RASSEGNA STAMPA
Articolo tratto da
Quotidiano di Puglia
I saluti finali saranno anche i "migliori",
in realtà il contenuto e i toni della lettera inviata venerdì dai
ministri Fitto e Abodi al Comitato organizzatore dei Giochi del
Mediterraneo 2026 non sembrano affatto improntati alla cordialità e,
soprattutto, all'ottimismo. Tutt'altro.
Il
responsabile per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e
il Pnrr e il suo collega per lo Sport e i giovani, in quattro pagine
fitte di riferimenti anche temporali, evidenziano una serie di gravi
criticità che rischiano di "compromettere il tempestivo avvio degli
interventi in tempi utili per lo svolgimento dei Giochi". Tradotto: di
questo passo non ce la faremo.
È lungo
l'elenco di aspetti che evidentemente Fitto e Abodi ritengono inadeguati
rispetto alla mole di lavoro necessario per arrivare in tempo utile
alla cerimonia di inaugurazione dell'evento che, dal 13 al 22 giugno
2026, coinvolgerà oltre quattromila atleti e 26 nazioni che si
affacciano sul Mediterraneo. Il punto di partenza è rappresentato dalla
ulteriore documentazione chiesta dal Governo al Comitato organizzatore
presieduto dal sindaco Rinaldo Melucci e diretto dal direttore generale,
ingegner Elio Sannicandro. Un documento arrivato a Roma il 21 febbraio
scorso per dissipare, nelle intenzioni, i dubbi sul cronoprogramma e
sulle coperture finanziarie. In pratica un nuovo Masterplan rispetto a
quello originale, del 2020. Ed è proprio questo aggiornamento che, se
possibile, ha accentuato le perplessità di Roma.
Gli impianti spariti
Nella
lettera, i due ministri sottolineano, per cominciare, che dalla
documentazione tramessa non emergono "chiarimenti in merito al criterio
prevalente su cui si è basata l'individuazione delle opere. Mancano,
inoltre, indicazioni in merito ai criteri ulteriori che hanno indotto
all'eliminazione dal Masterplan aggiornato di alcuni degli interventi in
precedenza riportati". Fitto e Abodi si riferiscono in particolare a
cinque interventi: quelli sugli impianti tarantini al quartiere
Salinella e in via Cugini (Marina militare), per lo stadio di
Francavilla Fontana; sullo stadio di tennis a Castellaneta marina e sul
poligono di tiro Principe di Piemonte a Lecce. Per queste strutture, nel
Masterplan originario era previsto un investimento complessivo di 28
milioni; nel secondo, invece, sono semplicemente spariti dai radar.
Lo stato dell'arte
Nella
lettera si sottolinea poi che non vengono fornite notizie sullo "stato
di avanzamento degli interventi, l'attuale versione del Masterplan
contiene addirittura meno informazioni di quelle rappresentate nella
versione precedentemente trasmessa, e per la quale si richiedevano
integrazioni: non vi è infatti descritto lo stato aggiornato della
progettazione e continua a mancare un cronoprogramma degli interventi,
elementi senza i quali appare difficile garantire il rispetto dei tempi
inizialmente previsti per l'organizzazione dei Giochi, nonostante siano
passati quasi tre anni dalla costituzione del Comitato organizzatore".
La stima dei costi
Altro
punto cruciale riguarda i costi perché Fitto e Abodi lamentano che, a
proposito dell'inflazione, "non vi sono elementi utili a chiarire la
metodologia utilizzata per l'elaborazione della stima, e dunque non
risulta possibile comprendere la ragione delle differenze che sussistono
circa l'impatto stimato dell'inflazione sul costo inizialmente previsto
per ciascun intervento nella precedente versione del Masterplan". Il
nuovo Masterplan contiene inoltre "una revisione dei costi ulteriore,
rispetto a quella legata all'inflazione, sebbene non venga fornito alcun
elemento in ordine alla ragione per la quale si addivenga ad un
aggiornamento sostanziale delle previsioni". In più "la nuova versione
prevede, in aggiunta rispetto alle stime precedenti, 10 milioni di euro
di spese correnti per allestimenti temporanei di impianti sportivi che
sono stati inseriti nell'ambito del progetto senza fornire indicazioni
in merito alle valutazioni che hanno condotto a questa scelta".
I soldi della Regione
Nel
dettagliato cahier de doléances manca la possibilità - a giudizio dei
due ministri - di "determinare correttamente il costo complessivo degli
investimenti pubblici e, conseguentemente, la dimensione economica
dell'evento. Si evidenzia, inoltre, la carenza di informazioni circa le
fonti di finanziamento: sulla base dei dati da ultimo forniti non appare
chiaro se le ingenti risorse ancora da finanziare possano trovare
parziale copertura nei fondi regionali, come riferito con nota del 28
maggio 2021, ove veniva indicata una quota a carico della Regione Puglia
di importo pari 50 milioni, pari a circa un terzo del finanziamento
ancora necessario".
E quelli già versati
A
proposito di soldi, sembra proprio una ramanzina quella rivolta al
Comitato organizzatore reo di non aver rendicontato circa le somme già
anticipate dallo Stato pari a 8,5 milioni così ripartite: 4 nel 2020 per
il finanziamento degli interventi di messa in sicurezza idraulica e
mitigazione del rischio idrogeologico finalizzati all'utilizzo dei siti
individuati per lo svolgimento dei Giochi; 1,5 milioni all'anno per il
2021, 2022 e 2023 "per l'implementazione delle attività di
pianificazione e organizzazione dei predetti Giochi". Somme per le quali
"si chiede di voler inviare una puntuale rendicontazione in merito alle
modalità di impiego delle predette risorse, fondamentali per garantire
la massima efficienza nelle fasi iniziali dell'organizzazione".
Il rebus del Villaggio
Un
altro rilievo critico riguarda invece il Villaggio Olimpico destinato
ad ospitare gli atleti. I due responsabili di dicastero rimarcano:
"considerato che la documentazione trasmessa non fornisce alcun elemento
informativo in merito all'individuazione della sede del Villaggio
Olimpico, si resta in attesa di conoscere le valutazioni elaborate e le
azioni poste in essere al riguardo da codesto Comitato. Il ritardo
accumulato nell'attività di programmazione dell'evento desta
preoccupazione".
Insomma, il quadro è
decisamente preoccupante, come conferma la chiosa della comunicazione
inviata al Comitato dei Giochi: "appare evidente sulla base delle
criticità rilevate che, allo stato attuale, non si dispone di elementi
sufficienti per l'aggiornamento dello schema di dpcm (decreto del
presidente del Consiglio dei ministri) recante l'identificazione delle
opere da realizzare, la cui mancanza rischia di compromettere il
tempestivo avvio degli interventi in tempi utili per lo svolgimento dei
Giochi". Parole che non sembrano lasciare margini di interpretazione
sull'attuale valutazione del Governo che addebita al Comitato una serie
di carenze nella programmazione degli interventi.
D'altro
canto, tuttavia, in questi mesi più volte sono stati evidenziati i
ritardi nell'erogazione delle risorse necessarie, sulle quali pare di
capire ci sia una netta divergenza di opinioni perché se da Roma
lamentano lacune vistose nella documentazione e nelle informazioni
ricevute, da Taranto al contempo se ne evidenzia il peso in questi
ritardi, attribuendoli proprio dalla mancanza di finanziamenti
indispensabili per andare avanti con il cronoprogramma. Ma se sulle
rispettive posizioni è legittimo avanzare qualche distinguo, ciò che
invece appare inequivocabile, al momento, è proprio il rischio che
Taranto (e le altre sedi coinvolte) non riesca a farcela, alla luce dei
difetti nel masterplan e, soprattutto, dei tempi ormai assai ridotti per
riuscire a realizzare quanto previsto. Ed è altrettanto certo che il
Comitato si è ormai giocato anche l'eventuale margine temporale che
sarebbe stato indispensabile per far fronte a possibili contrattempi.
Tanto che ora la corsa verso il 2026 va sempre più assumendo i contorni
di un'esibizione acrobatica. Ma senza più rete di protezione.
Fonte: Quotidiano di Puglia