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Quando il Montpellier sfidò la ricchezza del PSG

Dalla rubrica dedicata al calcio internazionale, 'Romanzi Esteri'
   Cosimo Palumbo

16 Maggio 2020 - 15:00

Tempo di lettura: 5 minuti

Il Montpellier Hérault Sport Club, noto semplicemente come Montpellier, è un club calcistico militante nella Ligue 1, la prima divisione del calcio francese. Cosa ha di tanto speciale questo club dell'Occitania? Insieme al Monaco, è l'unico ad esser riuscito a contrastare la potenza e la ricchezza del PSG da quando, alla guida della società della Capitale, c'è il fondo Qatar Investment Authority.

Partendo dalle origini, il Montpellier nasce il 1919 con la denominazione di Sport Olimpique Montpelliere e dopo dieci anni di vita, nel 1929, si aggiudica il primo trofeo della sua storia: la Coppa di Francia.
Nel 1974, invece, in seguito alla fusione tra l'AS Paillade, Montpellier Littoral SC e lo SO Montpellier, nasce ufficialmente quella che oggi è una delle più belle realtà del calcio francese. Oltre ad esser stato ben quarantatré anni sotto la guida del presidente Louis Nicollin (dal 1974 al 2017), nella propria storia giocatori del calibro di Valderrama, Blanc e Cantona hanno vestito la casa blu-arancione.
Nel palmarès spiccano la Coppa di Francia del 1929 e del 1990, una Coppa Intertoto vinta nel 1999 e soprattutto la vittoria della Ligue 1 nel 2011-2012.

Ed è proprio dalla stagione 2011-2012 che parte il nostro racconto. In quell'annata il calcio francese vide l'entrata in scena del fondo qatariota guidato da Nasser Al-Khelaïfi che acquistò il Paris Saint Germain, dando ricchezza e innovazione a un club che attualmente dispone in rosa di campioni come Neymar, Mbappè, Di Maria e Cavani. Se PSG, Marsiglia e Lione erano pronte a darsi battaglia per salire sul trono occupato dal Lilla di un giovane Hazard, il Montpellier, invece, dopo cinque anni in Ligue 2, era reduce da una promozione avvenuta solamente due anni prima e sembrava destinato a compiere un campionato tranquillo senza particolari acuti.

Il mercato estivo non fu eclatante, ma furono acquistati giocatori funzionali e utili per puntellare le carenze della rosa. Principalmente arrivarono Hilton, già vincitore del campionato con il Marsiglia nel 2010, e Bedimo. Senza saperlo, i colpi più importanti di quella sessione furono l'aver trattenuto un possente attaccante allora sconosciuto al calcio europeo e un giovane trequartista ventenne dotato di buona tecnica e imprevedibilità: Olivier Giroud e Younes Belhanda.
Alla griglia di partenza, il 6 agosto 2011, l'intera opinione pubblica, tifosi e addetti ai lavori, davano il PSG, che nel frattempo aveva acquistato Pastore, Matuidi, Menez e Gameiro, favorito per la vittoria del titolo. L'avvio del Montpellier, allenato dall'ex storico centrocampista del Bordeaux René Girard, fu incoraggiante: pronti, via e vittoria sul Lilla campione in carica con conseguente primo posto in classifica dopo cinque giornate. Nonostante l'ottimo girone d'andata terminato al secondo posto con trentasette punti, a sole tre distanze dal PSG, il MHSC era considerato una mina vagante pronta a scoppiare e a perdere posizioni in classifica.
Il 4-2-3-1 di Girard era ben collaudato e disponeva degli interpreti perfetti. Il pericolo costante arrivava dalle fasce laterali grazie a Utaka e Camara, Belhanda, invece, sfruttava la propria creatività e la tecnica per svariare sulle trequarti e, infine, a fungere da finalizzatore ma anche abile nel giocar di sponda e permettere gli inserimenti dei compagni, c'era Giroud. L'attuale centravanti del Chelsea, in quella stagione siglò ventuno reti laureandosi capocannoniere del torneo a pari merito di Nenè del PSG.
Grazie a un sistema di gioco ben definito e ad un morale sulle ali dell'entusiasmo, il Montpellier nel girone di ritorno continuò il suo testa a testa contro i parigini che, nel frattempo, avevano esonerato Antoine Kombouaré affidando la panchina a Carlo Ancelotti.
Il girone di ritorno fu da record per i Pailladins che conquistarono quarantacinque punti. Nonostante una k.o. e un pareggio negli scontri diretti contro il PSG, alla 29a giornata arrivò l'aggancio alla vetta: Pastore e compagni pareggiarono contro il Bordeaux mentre Giroud, invece, regalò la vittoria ai suoi contro il St. Etienne. La domenica dopo avvenne il sorpasso con i parigini che persero contro il Nancy e il Montpellier che piegò il Sochaux. Sbalorditivo come, un club di media classifica con alle spalle anni di Ligue 2, potesse contrastare e addirittura avere la meglio sulla ricchezza e l'ambizione del Paris. Alle ultime curve il rischio di andar fuori pista c'era e stava per concretizzarsi alla penultima giornata grazie al PSG che ottenne tre punti contro il Rennes e il Montpellier che faticò contro il Tolosa. La gara contro i viola fu tanto equilibrata e tanto difficile, il risultato era bloccato sullo 0-0 fin quando, al minuto 94', poco prima del triplice fischio, Ait-Fana, centrocampista mai decisivo fino a quel momento, siglò la rete della vittoria. Destino? Non si sa. Quel che è certo, però, è che si stava per realizzare una delle imprese più inaspettate dell'ultimo decennio.
Il 20 maggio 2012 andò in scena l'ultima giornata di Ligue 1. Nonostante la vittoria del PSG sul Lorient, il Montpellier, grazie alla vittoria firmata Utaka sull'Auxerre, si laurea campione di Francia mettendo la propria firma sull'albo d'oro e sui libri di storia.

Un aspetto che risalta molto in questa favola, o molto più probabilmente in questo miracolo, è soprattutto uno: quello economico. Nel mercato estivo, prima dell'inizio del campionato, il PSG, grazie ai nuovi investitori, spese più di cento milioni di euro. La società del sud della Francia, invece, ne spese poco poco più di due stimando un valore totale della rosa inferiore alla metà di quello della squadra di Carlo Ancelotti. L'anno dopo, i campioni di Francia, parteciparono alla Champions League terminando, però, la propria avventura ai gironi. Dal 2009, anno della promozione nella prima divisione, i Pailladins non hanno mai più abbandonato la categoria.

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