TARANTO FC

Infantino, Saraniti e gli altri. Quando una rondine non fa primavera

Le statistiche sui calciatori lasciano il tempo che trovano. L'analisi sulle ultime stagioni rossoblù
   Roberto Orlando

03 Agosto 2022 - 17:30

Tempo di lettura: 3 minuti

Alle volte diventa faticoso mantenere la bussola verso la propria rotta: il rischio è quello di scostarsi troppo dalla via maestra e scadere in giudizi affrettati, sbagliati o addirittura fuorvianti. L'ultimo esempio, in casa Taranto, è l'acquisto della prima punta d'esperienza, il trentacinquenne Saveriano Infantino. Statistiche alla mano, nell'ultimo campionato la punta tricaricese non è andato mai in gol, un biglietto da visita non certo ideale per entusiasmare i tifosi.

Ma, lo abbiamo vissuto personalmente, lo score di un attaccante lascia alle volte il tempo che trova, a meno che non sei un top player alla CR7, Lewandowski, Messi o Immobile. Naturalmente saremo tutti contenti il giorno in cui Infantino romperà il digiuno con il gol, che dura dal marzo dello scorso anno, ma occorre lasciar lavorare la squadra. Le delusioni e i mal di pancia estivi, per quanto legittimi nel giudizio di un tifoso, che in quanto tale vive di passione, deve comunque lasciare il posto ai dati di chi li elabora e traduce in notizie.

Al netto delle polemiche e degli entusiasmi nati lo scorso anno (anzi, gli scorsi anni) sugli attaccanti del Taranto, siamo andati a vedere le prestazioni delle coppie d'attacco rossoblù dell'ultimo lustro e le abbiamo comparate con la stagione precedente. Per esempio, Saraniti e Giovinco, 9 gol a testa in questa stagione in rossoblù, provenivano da due annate giù di tono. Infatti i due avevano raccolto appena 4 reti a testa. Ad inizio dello scorso campionato la coppia d'attacco del Taranto era formato da due calciatori che nella stagione precedente, insieme, avevano collezionato 4 gol: chi ci avrebbe scommesso che a luglio i tifosi sarebbero rimasti delusi dalla loro cessione?

L'anno prima la coppia con più reti è stata Diaz - Santarpia, 13 gol in due (7 per l'argentino, 6 per il giovane under finito al Monterosi). Eppure l'anno prima Diaz aveva siglato 10 reti mentre Santarpia, l'eroe di Venosa, non era nemmeno mai sceso in campo. Continuiamo? Stagione 2019/2020, quella purtroppo funestata dalla sospensione per la pandemia. Genchi e D'Agostino a fine campionato avevano segnato 16 reti (10 per il mancino barese, 6 per il fantasista ligure). L'anno precendete Genchi veniva dall'annata infausta di Potenza (5 reti), mentre D'Ago deliziava già in riva allo Jonio e deteneva lo scettro di capocannoniere del girone con 19 reti.

Stagione 2018/19, D'Agostino + Croce = 19+8 gol. .Mentre l'anno prima Dago era già andato in doppia cifra col Taranto, Croce aveva in cascina una sola rete. Gli avreste dato credito? Chiudiamo con la stagione 2017/18: a fine stagione la coppia Favetta - D'Agostino raccoglie 29 reti in due (16+13): eppure l'anno prima Favetta in Eccellenza aveva siglato solo 6 reti, mentre D'Agostino 3 a Fondi. Eppure l'exploit fu incredibile.

Questi dati possono anche non dire niente, ma di certo l'indicazione che possono dare è che le statistiche lasciano il tempo che trovano, i biglietti da visita degli attaccanti possono essere smentiti strada facendo a patto che la squadra giri, sia forte e ben costruita. Mister Di Costanzo lavora in un ambiente torrido ma il suo lavoro parlerà per lui. E di conseguenza i risultati parleranno anche per tutti gli attuali giocatori rossoblù. Facciamo lavorare la squadra.

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