Redazione MRB.it | |
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A mente fredda, il tecnico della Prisma Taranto, Di Pinto, ha analizzato la sconfitta subìta domenica sera contro Cuneo: «C’è tanta amarezza per com’è maturato il risultato: abbiamo fatto una buonissima partita, ci è mancato un pizzico di fortuna che, ahimè, non abbiamo avuto. È stata una trasferta molto dura: la condizione fisica ha influito sull’andamento dell’incontro. Dispiace molto perché prima dell’infortunio di Fiore, giunto all’inizio del terzo parziale, avevamo in mano la partita: in vantaggio per due set, eravamo vicini ad una vittoria importante. Nei primi due set, siamo andati bene in tutti i fondamentali; Cuneo è stata brava a sfruttare le nostre insicurezze per rientrare, pienamente, in partita. Noi, dal nostro canto, abbiamo subito qualche battuta di troppo in ricezione, tra il quarto ed il quinto set, che ha fatto la differenza. Nonostante fossimo calati fisicamente, la squadra ha lottato fino alla fine per cercare di portare a casa la vittoria, ma non è bastato».
Sin qui l’analisi di coach Di Pinto, affidata ad un comunicato stampa del club. Noi vogliamo addentrarci, invece, in un’analisi più dettagliata che coinvolge nel suo complesso tutte e sei le partite giocate sinora dalla Prisma Taranto: tre vittorie, tre sconfitte di cui due al tie-break. Tre sono le gare ancora da recuperare.
COSA NON VA
ATTACCO
E partiamo proprio dall’efficacia in attacco da parte degli schiacciatori a disposizione di Di Pinto. Il dato totale di squadra ci offre una percentuale di positività piuttosto bassa (43,4 %) che è superiore soltanto a quella di compagini di fascia bassa come Cantù, Lagonegro e Mondovì. Con 71 errori in questo fondamentale la Prisma Taranto è la più fallosa della serie A/2.
I continui problemi fisici accusati dai tre martelli ricevitori presenti in organico ne ha certamente limitato il rendimento (basti pensare ai problemi alla schiena dell’ormai ex rossoblù Parodi o a quelli al polpaccio di Fiore) costringendo il palleggiatore Coscione a chiamare quasi sempre in causa Padura Diaz o ad optare – sempre che la ricezione lo consentisse – sul gioco al centro. L’opposto cubano nonostante un rendimento altalenante è comunque terzo nella classifica dei migliori realizzatori e sesto nella speciale graduatoria per numero di punti ottenuti a muro. Avrebbe bisogno di rifiatare in quei momenti del match in cui fatica a mettere palla a terra. Un ricambio all’altezza sarebbe per lui da stimolo dal punto di vista dalla sana competitività.
Incrociando i dati – punti realizzati ed errori commessi in tutti i fondamentali (battute sbagliate, ace subìti, muri punto subìti) – per ciascun giocatore si arriva ad una percentuale di efficacia: Padura Diaz ha registrato il 42% rispetto ai punti messi a segno, Parodi e Gironi si attestano al 35% e Fiore è addirittura al 18%
RICEZIONE
I problemi nella ricostruzione del gioco partono in gran parte da questo fondamentale. La Prisma se ha delle basse percentuali d’attacco è a causa soprattutto di una ricezione poco precisa che costringe il palleggiatore Coscione a correre per il campo, ad effettuare alzate a volte poco precise o effettuate addirittura in bagher. Dall’analisi dei dati correlati tra numero di ricezioni totali (467) e ricezioni scoutizzate alla voce negative (182) si arriva ad una percentuale del 39% che è tra le peggiori della serie A/2, sotto c’è solo il fanalino di coda Lagonegro.
In questo contesto si inseriscono le prestazioni al di sotto delle attese fornite dal libero Goi che ricordiamo è sceso in questa categoria dopo quasi dieci anni di Superlega. Le squadre avversarie hanno individuato in lui il punto debole della ricezione jonica e lo puntano decisamente in battuta. Infatti, Goi è il libero di tutta la serie A/2 che ha ricevuto più palloni (185). Un’anomalia se si pensa che di solito le squadre avversarie cercano di non battere sul libero che dovrebbe essere lo specialista di ricezione ma sullo schiacciatore più debole in questo fondamentale. Esempi? Galliani di Brescia, Bertoli di Cantù, Marinelli di Ortona o Di Silvestre di Santa Croce per limitarci a giocatori visti , sinora, tra gli avversari della Prisma Volley.
BATTUTA
Doveva essere uno dei punti di forza della squadra allenata da Di Pinto con specialisti del calibro di Diaz, Fiore e Gironi per quella in salto o Alletti e Coscione per quella salto float. Taranto è una squadra che rischia molto in questo fondamentale ma che non ha raccolto, sinora, un numero di punti diretti (26) tali da giustificare i tanti errori commessi (93 su 556 colpi effettuati dalla linea di fondo che fanno il 17% di fallosità). Di peggio, sempre incrociando i dati, ha fatto solo Santa Croce con il 17,5%.
COSA VA
MURO
In questo fondamentale la Prisma sfrutta l’ottima attitudine sia fisica (gli oltre due metri dei centrali) che tattica dei suoi giocatori. E’ seconda in questa speciale graduatoria di squadra. Il centrale Di Martino si è rivelato una garanzia in tal senso (16 muri vincenti) ma anche Padura Diaz (15 muri vincenti), Fiore (8) e Gironi (8) sono bravi a muro.
IL GIOCO AL CENTRO
Funziona e funziona bene questa opzione di attacco a disposizione del regista Coscione. Di Martino – e Alletti sono ottimi interpreti e forniscono buone percentuali di positività in attacco (60% il primo, 50% il secondo) ed una ridotta percentuale di errore.
I GIOVANI DA VALORIZZARE
In sede di mercato coach Di Pinto è riuscito ad accaparrarsi due ventenni di grande prospettiva contesi da diversi club come lo schiacciatore Gironi – che sta già mostrando il suo potenziale dopo esser stato inserito nel starting six titolare a seguito della dipartita di Parodi – ed il secondo libero Hoffer che potrebbe essere utilizzato più spesso per rinforzare la seconda linea quando l’avversario è in battuta perché per quel poco visto sinora ha mostrato qualità importanti.
CONSIDERAZIONI FINALI
La Prisma Taranto, per motivi facilmente riconducibili ad una condizione fisica deficitaria non è riuscita ancora ad esprimere tutto il potenziale di cui dispone. Tenendo conto che ci sono lacune di organico da colmare al più presto come quella dell’assenza di un settimo uomo che costituisca una valida alternativa sia nel ruolo di schiacciatore che in quello di opposto. Il ritorno sul mercato è più che mai necessario. Per il resto, ossia battuta-ricezione, conoscendo coach Di Pinto siamo sicuri che “torchierà” bene bene in palestra i suoi ragazzi...
Fonte: corriereditaranto.it - Giovanni Saracino