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Redazione MRB.it |
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“Il nuovo stadio Erasmo Iacovone è una priorità anche per la Lega Pro”. Lo ha dichiarato nelle scorse ore Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, in occasione della fiera per il turismo sostenibile, in corso a Bergamo, dove nello stand dell'Anci ha incontrato il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci.
In città, però, forse più di qualcuno, a quanto pare, non vuole che questo progetto venga realizzato. A qualcuno evidentemente va bene che questa Taranto resti ancorata a certe categorie, non solo sportive ma anche sociali. A qualcuno fa comodo non cambiare la narrazione di una città abituata alla monocultura dell'acciaio e del calcio (a proposito il nuovo stadio potrebbe ospitare anche concerti all'aperto evitando ai tarantini di farsi dai 700 ai 1000 km per assistere eventi di musica, anche internazionale) .
Esistono, infatti, gli oppositori cronici, non solo politici, quelli a cui non va bene nulla: “il nuovo stadio è troppo piccolo, il nuovo stadio destina pochi posti ai settori popolari, il nuovo stadio è solo un rendering e tale rimarrà, il nuovo stadio non sarà mai ultimato in tempo per i Giochi del Mediterraneo, il nuovo stadio andava costruito in periferia, il nuovo stadio non sarà ultimato perché alla fine non si troveranno soldi e finanziatori”, ed ancora “che ce ne facciamo di un albergo di 80 metri nei pressi dello stadio, ma chi andrà mai a fare shopping all'interno dello stadio prima di una partita, ma chi mai pranzerà all'interno dello stadio e chissà quanto costerà il biglietto per la tribuna ovest e ma che senso ha riqualificare una parte del quartiere Salinella, sarebbe l'ennesima cattedrale nel deserto”.
Ne abbiamo lette e sentite tante da martedì scorso, giorno della presentazione ufficiale del progetto del nuovo “Iacovone” a cura della Esperia Investor, una delle società del gruppo Gabetti.
E anziché incoraggiare questi potenziali finanziatori, appunto, ad investire economicamente nella nostra città, ovviamente prevedendo un loro tornaconto perché di business si tratta, si cerca lo spunto critico fine a se' stesso, quasi a non invogliarli a fare qualcosa di buono per Taranto.
Probabilmente in alcuni casi è comprensibile essere diffidenti, visto che questa città negli ultimi decenni è stata spesso illusa, sedotta ed abbandonata al suo destino.
Abbiamo assistito, inoltre, ad un certo disinteresse mediatico. Certi media, quasi che ci fosse stato un comune passaparola, hanno minimizzato la portata del progetto forse per non infastidire qualche personaggio; ne hanno parlato, ma per onore di cronaca, si sono limitati al compitino oppure ne hanno criticato la realizzabilità.
Eppure le dichiarazioni dell'amministratore delegato di Esperia Investor, il tarantino Antonio Ferrara, che, stranamente, abbiamo voluto cercare solo noi del corriereditaranto.it, sono improntate all'ottimismo: “Si andrà allo stadio per vivere un'esperienza unica. Posso assicurarvi che l'accesso allo stadio, per il tifoso, sarà sostenibile dal punto di vista economico. Il nuovo stadio sarà il primo incedibile top player a disposizione per un'ipotetica serie A. Così come è stato concepito, questo stadio è uno dei più all'avanguardia in Europa attualmente. Guardate che questa per Taranto è un'occasione unica, imperdibile”.
A chi, chiedeva di poter ristrutturare l'attuale “Iacovone” (anno di costruzione 1965 e ristrutturato nel 1985) non spendendo tanti soldi, in parte pubblici, per abbatterlo e riedificarlo, riproponiamo le dichiarazioni dello stesso Ferrara: “Taranto ha bisogno di un impianto moderno e funzionale, lo Iacovone, cosi come è ora, ha assorbito negli ultimi 10 anni ben 5 milioni di euro di soldi pubblici per interventi di manutenzione. Quando ho portato l'architetto Zavanella (Gau Arena, ndc) per un sopralluogo, da tarantino sono stato in imbarazzo per le condizioni in cui abbiamo trovato la struttura”.
Uno stadio che attualmente ha una capienza ridotta a 12 mila posti a causa dell'inagibilità degli anelli inferiori, che versa in condizioni pessime in ogni settore ed appare assolutamente inospitale, così inospitale che anche dirigenti di squadre di piccoli centri, venuti a Taranto a giocare con le proprie squadre, si sono lamentati.
Un peccato, invece, e diremmo anche uno spreco di denaro pubblico, dover apprendere che l'attuale campo B, rifatto appena nel 2019, sarà smantellato e riprodotto probabilmente altrove.
Ma come diceva qualcuno, “l'ottimismo è il profumo della vita”.
Fonte: Corriereditaranto.it - Giovanni Saracino