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Vito Fasano, il ricordo di Mario Guadagnolo

Le parole dell'ex Sindaco di Taranto affidate al suo profilo Facebook
   Redazione MRB.it

16 Giugno 2020 - 11:01

Tempo di lettura: 3 minuti

"E così Vito Fasano se n'è, andato. All'improvviso, senza avvertirci. Con uno dei suoi soliti colpi di testa. E già che orgoglioso com'era non avrebbe sopportato i nostri sguardi di circostanza. Si Vito era così, uno orgoglioso, uno tosto, uno con il quale andare d'accordo era davvero difficile. Però quando trovavi la sintonia giusta e lui si convinceva che eri la persona giusta, quella con cui poter dialogare perchè capivi il suo guardare avanti scattava la magia e l'intesa era per sempre.E allora erano scintille perchè Vito pensava, ideava, progettava, proponeva e guardava avanti sempre avanti con in testa lo sviluppo della città. Vito guardava oltre, gettava sempre il cuore oltre la siepe e i suoi progetti non erano per domani ma per dopodomani.

Vito Fasano era infatti un imprenditore vero, un visionario che pensava con anni di anticipo e si buttava a capofitto nella mischia con una generosità senza pari anche a costo di rompersi l'osso del collo. E un imprenditore se non rischia che imprenditore è. Era un gladiatore, un lottatore. E anche se qualche progetto non andava in porto perchè non trovava accoglienza nelle sedi giuste perchè magari non era capito non si scoraggiava. Testardamente insisteva fino a convincere l'interlocutore delle sue ragioni.

Con me, malgrado avessimo lo stesso carattere testardi e spigolosi, andava come si suol dire a "cazetta" perchè mi considerava un sindaco sui generis che però aveva come lui il vizio di guardare avanti e sognare un futuro grande per questa nostra città. Diventò Presidente del Taranto e come tale mi chiese un contributo per la squadra. Io ovviamente lo mandai a spigolare come ero solito fare davanti alle proposte oscene. Un comune non può infatti elargire danaro pubblico ad una società privata. Lui si adombrò e sulla stampa montò un casino. Ma dopo il primo scazzo comprese le mie ragioni. Successivamente chiesi alla Ponteggi Dalmine la ditta costruttrice dello Stadio Iacovone di affidare il subappalto della costruzione delle opere edili a lui. Si poteva fare perchè a norma di legge era nella facoltà dell'impresa affidare il subappalto. "Questo è il mio contributo al Taranto" gli dissi. Lui ne fu contento perchè capì che da parte mia non si trattava di disinteresse per la squadra ma di rispetto della legge.

Con i miei assessori che per ragioni di delega erano costretti ad avere a che fare con lui, Michele Armentani, Franco De Feis, Alfredo Venturini, Nicola Melucci era in sintonia e la collaborazione tra Vito e loro ha dato frutti importanti alla città in termini di realizzazione di opere pubbliche. Vito Fasano era un creativo, uno che sapeva pensare e pensare alla grande, si elevava di una spanna sugli altri imprenditori tarantini per fantasia, creatività, lungimiranza. Davvero un peccato che se ne sia andato. Avrei voluto vederlo. lo avrei abbracciato forte forte come si usa tra veri uomini e lo avrei ringraziato per aver pensato sempre al futuro della città che ha il dovere di annoverarlo tra i suoi uomini migliori. Ci mancherai Vito. Ci mancheranno i tuoi colpi di testa, il tuo orgoglio, la tua testardaggine, il tuo essere un visionario, la tua intelligenza ma in fondo anche la tua umanità e la dolcezza che nascondevi dietro qual maledetto caratteraccio che esibivi forse per difenderti. Ciao Vito".

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