OTTAVI DI FINALE

Il Psg resiste al Barça e passa, deja-vu Liverpool a Budapest

Messi prova a guidare la "remuntada", ma sbatte su Navas. I Reds superano ancora il Lipsia in 3'
   Armando Torro

11 Marzo 2021 - 07:00

Tempo di lettura: 4 minuti

Forse è la fine di un'era, forse è il definitivo passaggio di consegne quello andato in scena al Parco dei Principi di Parigi nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League.

Le sensazioni di tre settimane fa sono state in un certo senso confermate dalla sfida tra Paris Saint Germain e Barcellona, anche con una partita decisamente diversa. Perché la squadra di Koeman non aveva nulla da perdere, partendo dall'1-4 del Camp Nou, perciò ha giocato fin dall'inizio con la voglia di "remuntada" creando diversi pericoli dalle parti di Navas.
Peccato per il Barça che l'irritante Dembélé abbia cestinato due occasioni con sufficienza, senza la cattiveria richiesta in area di rigore, e soprattutto che l'ex portiere del Real Madrid si sia mostrato in versione Mondiale 2014, quando con le sue parate riuscì a portare il Costa Rica ai quarti.

In particolare una, quella che è stata la vera sliding door della partita, all'ultimo minuto di recupero del primo tempo. Colpa (o a questo punto, merito) del secondo rigore causato in due partite da Kurzawa, già ammonito e graziato dall'arbitro inglese Taylor, che ha colpito Griezmann nel tentativo di spazzare il pallone.
Dal dischetto il costaricense si è mosso sulla linea indovinando il lato verso cui ha mirato Messi col sinistro e ha respinto la botta della Pulga con il ginocchio e con l'aiuto della traversa, amica già a metà frazione dopo la deviazione sul destro in corsa di Dest.
Dal possibile 1-2 con l'inerzia della gara dalla parte del Barcellona al momentaneo e poi definitivo 1-1 con le firme proprio di Messi e di Mbappé, l'altro protagonista atteso, quello del passaggio del testimone.

L'enfant prodige non ha sbagliato dagli undici metri, portando inizialmente in vantaggio i suoi al 30' dopo le paure e la sfuriata blaugrana, ma ha sbagliato a fine partita il gol del 2-1 e non è stato brillantissimo, come il resto della squadra di Pochettino.
A parte Navas, decisivo sia nel primo che nel secondo tempo su Busquets oltre che su Dembélé, e Marquinhos, capace di negare due volte in tre secondi la doppietta a Messi. Già, perché il capitano del Barça il suo l'ha fatto - forse rinfrancato dalle parole di affetto del nuovo/vecchio presidente Laporta - con una sassata mancina dai 25 metri sotto la traversa e con una partita da leader che non si arrende fino all'ultimo. 

Se sarà un passaggio di consegne, lo sarà di coppia: per la prima volta dopo 16 anni né Cristiano Ronaldo né Messi giocheranno i quarti di finale di Champions League, ma ci saranno sia Mbappé sia Haaland che hanno la loro stessa differenza di età.
Il Diez non è riuscito a evitare l'eliminazione agli ottavi dei suoi, fatto che non accadeva da 14 anni e fu per mano dell'altra squadra protagonista della serata, il Liverpool.

I Reds sono sì in crisi e attualmente settimi in Premier League, ma hanno sempre avuto la vocazione europea e può testimoniarlo il fatto che finora siano l'unico club nella moderna Champions League ad aver vinto la coppa (nel 2004/2005, e caso vuole che la finale di quest'anno sia proprio all'Atatürk di Istanbul) senza che in quella stagione fosse riuscito a qualificarsi attraverso il piazzamento in campionato. E soprattutto Klopp nella sua esperienza europea ha perso solo una partita nella fase a eliminazione diretta nei 90', contro l'Atletico Madrid all'andata nell'ultima edizione: la gara di ritorno di un anno fa esatto terminò ai supplementari in favore dei rojiblancos, quindi il Liverpool è sempre da temere.
Anche quando non concretizza qualcosa come 7 palle gol nitide davanti al portiere avversario, cioè quello che è successo ancora alla Puskas Arena di Budapest - stesso campo neutro dell'andata, per la prima volta nella storia della Champions, che ospiterà ugualmente anche il ritorno tra Manchester City e Borussia Moenchengladbach - contro il Lipsia.

Il padrone di casa Gulacsi si è superato più volte su Salah, Mané e soprattutto su Diogo Jota per tenere il risultato sullo 0-0, che è rimasto tale anche grazie alle parate dall'altra parte di Alisson e alla traversa colpita da Sorloth poco prima del vantaggio dei Reds al 70'. Errore di posizionamento della difesa, verticalizzazione di Mané per Jota e del portoghese a smarcare Salah, controllo dell'egiziano, rientro e sinistro chirurgico sul primo palo.
Ed ecco il deja vu: esattamente come all'andata tre settimane fa, il raddoppio è arrivato in 3', ma stavolta col tap-in di Mané sul cross dalla destra del neo entrato Origi che ha spento ogni velleità di rimonta dei tedeschi e la partita stessa, scivolata lentamente fino al triplice fischio finale.

Psg-Barcellona 1-1
Mbappé r 30' (P); Messi 37' (B)
Liverpool-Lipsia 2-0
Salah 70', Mané 73'

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