L'EDITORIALE

Taranto, è ora di guardarsi negli occhi

Dopo Foggia si torna con tante perplessità e interrogativi

Foto Luca Barone

   Maurizio Calò

03 Febbraio 2023 - 09:00

Tempo di lettura: 3 minuti

Ora possiamo dirlo con certezza. Il Taranto si è fermato a Messina in quella bella domenica datata 18 dicembre 2022. Li si raggiunse, probabilmente, l'apice della compagine rossoblù, figlia di un momento propizio e favorevole. Da allora la macchina è si è fermata ai box inesorabilmente. Quel Taranto è assolutamente lontano parente del Taranto attuale. Il girone di ritorno degli jonici, al momento, parla chiaro. Sono numeri da retrocessione. Numeri impietosi che qui si riportano: zero vittorie, quattro pareggi e due sconfitte. Zero gol fatti e tre subiti, secondo peggior attacco del campionato con sole diciannove reti segnate (peggio del Taranto solo la Gelbison e la Fidelis Andria con diciotto gol fatti). Numeri che non possono che evidenziare passi indietro eloquenti e preoccupanti. E, probabilmente, non cosi casuali.

Ciò che fa rimanere più perplessi è l'ostinazione del tecnico Ezio Capuano a preferire continuamente un modulo (il 3-5-2) che, con l'avvento dei nuovi giocatori arrivati a gennaio, non sembra più adatto e non sortisce più quegli effetti visti sino alla fine del girone d'andata. Il 3-5-2 è logico se lo puoi fare con uomini adatti ma non può essere, di certo, un dogma assoluto laddove gli interpreti cambiano e con essi le loro caratteristiche fisiche e tecniche. La sorprendente e poderosa campagna acquisti del gennaio 2023 appena concluso (è evidente la differenza con lo scorso gennaio 2022 dove, al netto degli arrivi di Di Gennaro, Manneh e Barone, non arrivò più nessuno, dato che fa riflettere) che ha visto arrivare alla corte di Capuano quasi undici calciatori impone o dovrebbe imporre alla guida tecnica una revisione di certi dettami tattici laddove non più consoni e, soprattutto, un repentino lavoro sulla testa di chi ora deve lottare per un obiettivo precipuo ovvero la salvezza.

Il Taranto di adesso scende in campo recitando lo stesso spartito che adesso stona, è stantio, è piatto. Non produce gioco e occasioni da gol. E, in più, non vi è un atteggiamento adeguato. Poca cattiveria agonistica. Approccio spesso discutibile. Si ha come l'impressione di vedere quel film già visto la scorsa stagione quando all'inizio del girone di ritorno anche il Taranto di Laterza manifestò un certo calo di rendimento (con la differenza che non fu adeguatamente rinforzato in un campionato, quello della passata stagione, con un maggior livello qualitativo). Quell'inconscia convinzione di aver già chiuso la questione salvezza senza considerare gli ostacoli e le difficoltà che un girone di ritorno comporta a maggior ragione per via del mercato di gennaio che, spesso, e in meglio rivoluziona le squadre avversarie. Proprio per questo, l'intervento consistente della società in sede di mercato invernale (alla stessa va dato atto di questo perchè sono fatti incontroverbili) imporrebbe a chi ha la responsabilità tecnica della squadra di far rendere al meglio soprattutto i nuovi interpreti con i giusti principi di gioco e la giusta mentalità. Il tempo non è particolarmente amico. La partita di domenica prossima contro il Latina allo Iacovone incombe. Bisogna fare in fretta e correggere laddove possibile gli errori e ritrovare energia, equilibrio, gioco ed entusiasmo. Va fatto un lavoro importante da un punto di vista emozionale e psicologico per far sentire i nuovi parte integrante e fondamentale di questo gruppo. Vanno coinvolti nel minor tempo possibile perchè questo non sta avvenendo.

Trovare maggiore sintonia, dunque. Senza avvitarsi su fondamentalismi tattici e tecnici che non portano a nessun risultato. Si riparta dallo spirito dimostrato da Antonio Boccadamo, ragazzo tarantino rientrato alla base, che in quei pochi minuti allo Zaccheria ha dimostrato concentrazione, voglia e presenza mentale. Ci si guardi tutti negli occhi nella speranza che qualcuno in fretta capisca l'importanza di giocare con questa maglia.

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