LE VOCI DI MRB.IT

Taranto, ricostruire le basi

In tempi di lock-down autocritica e politica dei piccoli passi
   Roberto Orlando

28 Aprile 2020 - 08:32

Tempo di lettura: 4 minuti

Nella recente parabola del Taranto di Massimo Giove stiamo assistendo ad un cambio di rotta nella gestione societaria che possiamo analizzare in due aspetti: il primo è quello della valutazione del tornare suoi propri passi da parte del “patron” come viene ormai definito l’ex amministratore unico del club; l’altro è sugli strascichi della sua azione compiuta da quell’ottobre del 2017 fino ad oggi. Speranza (e tanti dubbi) nel primo caso, rammarico (e tanta rabbia) nel secondo.

In queste settimane di lock-down, mentre tutto il mondo è col fiato sospeso in attesa di un ritorno alla normalità, stiamo assistendo da parte di Giove di piccoli passi verso una gestione normale e funzionale del suo Taranto. Nonostante adesso il club sia un animale ferito, che si lecca le ferite per un’annata balorda sotto ogni aspetto, a piccoli passi sta cerando di rimediare. Attenzione, però, il paziente è ancora in prognosi riservata, ma del futuro dovremmo scorgerne le tracce nelle piccole azioni di oggi. Giocatori incontrati, saldati (come da obblighi federali) e già incanalati verso il proprio futuro (qui o lontano dai due mari). È un passo, in attesa che a monte delle scelte dei giocatori si partorisca l’organigramma societario della prossima stagione. Un DG, un DS e un allenatore. Mentre per il primo incarico, in questo momento “surrogato” da un “amico”, si cerca un nuovo direttore sportivo. L’avventura di De Santis a Taranto è durata poco, una fiammata spenta dagli scarsi risultati, dalla insoddisfacente e inadeguata campagna acquisti, dalla violenta contestazione dei tifosi. Giove è deciso a non riconfermare l’ex DS di Andria e Potenza ed è alla ricerca di una nuova figura.

Per l’allenatore, si tesse la tela: sappiamo che Panarelli gode della fiducia del suo mentore, l’amico di cui sopra, che potrebbe ancora suggerirlo sulla panchina rossoblù, ma la decisione finale spetta sempre a Giove. Sulla bilancia pende a favore di Panarelli la volontà di dargli una possibilità dall’inizio, mentre un cambio tecnico verrebbe incontro ai malumori della piazza. Ma c’è tutto un blocco da scegliere, dove il tecnico è solo un tassello, da selezionare prima dei giocatori ma dopo i quadri dirigenziali.

Riguardo gli strascichi di cui parlavamo sopra, è tutto sotto gli occhi di tifosi e addetti ai lavori: la feroce volontà della piazza di un cambio ai vertici societari ha fatto tremare Giove, che però per il momento resiste al proprio posto. Alla base della protesta non solo gli scarsi risultati sportivi, ma una gestione inadeguata della società. Rinnegato il progetto estivo del 2018 di Cazzarò, rinnegato quello di Ragno nel 2019, sortite irritanti e schizofreniche da parte societaria (che meriterebbero un’analisi a parte), una gestione troppo “vintage”, stile anni ’90, quando il calcio degli ultimi anni si è completamente trasformato. Un esempio la convenzione dello stadio Iacovone, rinnovato a settembre 2018 tra Montella e l’Assessore Marti: mentre la precedente convenzione (gestione Zelatore) prevedeva la possibilità di rimborso alla società nel caso di urgenza di lavori allo stadio (articolo 11), nell’ultima non c’è traccia; una disattenzione o una terribile leggerezza? Aggiungiamoci anche la gestione dei bar dello stadio, demandata alla società, ma questa sembra più una "distrazione" del Comune che non del Taranto.

Proprio in questi giorni Giove, dopo aver pagato alcune pendenze, è intenzionato a sedere nuovamente al tavolo con il Comune per riparlare della questione, visto che anche lui si è trovato, secondo quanto riferitoci, ad eseguire dei lavori allo stadio, ad uscire soldi. Soldi che rischia di non vedere più proprio per mancanza di questa specifica sulla convenzione. L’elenco degli errori gestionali è lungo e credere che tutto ciò non abbia influito sulla pessima stima nei confronti di Giove da parte della tifoseria, significa non aver capito i propri errori. I tifosi sono sempre attenti, i critici che parlano e scrivono per alzare il livello della discussione sono sempre preparati. Non si sfugge: se si vuole crescere, c'è bisogno di tutti.

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