Carlo Esposito | |
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Ultimo appuntamento, analizzando la stagione 2019/2020 che non ha visto il suo termine sul campo. Entra in ballo una nuova azienda che sostituisce la Joma: la GIVOVA di Scafati.
Con Joma i risultati sono stati eccellenti, ma nel corso della stagione 2019/2020, conclusa per colpa del Covid-19, avviene il passaggio di consegne tra l’azienda spagnola e il brand napoletano della Givova...
La premessa è d’obbligo perché l’estate fu turbolenta: avevamo un accordo firmato con Mizuno, azienda leader internazionale giapponese che l’anno precedente aveva vestito il settore giovanile, la quale attraverso questa operazione sarebbe stata introdotta alla sponsorizzazione anche della prima squadra. Le parti erano soddisfatte perché se per l’azienda era, oltre che un piacere, anche uno sguardo all’orizzonte rossoblu (l’accordo firmato era pluriennale), la società ed il sottoscritto, seppur abbandonando la Joma, vedevamo perseguire una sorta di continuità sia in standard lavorativi che in qualità del materiale. Tutto era ormai stato messo in moto alla grande, tant’è che nella mia sede vendita, era stata preparato in grande stile tutta una zona dedicata sia al Taranto FC che all’azienda Mizuno: un grande investimento. Era già stata approntata tutta la progettazione per le nuove mute da gara e, a dirla tutta, era già pronta gran parte della fornitura prevista per la stagione, comprese le maglie gara intese come prima e seconda. Avevamo costruito delle mute particolari prendendo spunto come sempre dalla storia.
Come mai, questo accordo di prestigio viene a saltare?
Sono cose che possono succedere, nel calcio queste operazioni fanno parte di un mercato “aperto”. Taranto è una piazza importante e tanti brand, tante aziende, fanno a gara per accaparrarsela. Tant’è che negli uffici del presidente, insieme al responsabile di Mizuno, al sottoscritto, al D.G. Montella e a Priscilla Franco vengo convocato per una riunione, in cui ci viene comunicato che una nuova offerta commerciale era stata proposta alla società, dall’azienda Givova. Siamo a fine giugno e questa proposta, reputata dalla società più conveniente, fa saltare l’accordo firmato con l’azienda Mizuno che era stata invitata a modificare le sue condizioni contrattuali. Nulla di fatto e l’accordo saltò con mio dispiacere, non perché avessi interessi particolari ma per ovvie ragioni: avevamo “testato” Mizuno attraverso il settore giovanile, constatando l’altissima qualità del materiale; avevamo introdotto gradualmente il nuovo brand lavorando su questa programmazione pluriennale e soprattutto, avevamo lavorato in anticipo con i bozzetti della nuova stagione e con la produzione delle casacche gara, oltre che tutta la programmazione del merchandising.
(i bozzetti definitivi per la fornitura delle maglie marchiate MIZUNO)
Si ricomincia con il nuovo brand...
Vengo contattato dalla società e mi si chiede se sono ancora disponibile a portare avanti il discorso di responsabile per la fornitura anche per la stagione in corso. Se in prima battuta avevo delle titubanze per ciò che era sfumato e, in maniera principale, per tutto il lavoro che avevo svolto per la stagione che andava a delinearsi, pur dovendo affrontare un mondo, metodologie e situazioni diverse, decisi di accettare e gettarmi nuovamente nella mia passione più grande: il Taranto. A far propendere per una decisione positiva, furono anche le telefonate del direttore commerciale Italia Givova, Antonio Mandile e Giovanni Colantuono, responsabile di zona Givova oltre che le incredibili attestazioni di stima della tifoseria che, saputo del cambio di azienda, ci chiedeva ripetutamente se avessimo continuato a gestire il merchandising, riconoscendo grande professionalità al mio lavoro degli ultimi 5 anni. Ecco se c’è un motivo particolare che mi ha fatto scegliere di continuare, quello è stato l’affetto della gente.
Primo incontro in azienda a Scafati...
E’ luglio e il primo incontro con l’azienda mi vede in compagnia del D.G. Montella, Mariagrazia Sigrisi, e Aldo Scardino che raggiungono la sede della Givova direttamente dal ritiro di Polla. Giornata molto particolare quella, perché oltre al fatto che avevamo 20 giorni contati per preparare tutto il materiale, il mondo che andavamo a visitare era completamente nuovo. Ricordo che Aldo ad un certo punto, mi prese il braccio e mi disse “dammi una mano ti prego”, col fumo che gli usciva dalla tesa, perché dovevamo comparare tutta la fornitura degli anni precedenti con articoli completamente nuovi e da scegliere al momento. Ricordo che scelto il materiale, i tempi di Givova non coincidevano con l’inizio della nuova stagione, quindi intervenne la mia azienda che si dedicò, anche nei giorni di pieno agosto, alla completa personalizzazione dei capi. E qui devo nuovamente menzionare il dottor Mandile e Colantuono di Givova perché, come dicono loro, avevano avuto l’onore di avermi tra i loro rivenditori e avevano anche l’esigenza di un punto di riferimento nel territorio, che potesse risolvere questo tipo di problematiche. Comunque, in 3 settimane, tutto il materiale è pronto, e devo ringraziare i due amici di Givova perché pretesi il rifacimento delle maglie del Taranto per ben 6 volte: non erano mai come li avevo immaginati e voluti io e feci capire loro cosa fosse il Taranto per me.
Le maglie gara...
Sia dalla società, che in quel momento è rappresentata dal D.G. Montella, sia dall’azienda di Scafati, ho carta bianca per provvedere alla progettazione e realizzazione delle mute. Per quanto riguarda la prima maglia, ricordo che l’idea mi venne durante il primo incontro in azienda: Givova nei suoi stands aveva esposti tutti i manichini con tutte le maglie delle squadre che vestivano nel mondo e mi colpì in maniera particolare una squadra del campionato messicano dai colori bianco azzurro, che aveva come maglia un disegno a graffi. Da Givova, che aveva il prototipo già disponibile,mi feci fornire il bozzetto e modificato con i nostri colori, la maglia era realizzata. Per la terza maglia scelsi un modello semplice base e in accordo con Aldo Scardino, optammo per il giallo, al quale inserimmo dei profili eleganti rossoblu ai bordi. Lo scoglio era per la seconda per la quale volevo realizzare qualcosa di particolare che ci identificasse nelle partite in cui avremmo giocato in campionato, per il meridione. Prendo spunto da uno degli adesivi del Gruppo ULTRAPAZ curva nord, nel quale è inserita una bella immagine del Ponte Girevole; la estrapolo e riesco a renderla vettoriale per poterla inserire nel basso frontale del bozzetto della maglia: l’effetto è bellissimo, anche perché due bande strette orizzontali rossoblu sul petto e l’inserimento del mai sponsor, la rendono semplice, identificativa ed elegante. Qui interviene mio figlio Francesco al quale faccio sempre vedere quello che realizzo: il parere dei giovani è sempre determinante perché credo che da loro dipende il gusto, la modernità, la scelta di mercato. Francesco mi consiglia di allargare le bande rossoblu tanto da inglobare lo sponsor: la maglia è realizzata ed un bottoncino sul collo la rende ancora più preziosa.
Infine a Polla, non avendo ancora disponibili le maglie gara, realizzo una maglia blu notte con una banda trasversale rossa alla quale viene successivamente applicato il main sponsor per le competizioni successive al ritiro: a tutt’oggi la seconda maglia bianca e questa blu, risultano le più apprezzate in assoluto, dalla tifoseria.
(le quattro versioni di maglie utilizzate nella stagione)
(l'adesivo dello storico gruppo Ultrapaz, fonte e spunto per la realizzazione della seconda maglia)
La serata della presentazione in piazza Maria Immacolata...
Un’altra grande soddisfazione davanti a 3/4 mila persone festanti; la squadra, Genchi, Ragno, aspettative importanti e una presentazione in grande stile. Vengo invitato per l’evento nel quale devo portare le uniche 3 maglie che erano state prodotte in anteprima: saranno indossate da tre ragazze sul palco. Poco prima di essere annunciati da Gianni Sebastio, una ragazza ha dato forfait perchè influenzata. La maglia bianca che nel frattempo non riesco più a trovare, la prendo io e sul palco la svelo al pubblico: un boato e grandissimi complimenti a fine serata al Presidente e a me per l’ottimo lavoro svolto. Ma le soddisfazioni furono diverse: grazie ad un parente omaggiai Diodato di una maglia casalinga subito dopo la vittoria al Festival di San Remo, col numero 8 ad indicare il giorno della proclamazione. Così come piacevolmente ricordo l’attestazione di affetto di tutta la rosa che si fece fotografare vicino al pullman societario con una T-shirt omaggio da passeggio che realizzai apposta per loro tramite richiesta di Genchi, il giorno prima della trasferta contro il Grumentum. L’unico cosa che non riuscimmo a portare a termine fu l’ingresso in campo della squadra, dopo la vittoria di Diodato al Festival, con una T-shirt con la scritta “FAI RUMORE”; la proclamazione avvenne la notte tra sabato e domenica e non ci fu il tempo per richiedere l’autorizzazione alla lega, l’arbitro non ce lo concesse.
(una fase della presentazione elle maglie del Taranto, in particolare la bianca tra il tripudio dei presenti)
Marco, parliamo di numeri: 6 stagioni, centinaia di capi di allenamento prodotti e personalizzati, quasi 90 maglie realizzate, sei pronto per la prossima stagione con Givova?
Ti rispondo sinceramente: simpaticamente i responsabili di Givova sono “risentiti” con me perché resto un uomo della squadra Joma. Però ho sempre messo il Taranto in cima quindi quando si è pensato al triennale con Givova per vestire il Taranto, ho accettato di agganciarmi al mondo di Scafati. Purtroppo con molta onestà devo anche dire che a tutt’oggi non sono stato contattato dalla società, quindi presumo che questo segnale e le dichiarazioni che ho letto sui giornali per ciò che concerne l’autogestione del merchandising con uno store on-line, mi fa credere che la mia avventura e collaborazione col Taranto si possa definire conclusa.
(la consegna della maglia celebrativa a Diodato, fresco vincitore del Festiva di San Remo e la T-shirt con cui il Taranto avrebbe voluto omaggiare il concittadino per la vittoria)
Questione di volontà o altro?
Non lo so sinceramente, purtroppo abbiamo anche incrociato il problema Covid-19, quindi è normale che ci possano essere delle ristrutturazioni. Posso solo dire che in questi 6 anni sono soddisfatto di ciò che ho realizzato, progettato e ideato per il Taranto.
(a rosa prima della trasferta di Grumentum posa in una foto ricordo con la t-shirt omaggio di Cascarano)
Per concludere l’intervista vorrei tu ricordassi uno tra allenatore, Direttore Sportivo, calciatore che ti ha lasciato qualcosa in più...
Anche se dirò una cosa controcorrente, mi viene in mente Mister Battistini, che dopo una trasferta campana, il martedi diede le dimissioni dopo che anche il direttore sportivo lo aveva fatto: venne in negozio e mi disse che raramente aveva avuto a che fare con operatore della fornitura tecnica così professionale. Il modo in cui lo disse e la spontaneità furono veramente disarmanti, non me lo aspettavo. Il direttore sportivo che ricordo con maggiore stima è Francesco Montervino, al quale sono legato sia dal punto di vista umano che professionale e che mi ha insegnato tantissimo. Il calciatore a cui sono più legato è sicuramente Peppe Genchi soprattutto per i primi 2 anni in cui realizzò 54 gol: passava sempre al Taranto point a salutarmi, un amicone, un compagnone, veramente una bella persona. Una menzione sui personaggi del Taranto va fatta all' "agenzia NULLA SFUGGE” di Aldo Scardino, grande professionista in campo e fuori; lo ripeto, se abbiamo avuto dei leggeri contrasti è stato solo perché mettiamo il cuore in quello che facciamo, vogliamo il bene del Taranto.
I presidenti? Chi buttiamo giù dalla torre? Su chi avresti scommesso fino all’ultimo centesimo?
Oggi su nessuno. Se avessi le possibilità non farei mai il presidente di una squadra di calcio. Lo si può fare per passione, visibilità, perché piace il calcio, ma non credo che si possa fare guadagni con una società di serie D. Tutti hanno delle particolarità diverse: Campitiello era poco presente a Taranto ma aveva una struttura e mentalità societaria di grandissimo livello; Bongiovanni lo conosciamo tutti, tant’è che della Zelatore lui dice sempre che è una “donna con le palle in testa”. Per ciò che riguarda l’attaccamento al Taranto, Massimo Giove è il più tifoso. Credo che il voler vincere a tutti i costi, possa averlo portato a commettere degli errori quest’anno.
Marco hai un’ultima battuta per chiudere questo ciclo di interviste, quello che vuoi...
Ringrazio voi e la vostra redazione, anche se sono mesi e mesi che mi avevi chiesto questo speciale sulle maglie del Taranto, in questo il Covid ci ha aiutato: mi hai fatto appassionare, lo ammetto, soprattutto perché sono state tantissime le testate che mi hanno chiamato per rilasciare delle dichiarazioni, principalmente per il nuovo logo, alle quali non ho voluto rispondere per onestà intellettuale. Il messaggio che posso dare è che è evidente che c’è una città ormai divisa, società, tifoseria, fondazione, addetti ai lavori, consiglieri. Oggi come oggi, se qualcuno vuole affacciarsi a Taranto, ci pensa non 10, ma 100 volte. A Taranto si può fare grande calcio con i presupposti giusti, con equilibrio, però intorno al Taranto c’è troppa gente cattiva: le persone che hanno voluto bene al Taranto sono conosciute, così come sono risapute le persone che non vogliono il bene del Taranto. Se il bene consiste anche nel doversi defilare definitivamente, va fatto, altrimenti sono solo chiacchiere, disfattismo e invidia. Il decano dei commercianti tarantini, mi diceva sempre una cosa, di fare attenzione non necessariamente alle persone ma ai loro comportamenti: “il lupo di mala coscienza, come opera, così pensa”. Se una persona non è capace di fare qualcosa, deve lasciare spazio a chi ne è capace, invece a Taranto si cerca sempre di affossare la professionalità, le competenze; tutto qui. Auguro al presidente del Taranto di disputare una stagione vincente e di portarci alla vittoria perché la città lo merita. Forza Taranto!
(il Corner del Taranto di GIVOVA, allestito nella sede del Taranto Point di Cascarano)
Non possiamo che ringraziare, io in maniera particolare, Marco Cascarano e tutto il suo staff, per la sua infinita disponibilità, invitando tutti gli appassionati a prendere visione del video in allegato, in cui Marco ci spiega in che maniera viene realizzata da una maglia base, la casacca ufficiale con cui i nostri calciatori scendono in campo, l’ennesima particolarità inedita di MondoRossoBlù.it ai suoi lettori.
N.B. : Le maglie in visione appartengono alla collezione personale di Carlo Esposito Tarantoshirt