Roberto Orlando | |
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Marzo 2000, il Taranto perde a Campobasso partita e testa della classifica. Nessuna tragedia, nonostante la delusione. La domenica successiva i "soliti" 10.000 sugli spalti dello Iacovone per l’ostica sfida all’Igea Virtus e sappiamo tutti come è finito quel campionato. In estrema sintesi, quello che succedeva un tempo quando si seguiva il Taranto. Si sosteneva la squadra, zero chiacchiere. Ma saranno stati gli ultimi 10 anni a rendere i tifosi rossoblù diffidenti, sospettosi, contrariati. 10 anni dove, davvero, ne abbiamo viste tante, dal punto di vista sportivo e non solo. Ma arrivare a 5 giornate dal termine, con la squadra prima in classifica, a puntare il dito con una negatività spaventosa… beh, è davvero troppo.
La sconfitta contro il Portici la possiamo e dobbiamo considerare come un passo falso, di quelli che ad ogni campionato possono capitare a chi si sta giocando il titolo. Non siamo mica la Ternana schiacciasassi della serie C e in un torneo difficile, lungo e nevrotico come questo, condizionato dal Covid e da tante incertezze, non c’è cosa peggiore che non credere che la promozione sia lì, a portata di mano. Oppure, genialità dell'idiozia, mettere in discussione mister e squadra.
Il Taranto targato Montervino e Laterza è partito a fari spenti e, nonostante tantissimi infortuni e il periodo di quarantena a inizio 2021, si è ritrovato primo e con la reale convinzione di giocarsela fino all’ultimo, complice anche l’affondamento della corazzata Casarano: non può essere un momento di appannamento a far dubitare sugli uomini, a far crollare le certezze di un traguardo raggiungibile. In queste ore dove sui social, uno strumento che ha dato voce a tutti, anche agli scemi del villaggio, le entità rappresentative del tifo hanno preso posizione a favore della squadra: tutti verso lo stesso traguardo, perché si è coscienti che l’obbiettivo è raggiungibile e non può essere perso per l’inclinazione nichilista e distruttiva (volontaria o meno) di qualcuno.
Poi, come si dice, i conti si tireranno alla fine. Adesso non è il caso di fasciarsi la testa o di esprimere giudizi o di fare processi: adesso è l’ora di spingere Marsili e compagni verso la vittoria del campionato. Forza, Taranto!