Carlo Esposito | |
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Il Taranto va in “bianco” nella gara interna contro il Sorrento che, pur senza impressionare, riesce ad espugnare lo Iacovone finalmente riaperto al “pubblico”.
Sangue freddo, raziocinio, calma e fiducia devono essere, soprattutto dopo una sconfitta immeritata, i punti fermi per poter esaminare il primo vero scontro al “vertice” di questo campionato.
Sangue freddo: inutile gettarsi nel giudizio scontato del “abbiamo cominciato pure quest’anno”; perdere ci sta, soprattutto per una squadra impegnata a trovare la condizione migliore e trovarsi in uno schema che a poco più di 4 settimane dall’inizio della stagione, risulta ancora in rodaggio.
Raziocinio: il Taranto non è dispiaciuto, è squadra ben messa in campo, (quasi) sempre pronta, poco chiacchierona e molto pratica come il suo mister, concede poco e propone (almeno per il momento attuale) abbastanza. Certo, se l’occasione di Stracqualursi fosse stata sfruttata nel migliore dei modi, oggi i rossoblu sarebbero in testa alla classifica appaiati col favorito Casarano, corsaro fuori casa. Bisogna lavorare duro per migliorare l’attacco nel suo complesso, senza commettere l’errore di accollare sul solo terminale offensivo, il cattivo andamento della gara.
Calma: è impossibile pensare di ottenere da una squadra completamente rivoluzionata, il massimo fin dalle prime battute. Il Taranto ha bisogno di rodarsi, cercando di non perdere terreno dalle “più favorite”. Non è concepibile pensare che una squadra che stravolge i suoi assetti, progetto tecnico, parco calciatori nella sua totalità, possa concedere prestazioni totalmente convincenti dalla prima di campionato. Le prossime 3 settimane ci sveleranno e confermeranno se l’organico è all’altezza delle aspettative, competitivo e vincente. Ma sarà sempre il campo a sancirlo, non le parole.
Fiducia: è doveroso concederla, lo dobbiamo anche a noi stessi. A costo di rischiare l’ennesima delusione. Non deve esistere una, una sola persona, speranzosa nella disfatta domenicale a dispetto di questo o quel rappresentante societario. Non sapremo mai se in questo preciso momento storico, l’assenza del pubblico, favorisca o meno gli uomini di mister Laterza e questo a prescindere dall’ipocrisia del 12° uomo in campo.
Se è vero che il Taranto risulta sempre più distante dal suo pubblico, tanto da consegnare il “Testa di calcio” settimanale al contatore dei tagliandi venduti (un sabato da sbarco dei 1000 ed una domenica da 1 su 4…), va anche considerato che tutto lo staff può concentrarsi esclusivamente sul lavoro, senza ingerenze esterne.
Ma la società faccia suo il quadro deludente di uno stadio che, a sette mesi dall’ultima partita “a porte aperte”, al netto del terrore psicologico dovuto al Covid-19, risulta desolatamente vuoto. Vuoto non nelle presenze miseramente conteggiate, ma nello spirito. L’indifferenza dimostrata nella gara interna contro il Sorrento arriva da lontano. Sarebbe il caso, nel giusto e silente lavoro, pensare di a ristabilire al centro del mondo calcio, la parte più importante della sua essenza: IL TIFOSO.
Nulla si sa delle due gare da rimborsare agli abbonati 2019-2020, nulla si sa degli abbonati 2019-2020, nessuna iniziativa fidelizzante, nessun “merito” nei confronti dei pluriannuali abbonati, nessuna notizia di marketing: nulla per il tifoso.
Il Taranto, la sua società e di conseguenza la sua squadra non può prescindere da questo piccolo grande concetto: il tifoso al centro del progetto.
Domenica, Casarano, risulta la miglior partita da affrontare: contro la capolista, contro la favorita, senza il favore dei pronostici, quasi un gradino in basso. Affrontarlo con lo spirito di chi deve dimostrare la sua forza è il modo migliore per dare la zampata sul campionato.
“Ci vuole calma e sangue freddo…” per trovare la propria identità…
Senza paura.