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Il Taranto dei mancati carpe diem: 2007/08 - 'Maledetti playoff... Ancona una delusione'!

I rossoblù perdono la serie B in finale play-off
   Redazione MRB.it

13 Maggio 2020 - 15:00

Tempo di lettura: 5 minuti

La stagione 2007/08 è "virtualmente" l'ultima della gestione Blasi. Il campionato successivo porterà, tra mille problemi, ad una sofferta permanenza ma quel progetto iniziato nel 2004/05 poteva dirsi fallito nell'ennesimo beffardo playoff perso ad Ancona. Dal fallimento pilotato durante il campionato di C2 del 2004/05, nel quale i veri eroi si chiamavano Maddè, Mignogna, Amico..ma soprattutto mister Tato Sabadini, si sono vissute stagioni comunque esaltanti; iniziando proprio dalla miracolosa salvezza acciuffata in Trinacria, in quel di Ragusa, grazie alla saggezza di Florimbi (che nella partita decisiva scelse Filippi per un Meacci in formissima) e all'irrefrenabile esuberanza del giovanissimo Malagnino; passando poi alla promozione dell'anno successivo nella quale, finalmente, i playoff sorrisero ai colori rossoblu; il senso di unione tra squadra e pubblico trovò il suo massimo punto di espressione in quel recupero sul Melfi, in semifinale e in uno Iacovone caldo in ogni possibile senso (memorabile anche l'esultanza al microfono di una delle voci storiche delle radiocronache del Taranto, Gianni Carrieri); la benevola traiettoria del cross di De Liguori che ci regalò la C1 nella finale contro il Rende sembrò quindi il segnale di una "parabola" ascendente per il nostro Taranto; proseguendo con la successiva stagione di C1, caratterizzata dalle eleganti fiammate di Toledo, dalla conferma della duttilità del giovane Mancini, dalla classe dei vari Pastore o De Florio, dalla voglia di emergere di Zito.
Un playoff raggiunto forse in modo sorprendente e anche qui una delusione in extremis su quella punizione non irresistibile di Moretti, ad Avellino, che ci condannò solo per il peggior piazzamento in classifica.

Ma nella successiva stagione il Taranto si propone con la dichiarata ambizione di vincere il campionato: squadra affidata a Cadregari, "vate calciatico" poco compreso che abbandona ben presto le chiavi della "Ferrari" (sua citazione) rossoblu nelle mani del più pragmatico Marco Cari.
Quella dei cambi "terapeutici" in panchina fu in effetti una caratteristica dei campionati della presidenza Blasi, spesso alla ricerca del giovane emergente o di scelte naif rivelatesi spesso sbagliate; ci provò dapprima con Toma, per poi rifugiarsi nel già citato Florimbi; in C2 fu il turno di Raimondo Marino, uomo di antichi valori, forse "troppo buono" per gestire uno spogliatoio di calcio tanto che, dopo qualche giornata, lasciò la panchina al più esperto Papagni che porterà la squadra alla promozione ed alla già ricordata semifinale playoff di Avellino.
Altri fortissimi giocatori allietarono le domeniche calcistiche dei tifosi rossoblù in quel periodo: Cutolo con i suoi dribbling ed i suoi gol, le geometrie di Cejas, l'affidabilità di Colombini, la possenza e l'efficacia offensiva di Plasmati; e come non ricordare, tra gli altri, il gol "coast to coast" dell'esterno destro brasiliano Tesser, realizzato nei minuti finali di Taranto-Lucchese.

Tornando alla mancata promozione del 2008 possiamo dire che "l'inizio della fine" si ebbe proprio all'ultima di campionato, persa inopinatamente ed immeritatamente proprio contro l'Ancona che, grazie a quella vittoria, si attestò al secondo posto in classifica.
Tra gli anconetani giocava il guizzante Fialdini, sempre indemoniato quando vedeva le nostre casacche rossoblu;
ma il Taranto giungeva ai playoff con un abbrivio che pareva inarrestabile; una rimonta in campionato, una condizione atletica ed una consapevolezza della propria forza che faceva dei rossoblu i favoriti per la vittoria finale; momento magico confermato dalle due partite di semifinale contro il Crotone.
Nella partita di andata allo Iacovone contro l'Ancona, il Taranto non riesce però ad esprimersi ed è invece il centravanti dei marchigiani, Mastronunzio, a graziarci.
Bisogna vincere fuori casa, come era quasi riuscito in quella fatidica ultima di campionato; ma al Taranto manca il suo regista difensivo Pastore e, forse non a caso, subisce un gol proprio su un errore "in uscita" difensiva palla al piede; stavolta Mastronunzio non perdona ed il solito Fialdini infierisce ulteriormente siglando il raddoppio; solo nel finale Plasmati riaccenderà le speranze rossoblu di acciuffare i tempi supplementari; nell'ultima occasione il portiere locale Guarna ci mette del suo con la classica uscita "a farfalle", ma il colpo di testa di Prosperi non inquadra l'incustodito specchio della porta e finisce sul fondo...insieme alle frustrate ambizioni del Taranto e del suo stravolto presidente.
E ancor più beffardo pensare (ovviamente con il classico "senno di poi") che il Taranto, in quella partita affrontata senza Pastore, aveva in panca tale Ramos Borges Emerson che, da "lento trequartista" come fu definito da qualche addetto ai lavori, si trasformò (da Lumezzane sino ad arrivare in serie A con il Livorno) in un formidabile "centrale difensivo" (libero, per i più nostalgici) in una difesa a 3; ma questa è chiaramente solo un'amara e "post datata" riflessione.

Non solo il brasiliano (protagonista di una indimenticabile e commovente esultanza dopo un gol realizzato sotto la Curva Sud, nella quale attraversò tutto il campo per salutare "la Nord"...tristemente vuota), ma altri giocatori di quella stagione hanno poi calcato i campi della cadetteria, ma anche della massima serie: Plasmati, Carrozza, De Falco, Cutolo, Zito, Mancini; a dimostrazione di una squadra dal potenziale elevatissimo, anch'essa caduta sulle ginocchia ad un passo dal traguardo.

E, come detto, fu quella l'ultima stagione "vera", dal punto di vista competitivo e non solo, della gestione Blasi che, dopo la salvezza conseguita nel 2009 a Sorrento, pose le basi per un passaggio di consegne fortemente voluto dalla tifoseria rossoblu (ma in primis da egli stesso) con la quale il rapporto si era irrimediabilmente incrinato.
Iniziò cosi l'era D'Addario...ma di questo parleremo nell'ultimo appuntamento con i mancati "carpe diem" a tinte rossoblu.

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