
![]() |
Quotidiano di Puglia |
|
È scontro tra Comune e Taranto calcio sul progetto del nuovo Iacovone.
Il sindaco Rinaldo Melucci bacchetta il presidente Massimo Giove dopo le
ultime polemiche: «Anche noi sogniamo per il 2026 un Taranto in serie A
e lo stadio sold out, ma non serve una capienza da Champions». Il
riferimento è ai dubbi avanzati dal presidente Giove che ha giudicato
troppa ridotta la capienza. Melucci non usa mezzi termini e aggiunge:
«Non subordineremo gli interessi pubblici agli obiettivi privati, la
competenza su quartiere Salinella è del Comune».
Prima una carezza, poi la sferzata: il
sindaco Rinaldo Melucci risponde al presidente del Taranto F.c. 1927
Massimo Giove («persona che stimo e per il quale provo affetto»),
apertamente contrario al progetto di realizzazione del nuovo stadio
Iacovone. A suo dire, infatti, l'opera comporterebbe delle criticità: la
squadra sarebbe costretta a trasferirsi momentaneamente in un altro
impianto; la capienza prevista, di 16.500 spettatori, non sarebbe
adeguata a una eventuale futura partecipazione al campionato di calcio
di Serie A; la struttura al quartiere Salinella diventerebbe una
cattedrale nel deserto.
Tesi che
Melucci smonta punta per punto. «Caro presidente Giove, noi sogniamo per
il 2026 il Taranto in serie A e il nuovo stadio Iacovone sold out»,
scrive il sindaco. «Dovrebbe essere a tutti noto, soprattutto agli
addetti ai lavori, che una Amministrazione comunale non riceve fondi
pubblici, di alcuna origine, sulla base di un capriccio o di una idea
fantasiosa, ma è chiamata ad elaborare studi, statistiche e progetti
molto accurati e in linea con i piani strategici, che scontano peraltro,
in molti casi, ampi processi di partecipazione pubblica. E questo sarà
proprio il caso del nuovo stadio Iacovone. Se mai è esistita, dunque,
l'epoca delle cattedrali nel deserto, senza un modello di gestione, essa
a Taranto è tramontata da un pezzo. Ecco perché, specie al tempo dello
streaming diffuso e a buon mercato, il nuovo stadio non può avere la
stessa capienza che di consueto utilizzano i club della Uefa Champions
League. Dopotutto, questa è la strada che stanno seguendo tutte le città
italiane di media dimensione».
E
ancora: «Una società sportiva che rivendica spirito di appartenenza
dovrebbe, forse, provare a mettere i bisogni e le prospettive della
propria comunità almeno allo stesso livello delle esigenze di bilancio o
logistiche, per quanto importanti. Comprendiamo, naturalmente, il
disagio di sostenere due stagioni a distanza di qualche decina di
chilometri al di fuori delle tradizionali mura di casa - ammette il
sindaco -, ma non ci spieghiamo davvero il rifiuto del Taranto Football
Club, per quanto a noi noto, di collaborare al progetto di finanza del
nuovo stadio comunale, beneficiando, altresì, di concrete misure
economiche compensative. E ci lasciano basiti alcune affermazioni del
presidente Giove sull'attuale impianto, che dimostrano la totale
inconsapevolezza rispetto allo stato delle strutture, alla loro ormai
datata logica costruttiva, alla difficoltà tecnica di ottenere le
necessarie certificazioni. Proprio il presidente Giove, con il suo
bagaglio di competenze tecniche, poi, non dovrebbe tacere il fatto, non
irrilevante, che l'impianto in ogni caso ha bisogno di ruotare il campo
di gara di alcuni gradi, per far rientrare le aree di irraggiamento
solare nei nuovi standard Uefa 4, come anche il fatto che un cantiere
per settori fa lievitare normalmente i costi e le tempistiche dal 30 al
40%: questi sì che sarebbero uno spreco e uno schiaffo alla città. Ed il
tutto solo per evitare la celebrazione di alcune decine di partite in
provincia».
Melucci ricorda inoltre che
«competente a occuparsi del quartiere Salinella è il Comune di Taranto,
non una squadra di calcio, e lo fa, per fortuna, in maniera
indipendente dalle classifiche stagionali. È il motivo per cui, anche
attraverso la leva degli investimenti pubblici collegati alla XX
edizione dei Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026, gli enti locali
stanno programmando le opere», che lì e altrove nasceranno. Tra queste,
appunto, il nuovo stadio di calcio, con annesse aree fieristiche,
commerciali, ricreative e ricettive, in un complesso combinato di
sostenibilità e attrattività.
Infine,
l'auspicio del primo cittadino: «Ora, presidente, sia gentile, secondo
lei, l'Amministrazione comunale che ha messo la schiena dritta contro
l'ex Ilva, potrà mai farsi condizionare da anatemi di un club di Lega
Pro? Avverrà mai che subordineremo gli interessi pubblici e della città
ad obiettivi privati, ancorché comprensibili? Naturalmente, no. Abbiamo,
inoltre, letto con attenzione la sua descrizione sulla tenuta dei
bilanci di una società sportiva e la prospettiva economica del Taranto
Football Club. Le ricordiamo, allora, che la squadra gioca ancora nel
vecchio stadio e che nessuno impedisce le sue attività commerciali
(nemmeno quando, secondo noi inopportunamente, siano collegate ad
industrie inquinanti), o la gestione della bigliettazione o ancora, più
in generale, la programmazione della stagione. Ragion per cui, siamo
fiduciosi che riuscirà, presto o tardi, ad onorare tutti i propri
impegni, quelli pregressi e quelli attuali, nei confronti della pubblica
amministrazione. Noi ci limitiamo ad augurare, di vero cuore, al
Taranto Football Club, dovunque voglia disputare in futuro i propri
campionati, di arrivare presto e in salute ai migliori allori, facendo
il tifo per una casa accogliente e remunerativa per i rossoblù, non
auspicando, come troppo spesso accade, il fallimento delle ambizioni
della nostra meravigliosa città».
Fonte: Quotidiano di Puglia