NUOTO

Crocicchio: 'Benedetta? Va sempre a mille, lei è talento e consapevolezza'

Intervista al massaggiatore sportivo di Benedetta Pilato, Davide Crocicchio
   Roberto Orlando

23 Novembre 2020 - 18:20

Tempo di lettura: 3 minuti

Dietro le vittorie e i risultati di Benedetta Pilato c’è uno staff che la segue e che la aiuta a crescere sotto ogni aspetto. Il lavoro dietro le quinte del suo staff, quello che non si vede ma che alla fine si sente nelle prestazioni, è fatto anche di professionisti che preparano l’atleta ad affrontare gli allenamenti quotidiani e le competizioni internazionali alle quali la ranista tarantina è chiamata.
Abbiamo ascoltato Davide Crocicchio, massaggiatore sportivo di Benedetta Pilato, che segue da tre anni la ranista tarantina. Ci siamo fatti raccontare come affronta il suo lavoro sull’aspetto sportivo del corpo.

Davide, da quando segui Benedetta?
Ho iniziato a seguire Benedetta dall’età di 12 anni su richiesta di Salvatore (il papà di Benedetta, ndr). Era ancora una atleta emergente e ho accettato la sfida perché a me piace sempre cercare nuovi stimoli. Da allora, anzi meglio, da quando ha vinto l’argento ai mondiali di Corea, seguo anche altri atleti professionisti come pugili, bi e tri-atleti e la karateka Semeraro.

Quanto influisce il lavoro del massaggiatore per l’allenamento e la performance della gara? “Trattare” la Pilato è la stessa cosa che trattare un altro tipo di atleta?
Il massaggio cambia a seconda della disciplina. Il corpo è come un’auto, occorre la manutenzione per prevenire gli infortuni e ci focalizziamo su ogni esigenza dell’atleta. Il massaggio inoltre lavora non solo sull’aspetto fisico ma anche sull’aspetto mentale, che non va trascurato. Le prestazioni degli atleti vengono condizionate proprio dall’aspetto psicologico. Quei centesimi di differenza nascono più dagli stimoli e dalla “fame” di vincere che dalle capacità e caratteristiche fisiche. E il massaggio è quel dettaglio che fa la differenza.


Benedetta com’è dal punto di vista della "fame"?
Benedetta va sempre a mille. Da quindicenne vive questa avventura come una novità, riesce perciò a gestire la pressione come se fosse ancora un gioco. Lei si è prefissata obbiettivi che sta raggiungendo nonostante i tanti sacrifici per la sua adolescenza perché è entrata nell’ordine delle idee della disciplina e della costanza.

Il segreto è proprio quello?
La ricetta è allenamento, costanza e dedizione. Il miglioramento c’è adesso e ci sarà in futuro, perché Benedetta ha preso consapevolezza del proprio corpo. Nonostante abbia vinto tante gare, non si sente arrivata e questo la tiene sempre affamata. In questa condizione vive con maggiore leggerezza i suoi impegni. Il talento ce l’ha, le sue capacità si sviluppano attraverso lo studio e la pratica.

Idem per il tuo lavoro.
Certamente. Anche io mi sono messo in gioco e lavoro per migliorarmi.

Con quale frequenza lavori con Benedetta e che tipo di lavoro svolgi?
In vista delle competizioni tratto Benedetta una o due volte a settimana in modo da ridurre l’ansia attraverso la riduzione del livello di serotonina e cortisolo. Col massaggio mi rendo conto delle sue tensioni, di quello che ha bisogno. Prima di Budapest ci siamo visti, nei 40 giorni ungheresi è stata seguita da un massaggiatore messo a disposizione della squadra. Lì usano gli elettromedicali come la TECAR, per prevenire gli infortuni. Io preferisco la terapia manuale perché oltre a sciogliere le tensioni muscolari occorre defaticare il corpo. Inoltre, come detto prima, si scioglie anche lo stress. Alle volte Benedetta nella fase di rilassamento si è anche addormentata...

Prendersi cura del proprio corpo, non solo per gli sportivi?
Io ho studiato all’estero, c’è una differenza tra diverse culture: alle volte la frenesia odierna ci fa dimenticare di prenderci cura del nostro corpo. Per esempio nei paesi scandinavi ci sono altri ritmi, altre priorità: la gente ha una maggiore cura del proprio corpo per poter “staccare” dallo stress giornaliero. È una sfera importante per la propria vita e c’è molta attenzione su questo.

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