente versione del Masterplan". Il nuovo Masterplan contiene inoltre "una revisione dei costi ulteriore, rispetto a quella legata all'inflazione, sebbene non venga fornito alcun elemento in ordine alla ragione per la quale si addivenga ad un aggiornamento sostanziale delle previsioni". In più "la nuova versione prevede, in aggiunta rispetto alle stime precedenti, 10 milioni di euro di spese correnti per allestimenti temporanei di impianti sportivi che sono stati inseriti nell'ambito del progetto senza fornire indicazioni in merito alle valutazioni che hanno condotto a questa scelta".

I soldi della Regione
Nel dettagliato cahier de doléances manca la possibilità - a giudizio dei due ministri - di "determinare correttamente il costo complessivo degli investimenti pubblici e, conseguentemente, la dimensione economica dell'evento. Si evidenzia, inoltre, la carenza di informazioni circa le fonti di finanziamento: sulla base dei dati da ultimo forniti non appare chiaro se le ingenti risorse ancora da finanziare possano trovare parziale copertura nei fondi regionali, come riferito con nota del 28 maggio 2021, ove veniva indicata una quota a carico della Regione Puglia di importo pari 50 milioni, pari a circa un terzo del finanziamento ancora necessario".

E quelli già versati
A proposito di soldi, sembra proprio una ramanzina quella rivolta al Comitato organizzatore reo di non aver rendicontato circa le somme già anticipate dallo Stato pari a 8,5 milioni così ripartite: 4 nel 2020 per il finanziamento degli interventi di messa in sicurezza idraulica e mitigazione del rischio idrogeologico finalizzati all'utilizzo dei siti individuati per lo svolgimento dei Giochi; 1,5 milioni all'anno per il 2021, 2022 e 2023 "per l'implementazione delle attività di pianificazione e organizzazione dei predetti Giochi". Somme per le quali "si chiede di voler inviare una puntuale rendicontazione in merito alle modalità di impiego delle predette risorse, fondamentali per garantire la massima efficienza nelle fasi iniziali dell'organizzazione".

Il rebus del Villaggio
Un altro rilievo critico riguarda invece il Villaggio Olimpico destinato ad ospitare gli atleti. I due responsabili di dicastero rimarcano: "considerato che la documentazione trasmessa non fornisce alcun elemento informativo in merito all'individuazione della sede del Villaggio Olimpico, si resta in attesa di conoscere le valutazioni elaborate e le azioni poste in essere al riguardo da codesto Comitato. Il ritardo accumulato nell'attività di programmazione dell'evento desta preoccupazione".

Insomma, il quadro è decisamente preoccupante, come conferma la chiosa della comunicazione inviata al Comitato dei Giochi: "appare evidente sulla base delle criticità rilevate che, allo stato attuale, non si dispone di elementi sufficienti per l'aggiornamento dello schema di dpcm (decreto del presidente del Consiglio dei ministri) recante l'identificazione delle opere da realizzare, la cui mancanza rischia di compromettere il tempestivo avvio degli interventi in tempi utili per lo svolgimento dei Giochi". Parole che non sembrano lasciare margini di interpretazione sull'attuale valutazione del Governo che addebita al Comitato una serie di carenze nella programmazione degli interventi.

D'altro canto, tuttavia, in questi mesi più volte sono stati evidenziati i ritardi nell'erogazione delle risorse necessarie, sulle quali pare di capire ci sia una netta divergenza di opinioni perché se da Roma lamentano lacune vistose nella documentazione e nelle informazioni ricevute, da Taranto al contempo se ne evidenzia il peso in questi ritardi, attribuendoli proprio dalla mancanza di finanziamenti indispensabili per andare avanti con il cronoprogramma. Ma se sulle rispettive posizioni è legittimo avanzare qualche distinguo, ciò che invece appare inequivocabile, al momento, è proprio il rischio che Taranto (e le altre sedi coinvolte) non riesca a farcela, alla luce dei difetti nel masterplan e, soprattutto, dei tempi ormai assai ridotti per riuscire a realizzare quanto previsto. Ed è altrettanto certo che il Comitato si è ormai giocato anche l'eventuale margine temporale che sarebbe stato indispensabile per far fronte a possibili contrattempi. Tanto che ora la corsa verso il 2026 va sempre più assumendo i contorni di un'esibizione acrobatica. Ma senza più rete di protezione.

Fonte: Quotidiano di Puglia



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