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A Madònne sàpe a cè tene le recchìne

TESTA DI CALCIO, la nuova rubrica di Carlo Esposito
   Carlo Esposito

01 Ottobre 2020 - 08:00

Tempo di lettura: 3 minuti

Escludendo i di campionati fermi per i conflitti mondiali, quella targata 2020/2021 è, di sicuro, la stagione più anomala mai vissuta dal calcio Nazionale. Il mondo calcio risulta essere l’unico circo in barba alle più elementari norme di sicurezza e di distanziamento sociale, tanto raccomandate ai comuni normali a tal punto che oggi il mondo Ultras non è più il pericolo numero uno negli stadi.

Il Taranto impatta sul campo del Picerno, dove un tempo non tanto lontano, si faceva a “pugni” per conquistare la “testa” della classifica mentre oggi ci si ritrova “testa a testa” per conquistare un pugno di punti. Guaita decide di mettere la sua, di testa, e a due passi dall’arbitro, concede a D’Angelo, lo show teatrale più squallido di un calcio fatto esclusivamente di signorine, cadendo rovinosamente a terra e decretando l’espulsione sacrosanta quanto evitabilissima del nr. 7 nostrano: a lui va la prima assegnazione del Testa di Calcio stagionale.

Un Taranto sicuramente incoraggiante, soprattutto la prima mezz’ora, quando la parità numerica ha evidenziato il lavoro di mister Laterza e un gruppo di uomini ben amalgamati. Certo, bisogna anche dire che il Picerno è tutt’ora un “cantiere aperto” e la squadra risulta costruita in pochissimo tempo; resta, quindi, il rammarico per non aver saputo approfittare del tempo perso dagli uomini di Mister Ginestra, risultati pericolosi solo in una fortunata occasione di Esposito che manda di poco a lato di testa, una spizzata in area di rigore rossoblu.

Il Taranto indossa finalmente la nuova casacca targata F&G: bella e, quest’anno, senza benedizione alcuna, ci regala il primo punto stagionale. Semplice e nel classico stile anni ’60, si spera possa essere presto nel point on-line in costruzione dalla società insieme alla tanto sospirata maglia rossoblu a tutt’oggi, oggetto sconosciuto. È un Taranto silenzioso, quello 2020/2021; poche parole, pochi proclami, poco chiasso. Ed è proprio questo un elemento che preoccupa tutti e fa pensare non poco: il Taranto calcio non è più sulla bocca e nei pensieri dei tifosi.

Scomparso, nascosto, defilato, da febbraio non è più il fulcro dei discorsi in città. Il caffè con gli amici è mutato nelle preoccupazioni di un nuovo anno scolastico così carico di incognite, nel fantasma di un inverno a monitorare la curva dei contagi e nell’angoscia delle difficoltà economiche di una città che, già martoriata dagli atavici problemi occupazionali, si ritrova a leccarsi le ferite del recente lock down.

E per non farci mancare nulla, a pochi giorni dall’inizio del campionato, giunge “puntuale” la notizia del sequestro delle quote del Taranto. La notizia ha un doppio risvolto: se da un alto preoccupa il cuore degli appassionati rossoblú per eventuali risvolti in campo, dall’altro viene presa di petto dal sempre preciso Vicepresidente Sapia durante la prima e storica “covidiana” conferenza stampa allo Iacovone, “...l’operatività, la gestione e l’autonomia del Taranto sono garantite…” ed ancora “…ci chiediamo perché questa notizia sia uscita proprio ora…”. Ce lo chiediamo anche noi, un po' tutti, come fu fatto l’anno scorso quando qualcuno ipotizzò a poche ore dall’inizio del campionato, nello stupore generale di tutti, l’esonero di Nicola Ragno: tempismi perfetti.

Dopo il Picerno, domenica debutto in casa col “promosso” Bitonto, anzi retrocesso. Destino vuole che il Taranto incontri nelle prime due giornate, le due squadre imputate di aver aggiustato il risultato nella gara del campionato 2018/2019, il 5 maggio. 5 Maggio, gara truccata, Bitonto, Picerno… è proprio il caso di dire: A Madònne sàpe a cè tène le recchìne…

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