OLIMPIADI

Tokyo 2021, la prima arbitro donna è tarantina: si tratta di Roberta Chyurlia

Nel 2017 venne eletta come la migliore d'Europa nel suo ruolo
   Redazione MRB.it

16 Febbraio 2021 - 15:30

Tempo di lettura: 3 minuti

Roberta Chyurlia, tarantina, è la prima arbitro donna italiana alle Olimpiadi. In attesa di Tokyo 2021 ci racconta che il judo è un mondo che le appartiene fin dalla nascita.

«Essere la prima donna arbitro mondiale di judo è un’emozione bellissima - afferma Chyurlia, 41 anni - .L’anno scorso eravamo vicini all’ufficializzazione della selezione per il 2020 ma la pandemia ha fermato tutto. Un sogno interrotto per gli atleti e per gli arbitri. Ricevere la lettera dopo un anno così difficile è stato un segno di speranza per il futuro».

Chyurlia, che era già stata nel 2017 la migliore arbitro donna d’Europa, racconta così il momento in cui ha ricevuto la lettera: «Qualche sera fa - spiega - il mio telefono non stava funzionando, la memoria era piena e stavo effettuando un backup. Nel momento in cui ho riattivato tutto la prima mail ricevuta è stata da parte della federazione internazionale per la comunicazione formale dell’IJF. Credo di aver razionalizzato ciò che è accaduto solo il giorno seguente. Sono felice di essere fra i migliori 16 arbitri al mondo, ho iniziato questo percorso solo tre anni fa».

Prima di lei ci sono stati cinque uomini: Pio Gaddi (Montreal 1976, Mosca 1980, Los Angeles 1984 e Seoul 1988), Fulvio Aragozzini (Barcellona 1992), Giancarlo Celotto (Atlanta 1996), Pasquale Chyurlia, padre di Roberta (Sidney 2000, Atene 2004) , e Massimo Sulli (Londra 2012).
Essere “figlia d’arte” non è sempre stato facile. «Tutta la mia famiglia è coinvolta in questo sport: mio padre, mia madre e mio marito. Mi reputo fortunata perché chi è vicino a me condivide la stessa passione e comprende i sacrifici. trascorrere tanto tempo lontano da casa non è semplice ed essere compresa e supportata è una grande forza. Vivo in questo ambiente sin da bambina e ci sono state anche delle difficoltà legate all’essere “figlia d’arte”. Devi dimostrare di più degli altri. Per questo motivo la mia famiglia in un primo momento ha anche cercato di dissuadermi e adesso posso finalmente ripagare i loro sacrifici. Per me sarebbe stato un sogno anche diventare arbitro mondiale, questo nuovo obiettivo raggiunto è incredibile».

Roberta Chyurlia è anche un avvocato penalista. «Per lavorare nel settore penale bisogna essere sul posto - specifica l’arbitro tarantina - e dallo scorso anno ho dovuto ridimensionare la mia attività. Sedici competizioni mondiali vuol dire continui spostamenti tra continenti, ho dovuto ridurre il lavoro ma lo rifarei migliaia di volte». Il judo è un mondo del tutto egualitario secondo Chyurlia: «La disciplina abitua ad avere contatti fisici senza differenze tra bambini e bambine. Questo permette di riconoscere l’altro sesso come un compagno di allenamento e di gioco, un avversario alla pari e di capire quando invece l’approccio è di altro tipo. C’è molto rispetto tra colleghi, è un mondo paritetico, inoltre la Federazione internazionale ha istituito nell’organigramma anche una sezione dedicata alla parità di genere. È uno sport completo che prepara a ogni disciplina, lo consiglierei a tutti, in particolar modo alle bambine».

Fonte: cronachetarantine.it

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