IL TARANTO VISTO DA FUORI SEDE

Taranto-Catania: non una partita come le altre

Il racconto da fuori sede del match contro gli etnei
   Francesco Guidato

24 Novembre 2021 - 13:45

Tempo di lettura: 3 minuti

Domenica 21 Novembre 2021, stadio Erasmo Iacovone ore 14:30 Taranto-Catania quindicesima giornata del campionato di serie C girone C. Non è una partita come le altre. Inevitabile che il pensiero vada a quel lontano 9 Giugno 2002 quando in uno stadio straripante di oltre trentamila spettatori si consumava forse la tragedia sportiva più dolorosa che la squadra rossoblù ionica avesse mai conosciuto. Il Taranto nella finale di ritorno dei playoff per l'accesso alla serie B era chiamato a ribaltare l'uno a zero dell'andata spinto da una bolgia indescrivibile che assiepava ogni centimetro quadro dello stadio, oltre che da una città intera già vestita a festa. Di quel giorno è già stato detto tutto e di più anche se ombre e misteri mai dissipati lasciano ancora qualche dubbio sull'esito di quell'evento sportivo. Si insinua, neanche tanto velatamente che i poteri forti avessero preferito mandare in B il Catania poiché aveva il favore di interessi politici industriali e territoriali. Tesi questa, mai confermata ma neanche smentita. Di fatto dopo quel giorno tutto è cambiato. Intere generazioni di tifosi perse poiché quell'evento segnò la fine di un sogno di una città intera. Troppa la delusione, e quella sensazione di essere stati traditi dall'amore della tua vita per la quale avresti fatto di tutto e invece...e invece eccoci qua, a distanza di quasi un ventennio a commentare una bella vittoria. Questa volta voluta, desiderata e conquistata fino all'ultimo respiro.

Certo la vittoria del Taranto per 3-2 di domenica scorsa contro il Catania, con una cornice di pubblico di poco meno di cinquemila spettatori, valeva solo tre punti utili a rimpinguare un bottino che ci faccia raggiungere quanto prima una tranquilla salvezza. Certo questa vittoria, per quanto bella, non può bastare a sopperire la delusione del passato e infatti più che rivincita la chiamerei rinascita. Si perché sono cambiati gli interpreti, la società, i tifosi. Insomma è cambiata Taranto. A dirla tutta è cambiato anche il calcio nella sua essenza più pura. Complici i divieti, le continue restrizioni, le assurde multe alla società per un coro goliardico, per la sola colpa di intonare “chi non salta è un barese”. Comunque al netto di queste assurdità viviamo il presente con un cauto ottimismo e guardiamo al futuro con la speranza che un giorno, non troppo lontano, la nostra squadra del cuore possa lottare per traguardi che siano in linea con la passione e le aspettative della piazza. Il processo di crescita è cominciato, e passerà necessariamente anche dal rifacimento di un nuovo stadio al passo con i tempi, in un quartiere riqualificato e con l'idea di base che lo sport debba essere patrimonio della città. Tante, troppe volte ci siamo sentiti dire che Taranto meriterebbe almeno la serie B. Io dico che meriterebbe la massima serie senza ombra di dubbio. Perché è una delle pochissime città con oltre duecentomila abitanti ( se non l'unica ) a non aver mai disputato la serie A, perché ha un bacino di utenza immenso, perché ha un pubblico da serie A, perché la tifoseria è matura... perché semplicemente ce lo meritiamo. Intanto quello che possiamo fare è di stare vicino ai ragazzi che ogni domenica dimostrano di sudare e onorare la magia anche nelle condizioni più avverse. Infondo il tifoso vuole questo...attaccamento ai colori e soprattutto non essere tradito...mai.

Ma se quel gol di Bellocq al novantaquattresimo di domenica scorsa fosse stato realizzato sotto la nord quel 9 giugno del 2002 cosa sarebbe successo ? Possiamo solo immaginarlo.. ma mi piace pensare che quella gioia immensa non goduta possa arrivare presto....molto presto.
Forza Taranto!!!

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