TARANTO FC

Van Ransbeeck: 'Panarelli paga i risultati. Questa piazza è da C'

Le dichiarazioni del calciatore rossoblù
   Redazione MRB.it

06 Maggio 2020 - 17:15

Tempo di lettura: 5 minuti

Avrebbe voluto dare qualcosa in più con la maglia del Taranto e, dopo un periodo di ambientamento, iniziava a conquistare la fiducia di mister Panarelli: Kenneth Van Ransbeeck, centrocampista belga, ha parlato ai microfoni di TUTTOcalcioPUGLIA.com in merito ad un'eventuale ripresa dei campionati ed alla stagione degli ionici.

I protocolli del Governo e della Federazione sono molto rigidi e difficili da attuare per le società di C è D: crede che, ormai, il campionato possa considerarsi concluso?
"Penso di sì: secondo me, non si potrà continuare a giocare. Se si dovesse ricominciare il 18 maggio, ci vorranno delle settimane per ottenere una condizione fisica accettabile: arriveremmo a giugno e non credo convenga continuare un campionato che deve durare ancora otto partite più i playoff. Non avrebbe molto senso. Tante squadre, dalla Serie B alla Serie D, avrebbero difficoltà ad attuare i protocolli del Governo per mantenere le distanze e controllare tutti i dipendenti: credo che, dal punto di vista economico ed organizzativo, non sarà possibile riprendere a giocare".

Se venisse cristallizzata la classifica, il Taranto sarebbe clamorosamente fuori anche dalla zona playoff.
"Sì, purtroppo la posizione in classifica è quella: anche io avrei voluto vedere il Taranto più alto e sono uno dei responsabili di questo risultato. Mi dispiace perché secondo me questa città merita altri palcoscenici, non so come andrà a finire il discorso relativo ai ripescaggi ma credo che questa squadra meriterebbe almeno la Serie C".

Dopo l'esperienza col Rimini, ha sposato il progetto del Taranto: come si è trovato in riva allo Ionio?
"Mi sono trovato molto bene, sia con i compagni, sia con lo staff tecnico. Purtroppo c'era un po' di contestazione appena sono arrivato, non era facile integrarsi: è una bella piazza per giocare a calcio, con una grande storia ed uno stadio bellissimo. Mi dispiace non ci sia stata la possibilità, anche con il tempo, di esprimere al meglio il mio potenziale: spero di avere questa chance, magari nella prossima stagione".

Che rapporto ha con mister Panarelli?
"È una persona molto brava e preparata. Ho letto che il Presidente non lo riconfermerà per la prossima stagione: mi dispiace molto. Mi ha accolto subito bene, dandomi fiducia prima con le parole e poi con i fatti: dopo due partite in cui sono stato in panchina, per ambientarmi, mi ha dato subito la possibilità di mettermi in mostra, lanciandomi in un ruolo molto importante, alle spalle dei due attaccanti. Purtroppo, quando i risultati non arrivano, il primo a pagarne è sempre l'allenatore".

Lei ha sempre calcato campi di Serie C, avendo giocato anche nel Catanzaro: questa parentesi al Taranto cosa le ha insegnato?
"Quando indossi la maglia del Taranto, a prescindere dalla categoria, c'è sempre pressione: questa è una piazza che ha sempre giocato in altri campionati e, ripeto, merita molto di più. In Serie D ci si ritrova a giocare in campi dove non ci sono nemmeno degli spogliatoi adatti per una squadra di calcio. Sono cresciuto molto dal punto di vista psicologico e nel sopportare la pressione di una piazza ambiziosa. I risultati, purtroppo, non sono stati quelli che mi auspicavo: questo è l'unico rimpianto".

Pensa che la squadra, in alcune circostanza, abbia risentito la pressione della piazza?
"Io penso che questa sia una rosa molto forte: tutti i giocatori sono fortissimi e, questa squadra, meriterebbe quantomeno di disputare la Serie C. Per vari motivi, alcune cose non sono andate bene: non credo che la causa possa essere la pressione. Tra gli over, ci sono giocatori che hanno fatto altre categorie, vincendo alcuni campionati; gli under si sono anche ben comportati: non penso che la pressione abbia inciso sui risultati. Ho notato, però, che abbiamo avuto difficoltà, nelle partite casalinghe, ad affrontare squadre che scendevano in campo e si chiudevano dietro la linea del pallone, nei pressi della propria area di rigore; in trasferta, invece, l'avversario tendeva a scoprirsi maggiormente e riuscivamo a sfruttare bene gli spazi che ci venivano concessi".

Sei arrivato in concomitanza con l'addio di D'Agostino dal Taranto: hai avvertito il peso del ruolo da successore?
"Non mi è pesato il fatto di doverlo 'sostituire', anzi…mi ha reso orgoglioso. Stefano era un giocatore molto importante, mi dispiace che sia andato via: lo considero un giocatore ed una persona fantastica. In quel periodo in cui abbiamo condiviso lo spogliatoio, si è sempre distinto nei miei confronti: il campo, poi, per lui parlava da solo. Mi ha reso orgoglioso indossare la maglia numero 10: l'ho indossata, però, solo due volte. Non l'ho sostituito, abbiamo qualità diverse: il mio compito era quello di provare a far girare la squadra ed aiutarla nel portare a casa il risultato".

A quale giocatore si ispira?
"Mi sono sempre piaciuti alcuni giocatori: Iniesta e Zidane su tutti. Sappiamo tutti le loro qualità. Del centrocampista spagnolo, stimo molto la sua personalità: ho avuto modo di guardare un documentario sulla sua vita e sono rimasto davvero impressionato dalla persona che è Andrés. L'altro giocatore a cui mi ispiro è Dennis Bergkamp: giocava nell'Arsenal, la mia squadra preferita, ed aveva una tecnica e visione di gioco eccezionale. Credo sia stato anche sottovalutato, nelle sue potenzialità, da tante persone".

Fonte: TuttoCalcioPuglia.com

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