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Simone Cataldo |
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Domenica alle ore 15:00 avrà inizio sui vari campi la terza giornata del raggruppamento H di Serie D, con il Taranto che si vedrà impegnato in terra campana contro la modesta Puteolana. Gli avversari reduci da una vittoria e una sconfitta nelle prime due contro Fasano (3-2) e Gravina (4-1), sembrerebbero esser in serie difficoltà, tanto da aver annunciato nelle ultimissime ore il cambio di direttore sportivo. Inoltre, prima dell’esordio stagionale in campionato si vociferava che date le difficoltà economiche del club, i giocatori si sarebbero non potuti presentare in campo, con lo schieramento della sola ed unica rosa della selezione Juniores. In vista del match in programma per domenica, dunque, abbiamo intervistato in esclusiva l’ex tecnico di entrambe le compagini, ovvero Eziolino Capuano, che da poco ha rescisso il proprio contratto con il Foggia.
Vorremmo dar inizio a questa nostra chiacchierata parlando di un precedente molto importante tra i due sodalizi, al centro del quale compariva lei. Stiamo parlando di Taranto-Puteolana, 24esima giornata del raggruppamento C di Serie C2 disputatasi nel lontano 25 febbraio 2001. Lei era al timone dei campani, e difronte a 15000 sostenitori rossoblù riuscì a spuntarla con l’ausilio di una massima punizione trasformata da Chietti. Cosa ricorda di quel match?
“Ricordo molto bene quella gara che fu decisa dal rigore segnato da Chietti. Ricordo che lo “Iacovone” era pieno e fu una vera e propria soddisfazione vincere quel match. Nonostante quei tre punti il Taranto a fine stagione raggiunse la promozione in Serie C1, e ricordo che la Puteolana con me in panchina fece un grande campionato, oltre a giocare un ottimo calcio. A fine anno, dopo un ottimo campionato, diversi nostri giocatori furono ceduti a club di Serie A e Serie B, seppur si trattasse di un organico prevalentemente giovane. Nonostante siano passati 19 anni ricordo quella gara come se fosse ieri, si giocava alle 16:00 e la preparammo benissimo. Basterebbe pensare che io andai a Taranto come avversario, ma ero a tutti gli effetti un allenatore degli ionici, dal momento in cui firmai un contratto a gennaio con il presidente Pieroni. Fu una grande vittoria”.
A distanza di tanti anni, le due società sono passate dal disputare un campionato semi-professionistico, alla massima serie dilettantistica, che i più anziani ed esperti preferiscono chiamare “Interregionale”. Indubbiamente tanti sono stati i cambiamenti, con i rossoblù che dopo esser tornati in Serie D non riescono più a risalire, e con la Puteolana che riscontra tante difficoltà non solo a livello economico. Vorrebbe esprimere un suo pensiero nei confronti di entrambe?
“Ho un ricordo bellissimo di Pozzuoli, e la Puteolana ottenne grandi risultati sotto la mia guida e quella di Monnagreco. Insomma, la Puteolana ha una storia molto importante alle proprie spalle. Per quanto concerne Taranto, vederli disputare il campionato Interregionale è qualcosa di subdolo. Si tratta di una città bellissima sotto il punto di vista estetico, oltre che esser una delle piazze più belle in cui abbia allenato. Risulta mortificante vederli militare in Serie D, e mi auguro che quanto prima possa uscire dall’inferno dei dilettanti per passare al purgatorio della Serie C, raggiungendo di seguito la Serie B. Sarebbe inutile dire frasi di circostanza, perché vedere gli ionici in questa categoria ha un retrogusto amaro non solo per i tifosi e la piazza, bensì anche per la società stessa. Altre parole risulterebbero superflue”.
Nel corso di quest’ultime settimane seppur sia stato impegnato frequentemente con le questioni legate al Foggia Calcio, ha avuto modo di seguire l’inizio di campionato di Puteolana e Taranto? Se si, cosa ne pensa?
“Seguo tutto, e penso che Puteolana e Taranto siano due realtà diametralmente opposte. I campani lotteranno per la salvezza, e i risultati sono la conseguenza della costruzione di una rosa molto giovane. Inoltre ad oggi vive grandissime difficoltà interne. Gli ionici, almeno me lo auguro, lotteranno fino a maggio per la vittoria del campionato. Ribadisco, si tratta di due squadre differenti, con il Taranto che è stato costruito per vincere il campionato e la Puteolana che dovrà cercare nell’impresa di mantenere la categoria”.
Infine, siamo curiosi di chiederle se fossero fondate le voci estive secondo le quali lei fosse stato contattato dal Taranto in estate, salvo poi sceglier di andare a Foggia ed infine rimanere tra la lista degli “svincolati” nonostante lei abbia fatto molto bene in carriera.
“Penso che negli ultimi 8 anni siano stati risultati a parlare per me, sono stato uno dei migliori in Serie C. Basti pensare che lo scorso anno ad Avellino io e i giocatori abbiamo compiuto un vero e proprio miracolo, nonostante tre cambi societari e una squadra fallita sotto tutti i punti di vista. Nonostante le tante difficoltà siamo riusciti addirittura a disputare gli spareggi promozione. Conseguentemente hanno fatto delle scelte che ad oggi ancora non mi spiego, io ho deciso per la risoluzione, pur di andare a Foggia. Quest’ultima non ha bisogno di presentazioni, l’ho scelta in virtù del suo blasone. Purtroppo dopo il periodo iniziale mi sono reso conto del fatto che non ci fossero le giuste componenti per far sì che mettessi in pratica il mio calcio e sono andato via. Questa è la verità, e credevo che non ci fossero le condizioni per applicare il mio credo calcistico oltre che a livello qualitativo, perché la squadra non avrebbe mai potuto disputare un campionato all'avanguardia. Confermo di esser stato cercato dal Taranto in estate, ma ho deciso di non accettare la proposta perché non conoscevo la categoria, e non potevo allenare in una categoria a me sconosciuta”.