
Foto Luca Barone
Foto Luca Barone
Ora si sogna per davvero. Il risveglio per la tifoseria biancoverde è stato decisamente dolce, per chi è riuscito a dormire. C'è chi, infatti, preso dall'adrenalina, non ha chiuso occhio, chi ha atteso la squadra alla stazione (arrivati in treno alle 8.15 di ieri mattina), semplicemente per dire grazie, chi si è sobbarcato la nottata in viaggio perché «Alle 7 devo timbrare il cartellino», ed alle 23 era ancora al Manuzzi. Chi, invece, ieri pomeriggio si è recato fuori dal Centro coordinamento un'ora e mezzo prima della partenza della prevendita, semplicemente per essere tra i primi ad acquistare il tagliando in vista della sfida di martedì sera contro il Catanzaro.
C'è chi comincia a respirare biancoverde a pieni polmoni e magari era rimasto freddo, sinora, davanti alle imprese di Piccinni e compagni. La città si è risvegliata ancora più innamorata della sua creatura, quasi commossa da una partita che resterà nella storia, non solo sportiva della città. C'è chi, come Onofrio Lopez, è sceso in campo a fine partita per ringraziare i 218 paganti ufficiali giunti a Cesena, applaudendo a piene mani, e c'è anche chi non si pone più il problema del «Che facciamo se andiamo in serie B, dove giochiamo?». In questo momento non si pensa a nulla, se non alla prossima partita, al prossimo turno, alla prossima trasferta.
Il Monopoli è a sei partite dalla serie B, ed è forse nel momento più alto della sua storia calcistica. Il simbolo di questa banda di discoli che sta facendo innamorare non solo Monopoli, è Mario Mercadante, settima stagione in biancoverde, uno che ha mangiato tanta polvere ma che ha trovato quest'anno la sua definitiva consacrazione. Il suo contratto scade il 30 giugno: lui è così, firma un anno per volta, anche a suo rischio e pericolo, perché vuole sempre migliorare e non vuole porsi limiti. Lui che a Monopoli ha fatto l'investimento sul mattone, avendo pure comprato casa, lui che non è certo che rimanga perché ora le sirene diventano sempre più pressanti, lui, però, che quando gli chiedi cosa provi pensando al passato, risponde così: «Veniamo da tanti anni di sacrifici, andare avanti significa, per me, credere in un sogno che coltivo da tanti anni. Ho la pelle d'oca: dobbiamo continuare, crederci davvero».
Fonte: Quotidiano di Puglia