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Roberto Orlando |
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Il dibattito su ciò che rappresenta il nuovo stadio Iacovone, presentato nel suo progetto soltanto la scorsa settimana, tiene banco tra i tifosi, che sentono il cambiamento epocale che la struttura porterà all'intero quartiere Salinella. Per come è stato presentato da Esperia Investor, lo stadio non sarà soltanto il luogo dove si gioca a calcio, ma il catalizzatore di diverse attività all'interno del rinascente quartiere Salinella.
In attesa che i mesi a venire portino conferme su questa nuova realtà che Taranto affronterà, insieme a tutte le altre infrastrutture che rappresenteranno l'eredità dei Giochi del Mediterraneo, abbiamo intervistato in esclusiva il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli per capire il ruolo dell'istituzione sportiva nel contesto stadio. L'incipit ci è stato fornito dalle poche righe lette in rete dove si informava che il presidente aveva incontrato il Sindaco di Taranto Rinaldo Melucci proprio a Bergamo.
Il Presidente è stato molto gentile ed esaustivo, parlando di un interesse particolare della Lega
Noi siamo con il nostro stand all'Assemblea Generale dell'ANCI a Bergamo, dove affrontiamo il dibattito dell'idea di Stadio nella nuova centralità urbana, di come questo debba essere portatore di innovazione. Si pensa al digitale, al trasporto leggero, all'aggregazione sociale, al supporto alle società e ai giovani. Abbiamo incontrato tutti i Sindaci delle società presenti in serie C.
Qual è il vostro compito all'Assemblea ANCI?
Dialogare coi sindaci, farci promotori di una cabina di regia per far dialogare gli Enti, ovvero i proprietari degli stadi con i fondi privati, in special modo con la Banca Europea. Ci sono dei progetti, dei fondi, ai quali le città devono accedere con dei progetti perché la questione stadi è una delle battaglie principali della Lega.
In questo momento Taranto vive un momento particolare che merita una attenzione diversa...
Certo. Taranto ha dalla sua parte oggi almeno due fattori fondamentali. Il primo è la grande passione del pubblico di Taranto, che però vive in una struttura ormai inadeguata. Il secondo fattore è legato ai Giochi del Mediterraneo. Arriveranno tante risorse in città e finalmente ci saranno anche quelle per il nuovo stadio.
Il ruolo della Lega Pro quale è in questo momento su questo fronte?
Penso che noi dobbiamo ragionare insieme per una collaborazione per creare e supportare il dialogo tra la Lega, il Comune e la società del Taranto per uno stadio fruibile, legato e collegato ai tifosi e ai fruitori dello stadio. Taranto di certo può essere e sarà un esempio di innovazione per tutto il movimento, anche se occorrerà superare le difficoltà.
Tipo?
Innanzitutto una delle preoccupazioni è quella di dove giocare durante i lavori. A Francavilla, domenica scorsa, mi sono incontrato con la società, abbiamo parlato. Ho detto loro che in questi giorni sarei stato a Bergamo e che nei prossimi giorni ci saremmo sentiti. Ripeto, noi dobbiamo anche essere facilitatori nei rapporti tra Comune e club, ma non solo. Lo stadio deve essere un asset sostenibile per il territorio sociale, e il club. E in questo discorso dobbiamo capire che si sta facendo un salto ad un altissimo profilo e tutti, società compresa, sono messi alla prova. Tutti devono essere in grado di sostenere questo salto.
Il dottor Ferrara di Investor, la società che investirà sulla costruzione del nuovo Iacovone, nelle sue dichiarazioni non si è nascosto e ha detto che se ci saranno le possibilità, loro non escludono una acquisizione del club.
Qui io mi fermo all'uscio. Siamo dell'idea che il nostro ruolo è quello di far dialogare tutti, istituzioni e, all'occorrenza, anche i privati, perché il beneficio lo devono trarre il Comune, i tifosi, la società. E naturalmente, di riflesso, la Lega Pro.
La lasciamo con una domanda sulle impellenze del calcio in serie C da risolvere a breve termine
Innanzitutto gli stadi. E poi il format e la riforma del campionato, sperando che tutte le Leghe trovino un comune pensiero. Abbiamo a cuore lo sviluppo sportivo e sociale dei giovani. Vogliamo togliere dalla strada il maggior numero di ragazzi e farli giocare, insegnando loro l'educazione civica, quella sportiva e i valori dello sport. Inoltre tra le preoccupazioni principali c'è anche la sostenibilità economica delle società. Diminuire il numero delle squadre non porta a risultati se tutte le componenti sopra e sotto di noi non si cambia.