Cosimo Palumbo | |
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Ci avviciniamo a Taranto-Nardò, derby in programma domani e valido per la 26a giornata del Girone H di Serie D. Per l’occasione, noi di MondoRossoBlù.it, abbiamo intervistato Francesco De Giorgi, capitano dei neretini ed ex difensore degli ionici. Il classe ‘90, infatti, ha indossato la casacca rossoblù nelle stagioni 2015/2016 e 2016/2017, collezionando cinquanta presenze e segnando tre reti, una in Serie D e due in Lega Pro.
Buongiorno, Francesco. Partiamo dall’attualità: siete reduci da circa quaranta giorni di stop a causa del Covid. Come avete vissuto questo periodo?
“Come già successo a Taranto , non è un periodo facile. Mantenere alta la concentrazione non è semplice, soprattutto quando si tratta della salute dei compagni e di tutti, sono situazioni dove il calcio passa in secondo piano. Nonostante le quattro positività, abbiamo gestito tutto in modo ottimo, abbiamo fatto sette-otto giorni di lavoro a gruppi distanziati fin quando non abbiamo avuto il via libera e abbiamo ripreso. Purtroppo, però, con i nostri compagni che ancora non si negativizzavano, non siamo potuti scendere in campo prima di Pasqua e domenica contro il Gravina”.
Qual è stata la paura più grande?
“Di trasmettere questo maledetto virus dentro casa, soprattutto avendo due figlie. La preoccupazione era quella, non tanto prendere il Covid, in quanto sei consapevole che, vivendo in un contesto formato da diverse persone e diversi contatti, c’è sempre il rischio. Cerco di non portarlo dentro casa, non voglio creare dei disagi. Personalmente evito tutti i tipi di contatti, sono un tipo casa-campo e campo-casa, non bisogna scherzare”.
Questa distanza forzata, a livello di spogliatoio, ha influito?
“No. Non vedevamo l’ora di tornare, ci siamo sempre sentiti sui gruppi social e ognuno di noi ha sentito la mancanza dei compagni. Siamo un grande gruppo, siamo affiatati e uniti, non c’è nessuna nota stonata. Non vedevamo l’ora di essere tutti negativi e tornare a giocare, per fortuna mercoledì è arrivato e potremmo giocarci finalmente il campionato. Da adesso in poi, in meno di due mesi, dovremmo affrontare tredici gare e, se non hai una forza di gruppo, questo diventa difficile. Lo posso dire per esperienza, ricordo due anni fa a Viterbo iniziammo il campionato il primo novembre, arrivammo a vincere la Coppa Italia con il Monza e disputammo anche i playoff. La base e la bellezza dello spogliatoio è proprio il gruppo: se c’è, vai ovunque, soprattutto in queste categorie”.
Sul piano fisico, invece?
“A parte i quattro positivi, nessun altro ha contratto il Covid e quindi abbiamo potuto fare un grande lavoro con lo staff. Nonostante le limitazioni, abbiamo caricato un bel po’. Poi, comunque, è normale che il miglior allenamento è la partita: lì c’è dispendio fisico, corsa, minutaggio e tanto altro. Adesso stiamo recuperando fisicamente anche chi è risultato positivo ma, nel complesso, il gruppo squadra è pronto. Non so se mercoledì riusciremo a durare ad un certo livello per novanta minuti, ma ci proveremo”.
In questo 2021 avete ottenuto sei vittorie, tre pareggi e tre sconfitte, con una classifica che, fino al momento dello stop, vi vedeva proiettati in piena zona playoff. Ti reputi soddisfatto?
“Stiamo disputando un grande campionato. Purtroppo, nel nostro momento migliore, il virus ha bloccato la nostra cavalcata. Abbiamo subito delle brutte sconfitte a Pozzuoli e a Portici, ma qualche caduta ci può stare".
Data la situazione attuale, quali sono adesso i vostri obiettivi?
“Non ci siamo prefissati nessun obiettivo: scendiamo in campo e vediamo cosa viene. Sono scaramantico, prima penso ai quaranta punti e alla salvezza, poi, se a giugno ho la fortuna di giocare i playoff allora ben venga. In questa squadra ci sono diversi giocatori di esperienza come Romeo che ha alle spalle diversi anni in Serie C, Zappacosta, Potenza che ha oltre quattrocento presenze, poi, continuando, abbiamo Caputo che si sta rivelando un giocatore all’altezza e tutti gli altri che stanno dimostrando il loro valore. Qui c’è un giusto mix tra giocatori d’esperienza e giovani, abbiamo degli ottimi under, che sono fondamentali in questa categoria e costituiscono una buona base della formazione titolare”
Hai vestito la casacca rossoblù in due stagioni, tra cui l’ultima nel campionato di Serie C, annata terminata con una retrocessione. Che ricordi hai delle stagioni vissute allo “Iacovone”?
“Bellissimi. Nonostante ci sono state un po’ di delusioni, conservo un ricordo fantastico. Sono stato bene, ho dimostrato tanto, mi baso sempre sulle prestazioni in campo, poi, che io possa piacere o meno è normale, non sono un fenomeno, l’importante è aver lasciato il ricordo di un calciatore che ha sudato la maglia. Questo è l’aspetto più importante”.
Degli episodi che conservi con particolare piacere?
“Le sfide di prestigio in Serie C come il derby contro il Foggia, dove feci anche gol, il match contro il Catania, la prima con il Matera e la gara di Coppa contro il Melfi con tutta quella gente allo stadio”.
E di negativo?
“Il giorno dell’aggressione, quella fu la morte della squadra. Da quel momento in poi, c’era una paura che scorreva nelle vene. Personalmente, avendo la coscienza pulita, non avevo timore a scendere in campo. Questo è il rammarico più grande, sono convinto che quell’anno ci saremmo salvati. Sarei rimasto tutta la carriera a Taranto, ho girato tanto, ma una piazza come quella rossoblù, con una tifoseria così importante, non l’ho mai vista”.
Parliamo della squadra attuale, che è prima in campionato con un distacco di sette punti dal Casarano. Che impressione ti ha fatto la formazione di mister Laterza?
“Il torneo è ancora lungo e ci sono ancora degli scontri diretti. Devono affrontare compagini come Cerignola, Altamura e Lavello, o comunque ci sono anche le squadre campane che sono sempre complicate. In queste settimane, vedendo qualche partita in TV, ho notato una squadra molto compatta, fastidiosa e difficile da superare. Hanno un gruppo importante composto da quantità e qualità. Magari, a differenza del Casarano, non hanno nomi da altre categorie ma, come abbiamo visto in altre situazioni, i nomi non sempre aiutano a vincere. Poi, in più, subiscono poco e hanno giocatori come Falcone e Corado che sono dei miei amici, Ferrara che è under ma gioca da over, Marsili che sembra un giovanotto, Tissone che dà qualità e poi c’è Diaz che, nonostante alcune critiche, sta facendo un qualcosa di importante. Conta molto il gruppo e lo stimolo, e tutti i giocatori stanno dimostrando di meritare di indossare la casacca rossoblù, non è facile ma hanno una marcia in più. Per me sono in pole”.
Concludiamo tornando al match di domani, che partita vi aspettate?
“Bisognerà sbagliare il meno possibile e non lasciare molti spazi o errare le uscite. Dobbiamo essere compatti ed equilibrati, il campo è grande e, se non c’è compattezza, rischi di prendere delle imbucate. Dobbiamo rimanere concentrati fino alla fine, servono punti per ripartire con il piede giusto”.